domenica, novembre 30, 2008

Perle televisive

Il lungo periodo di reclusione domestica a cui sono costretta, causa influenza che non passa mai, ha avuto fra le sue conseguenze un discreto ingurgitamento di televisione. Non solo DVD, ma anche programmi vari su canali vari: alcuni talk-show tipo Matrix, diverse serie televisive americane, le sempreverdi Invasioni barbariche, e - lo confesso a capo chino - perfino qualche telefilm all'italiana.

Due le battute che mi sono rimaste impresse.

Numero 1, dallo sceneggiato Amiche mie. La vamp della situazione, alle amiche che le chiedono cosa le sia venuto in mente di andare a letto con il tal Tizio, risponde:
"Vabbè, ho fatto prima a dargliela che a spiegargli perché non gliela volevo dare!"
Ineccepibile. ^___^ Solo Elena Sofia Ricci può recitare una cosa simile con una faccia di bronzo sufficientemente credibile!

Numero 2, qualche settimana fa su Otto e mezzo. Lilli Gruber chiede a Giovanna Melandri:
"Ma secondo lei, che cos'ha Barack Obama che manca a Walter Veltroni?"
Già la domanda era fin troppo infelice. E la Melandri cosa risponde? Fa una risatina e dice:
"Beh, guardi, su questo argomento ci potremmo anche fare un'intera puntata!"

venerdì, novembre 28, 2008

Mai successo prima (ovvero, la mamma è sempre la mamma)

Ieri, causa quantitativi mal calcolati, mi ritrovo in casa un sostanzioso avanzo di frittata con cipolle e zucchine e decido di portarlo a mia mamma, visto che io di 'sta frittata ne ho già mangiata anche troppa.
Quindi arrivo a casa sua e le dico: "Ammetto che è ridicolo che sia IO a portare delle cibarie a TE, però mi è avanzata questa mezza frittata, se può farti comodo... altrimenti, male che vada la butterai nel pastone dei polli!"
Lei, ridacchiando: "Va bene, la tengo per domani a pranzo, ora mettiamola in dispensa al fresco".

Oggi dopo pranzo mi chiama per una serie di piccoli aggiornamenti su alcune cose, poi mi chiede a bruciapelo e pure con tono un po' sospettoso:
"Ma quella frittata che mi hai portato ieri, chi l'ha fatta?"
"Eh... io."
"Sicura?"
"Ma certo che sono sicura!"
"Era buoniiiissimaaaaa! Cottura, proporzioni, sale, era assolutamente perfetta!"
"Ah... er... davvero? G-grazie, anche a me era piaciuta ma alla fine era una banale frittata..."
"Ma nnnoooooo, era così buooonaaaa! Credevo che l'avesse fatta Gianluca!"
"No mamma, l'ho fatta IO..."
"Ooooh, ma guarda un po', NON L'AVREI MAI DETTO!"

Eh. Son soddisfazioni...

sabato, novembre 22, 2008

Il trionfo del nastro americano

Serata di quasi-burrasca, ieri: buio pesto e un vento dell'altro mondo. Tanto che, durante la cena, il Ghigo ed io sentiamo distintamente un gran fracasso arrivare dal terrazzo.
"Alè", dico io, "è venuto di nuovo giù lo sportello della caldaia".
Tiriamo su la tapparella, ci avventuriamo sul terrazzo, e infatti la caldaia è scoperchiata, senza il suo sportello.

Ma lo sportello dov'è?
Non è sul terrazzo.
Non è giù di sotto, o almeno da qui non lo vediamo, coi terrazzi dei piani sottostanti che limitano la visuale.
Non è sul tetto della casa vicina (che è un po' più basso del nostro terrazzo), o almeno con quel buio non si vede.

Il Ghigo si arma di giaccone ed esce alla ricerca. Cinque minuti dopo, torna con lo sportello sottobraccio.
"L'hai trovato! Era qui di sotto?"
"Era in mezzo alla strada".
Quindi lo sportello è volato via dal nostro terrazzo, è passato sopra il tetto dei vicini, se lo è percorso tutto filato, ed infine è piombato giù in strada.
Non abbiamo potuto non ringraziare tutti i santi per il fatto che evidentemente in quel momento non passava nessuno. Lo sportello non è pesantissimo, ma è pur sempre fatto di lamiera che, se arriva di spigolo addosso a una macchina, un pedone o un tizio in bicicletta, può accoppare il povero malcapitato.
Già mi vedevo in galera per omicidio preterintenzionale o qualcosa del genere... già mi vedevo confessare che sì, lo sportello si era già staccato, in passato.

Stasera, al mio ritorno da un impegno fuori città, il Ghigo mi dice: "Ah, oggi ho dato una sistemata allo sportello della caldaia, adesso non si muove più".
Io: "Viti e bulloni?"
Lui: "Nastro americano".

Esteticamente non sarà il massimo della vita, ma non c'è dubbio sul fatto che TIENE. Diciamo pure che non si muove nemmeno a forzarlo con un piede di porco.
Evidentemente il Ghigo ha deciso di non voler più rischiare che ci scappi il morto (poi se finiamo in galera, chi le bada le micie?) e ci è andato giù pesante. Tanto di cappello.
Però, la prossima volta che dobbiamo dare un ritocco alla pressione dell'acqua nell'impianto dei termosifoni, voglio proprio vedere come facciamo...

giovedì, novembre 20, 2008

London calling

Obiettivo generale: vacanzina londinese pre-natalizia.

Obiettivi specifici:

1. Maria Friedman in "Re-Arranged", ai Trafalgar Studios. L'abbiamo già vista alla Menier Chocolate Factory e siamo usciti entusiasti. Un bis ci vuole proprio. Un'oretta e mezza senza interruzioni di cabaret come sa farlo lei, tra musica, recitazione e improvvisazione. Sta in scena solo dal 4 dicembre al 4 gennaio, chi è interessato approfitti finché può...

2. "Avenue Q". Questo non ha bisogno di presentazioni, ma visto che a fine marzo chiude, un'ultima occhiata gliela darei...

3. "Sunset Boulevard" al Comedy Theatre, perché sono ANNI che dispero di poter vedere questo musical, poco rappresentato per via degli alti costi di produzione... e invece adesso le produzioni di Sunset sbucano come funghi: ma questa è la più vicina e la più comprensibile, essendo in lingua originale (l'alternativa in questo periodo è il tour olandese).

4. "Piaf" al Vaudeville Theatre, perché non ho mai sentito Elena Rogers dal vivo e perché gli one-woman.show di solito mi piacciono molto.

5. "La Cage Aux Folles" al Playhouse Theatre, perché non l'ho mai visto e perché questa produzione vanta recensioni superbe.

6. "Chicago" al Cambridge Theatre: non ho idea di chi ci sarà nel cast ma tornerei a vederlo anche se fosse interpretato da Nonna Abelarda, visto che sarà l'ultimo per qualche tempo, ed è l'unico della mia "triade del cuore" (Cats, Follies, Chicago) ad essere attualmente in scena.

Eh, poi lo so che c'è tanta altra roba, lo so... adesso vediamo quanti giorni possiamo rimanere da quelle parti, va bene?

mercoledì, novembre 19, 2008

Lavori in corso

Questo, ringraziando tutti i santi, ormai è andato...




















...mentre salutiamo con immensa gioia il ritorno di Zatch! ^___^

Tutti cuggggini

Al fatto che giornali, telegiornali e talk-show campino su notizie di cronaca più o meno nera, più o meno morbosa, non ci faccio nemmeno più caso.
Mi stupisce però la tendenza (recente? forse no, però io l'ho notata da poco) a chiamare i protagonisti di certe vicende troppo spesso per nome, manco fossimo tutti loro amici o parenti. Beppino, Eluana, Amanda, Meredith, Olindo, Rosa...

Quando poi non si arriva al soprannome: "Elu", "Metz"...
Ma chi è, tua cuggggina?!?

Immagino che la molla psicologica, sotto sotto, sia simile a quella che conduce certi fan a fare la stessa cosa con i personaggi dello spettacolo per cui stravedono. "Gigi è stupendo", "Raffaella è sempre sulla cresta dell'onda", "Billy è tanto sensibile"... e certo, perché sono amici tuoi, li conosci di persona, ci esci a mangiare la pizza.

"Conosco (o faccio finta di conoscere) persona famosa, ergo sono un po' famoso anche io".
Che poi la persona famosa sia un cantante o un omicida (o la vittima di un omicida), è cosa marginale.

Tornare a chiamare la gente con nome e cognome no, eh?
Figuriamoci, troppa fatica.

domenica, novembre 09, 2008

The Cats Will Know















The Cats Will Know

di Cesare Pavese

Ancora cadrà la pioggia
sui tuoi dolci selciati,
una pioggia leggera
come un alito o un passo.
Ancora la brezza e l'alba
fioriranno leggere
come sotto il tuo passo,
quando tu rientrerai.
Tra fiori e davanzali
i gatti lo sapranno.

Ci saranno altri giorni,
ci saranno altre voci.
Sorriderai da sola.
I gatti lo sapranno.
Udrai parole antiche,
parole stanche e vane
come i costumi smessi
delle feste di ieri.

Farai gesti anche tu.
Risponderai parole -
viso di primavera,
farai gesti anche tu.

I gatti lo sapranno,
viso di primavera;
e la pioggia leggera,
l'alba color giacinto,
che dilaniano il cuore
di chi più non ti spera,
sono il triste sorriso
che sorridi da sola.
Ci saranno altri giorni,
altre voci e risvegli.
Soffriremo nell'alba,
viso di Primavera.

sabato, novembre 08, 2008

Ops, sorry

Mica bello, segnalare in un post che si ha a che fare con una cosa grossa e che si è un tantinello tesi, e poi non dire più niente in merito. Ehm, ehm.
Okay, per ora è andata, diciamo che sono sopravvissuta. Il resto, lo saprò in tempi non troppo biblici. Prima o poi vi aggiorno sul serio, per ora la scaramanzia vuole la sua parte.

domenica, novembre 02, 2008

Fingers crossed

Domani giornata importante.
Speriamo che tutto vada bene, speriamo speriamo speriamo.
Senti, tu, parlo con te: se per caso stai ancora razzolando da queste parti, tienimi d'occhio e metti una buona parola.
Ci conto, eh?

sabato, novembre 01, 2008

Sto invecchiando

"Sto invecchiando" è la frase di rito che tira fuori la mia amica Monica quando vuole lamentarsi di qualcosa e ridere di se stessa dicendo che un tempo era più tollerante, meno irritabile, più "vivi e lascia vivere".
Se dunque lo scorrere del tempo è causa di irrigidimento e intolleranza, allora ultimamente anche io sono mostruosamente invecchiata, e ci sono svariate cose / persone / situazioni che non sopporto più.
Nell'ordine...

Mi hanno stufato i "protestatori", di ogni genere: sindacati, politici, associazioni, occupanti, rompipalle vari che per qualsiasi cosa non trovano di meglio da fare che fischiare, battere mani e piedi, urlare slogan, insomma un gran casino. Questo governo non sarà il massimo della vita, ma in puri termini di comunicazione, al confronto di 'sta gente sta facendo un figurone (nonostante la suddetta gente abbia un sacco di spazio sui mass media).

Mi hanno stufato i "partigiani", quelli che invece di affrontare gli argomenti con uno straccio di raziocinio, modellano le loro opinioni sulla base di preconcetti culturali e politici. In questo calderone ci stanno i vari Santoro, Fede, Feltri, Travaglio, insomma tutti quelli che vedono il mondo in bianco e nero, e hanno pure il coraggio di farlo con quell'aria da puzzetta sotto il naso che nemmeno vivessero nelle fogne di Bucarest.

Mi ha stufato la categoria dei parenti acquisiti, non dico i miei (pochissimi) che se ne stanno fin troppo nel loro, ma la categoria in generale, che ultimamente nel mio giro di amicizie e conoscenze ha pretese da far rizzare i capelli in testa. Certe volte una ha già le sue difficoltà a relazionarsi con il marito, figuriamoci con la di lui madre, sorella, cugina e quant'altro. Un parente acquisito, se non è comunque una persona piacevole per carattere, modi, interessi o altro, per quel che mi riguarda vale meno del due di coppe quando comanda bastoni.

Mi hanno stufato i blogger più o meno famosi (scrittori, sceneggiatori, artisti, disegnatori, compositori...) che invece di usare i loro blog per parlare del loro lavoro, li usano per giustificare il loro lavoro quando non riscuote gli sperati consensi da parte di pubblico e/o critica, e soprattutto cercano di farlo con tale casuale nonchalance da risultare automaticamente ridicoli e semplicemente incapaci di accettare le regole del gioco.

Mi ha stufato la frequente mancanza di chiarezza di ministri, banchieri ed economisti sulle conseguenze della crisi finanziaria per quel che riguarda i piccoli risparmiatori: non ho niente da eccepire sulle misure straordinarie che sono state adottate, ma secondo me le idee chiare sul destino (non necessariamente catastrofico, sia chiaro) dei propri risparmi non le hanno in molti.

Ma più di tutto mi hanno immensamente stufato Papa, cardinali, vescovi, CEI, e tutto quel serraglio lì, quando parlano e straparlano di questioni sempre più complicate e delicate come accanimento terapeutico, terapia del dolore, eutanasia et similia. Argomenti dalle centomila sfumature, ma loro no, quando mai ammettere che c'è caso e caso, sempre dritti come una lancia, sempre difendere la vita ad ogni costo e la divina (e solo divina) patria potestà sulla suddetta vita. Quando uno di loro si ammalerà di qualche roba grave e finirà in un letto d'ospedale a gridare per il dolore, sarà interessante vedere se davvero saprà resistere senza invocare di farla finita. Per carità, so di gente che ne è stata in grado, gente che ha resistito e non ha mollato neanche per un attimo; ma pretendere che tutti debbano condividere un tale spirito di sacrificio e una tale fedeltà a un ideale che non condividono... insomma, perché?!