Ecco un esempio di vignetta che, nella sua apparente semplicità, a mio avviso è un piccolo capolavoro:

In quella vignetta, tanto per dire, succedono sette cose insieme:
- La contessa Agnese esclama "Paperina!"
- La contessa Agnese allunga il piede in avanti
- Paperino inciampa nel piede della Contessa Agnese generando il suono "pic"
- Paperino compie la traiettoria semicircolare rappresentata dalla doppia linea cinetica
- Paperino impatta col terreno generando il suono "crash"
- Paperina si gira di scatto
- Paperina chiede "Sì, signora?"
O meglio, è evidente che quelle sette cose non succedono proprio insieme, ma Silvia Ziche le piazza tutte in una sola vignetta: il disegno in quanto tale non può che limitarsi a rappresentare un singolo istante (in cui l'azione più evidente è lo schianto a terra di Paperino), eppure la ricchezza degli elementi (personaggi, battute, onomatopee) e il senso di lettura conducono occhio e cervello del lettore ad assimilare il tutto come se si trattasse di una veloce sequenza di azioni, con elementi che precedono lo schianto di Paperino ed altri che lo seguono.
Un piccolo gioiello, contenuto in un già di per sé prezioso scrigno.
3 commenti:
E' vero: una forza visiva e narrativa davvero notevole.
Ottima analisi. Del resto, non mi aspettavo nulla di meno, da una tale esperta di semiotica ;)
Complimento eccessivo, Giangi: questa è un'analisi minima. Ma sono sempre contenta di sapere che mi leggi. :-)
Eh, sì: questa è una delle differenze di base del disegno rispetto alla fotografia. Il bello è che i disegnatori lo fanno e manco si rendono veramente conto di quello che stanno facendo: alterano le Leggi della Fisica per piegarle alle Necessità Narrative! Wow! :-)
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