domenica, gennaio 24, 2010

Sette in un colpo

Una delle cose che più mi intrigano, nella lettura dei fumetti, è l'osservazione delle scelte compiute da sceneggiatori e disegnatori in termini di scansione temporale, quando si tratta di rappresentare eventi molto vicini gli uni agli altri. Per esempio mettiamo che un personaggio spari a un altro: si può disegnare una vignetta in cui parte il colpo, la successiva in cui il colpo manca il destinatario, e magari una terza vignetta in cui il destinatario esclama "dannazione!", oppure si possono condensare due passaggi in uno, o addirittura tutti e tre in uno usando una bella profondità di campo, oppure inserire dei passaggi ulteriori per ottenere un effetto rallenty... insomma ci sono tante possibilità diverse. Per me la situazione più affascinante è quella in cui in una sola vignetta si fanno stare un sacco di cose, senza che per ciò la vignetta stessa risulti appesantita o troppo piena.

Ecco un esempio di vignetta che, nella sua apparente semplicità, a mio avviso è un piccolo capolavoro:

E' tratta da "Paperina di Rivondosa", testi e disegni di Silvia Ziche. Questa storia, dopo essere stata serializzata su Topolino, è uscita da qualche anno anche in volume; ogni tanto me la rileggo perché la trovo sempre fresca e comicamente appassionante.

In quella vignetta, tanto per dire, succedono sette cose insieme:
- La contessa Agnese esclama "Paperina!"
- La contessa Agnese allunga il piede in avanti
- Paperino inciampa nel piede della Contessa Agnese generando il suono "pic"
- Paperino compie la traiettoria semicircolare rappresentata dalla doppia linea cinetica
- Paperino impatta col terreno generando il suono "crash"
- Paperina si gira di scatto
- Paperina chiede "Sì, signora?"

O meglio, è evidente che quelle sette cose non succedono proprio insieme, ma Silvia Ziche le piazza tutte in una sola vignetta: il disegno in quanto tale non può che limitarsi a rappresentare un singolo istante (in cui l'azione più evidente è lo schianto a terra di Paperino), eppure la ricchezza degli elementi (personaggi, battute, onomatopee) e il senso di lettura conducono occhio e cervello del lettore ad assimilare il tutto come se si trattasse di una veloce sequenza di azioni, con elementi che precedono lo schianto di Paperino ed altri che lo seguono.

Un piccolo gioiello, contenuto in un già di per sé prezioso scrigno.

3 commenti:

Giangidoe ha detto...

E' vero: una forza visiva e narrativa davvero notevole.
Ottima analisi. Del resto, non mi aspettavo nulla di meno, da una tale esperta di semiotica ;)

Swan ha detto...

Complimento eccessivo, Giangi: questa è un'analisi minima. Ma sono sempre contenta di sapere che mi leggi. :-)

Gianfranco Goria ha detto...

Eh, sì: questa è una delle differenze di base del disegno rispetto alla fotografia. Il bello è che i disegnatori lo fanno e manco si rendono veramente conto di quello che stanno facendo: alterano le Leggi della Fisica per piegarle alle Necessità Narrative! Wow! :-)