martedì, luglio 29, 2008

Cassandra once more

Piccola/grande soddisfazione.

Da tanto tempo ormai non sono altro che una lurker nel forum di Cats, che resta però un piccolo covo di mattacchioni ai quali sono molto affezionata. Proprio per via del fatto che non sono più un membro granché attivo della community, lo scorso gennaio mi ero volontariamente ritirata dal "Forum Casting", un gioco nel quale i membri del forum stilano un cast virtuale dello spettacolo abbinando altri membri del forum ai personaggi. Ovviamente, non conoscendoci di persona (quasi nessuno), per decidere gli abbinamenti ci si basa su quanto, a parere di ciascuno, la tal persona è affine al tal personaggio in termini di carattere, personalità, atteggiamenti, eccetera. Niente che abbia a che fare con l'aspetto fisico, insomma.

Nelle tante edizioni del Forum Casting a cui avevo partecipato, ho quasi sempre concorso per il ruolo di Cassandra, la gatta abissina, per il quale dovevo sempre competere con un'altra pretendente (SadieCass). A volte ho vinto io, a volte ha vinto lei... e si è comunque sempre trattato di una competizione molto sportiva, nella quale l'una votava per l'altra ed anche la "campagna elettorale" era condotta in termini molto scherzosi e affettuosi.

Poi, un po' alla volta, Sadie si è eclissata, mentre io ho continuato ad essere partecipe del Forum, e questo ha quasi automaticamente comportato che il ruolo di Cassandra fosse mio ad ogni edizione del Forum Casting. Da un lato l'assenza di Sadie rendeva il gioco molto meno avvincente, dall'altro mi faceva comunque piacere che gli altri partecipanti motivassero il loro voto nei miei confronti, e quindi che non fosse solo un'abitudine.

Lo scorso gennaio, come dicevo, mi sono tirata indietro spiegando a tutti che, vista la mia partecipazione quasi nulla al Forum stesso, era meglio che i nuovi membri più attivi si giocassero anche quel ruolo. E così è andata: quella del Forum Casting era una fase della mia vita che consideravo conclusa, un gioco che aveva fatto il suo tempo.

E ieri, che cosa scopro? Che si è tenuta l'edizione estiva del casting (edizione che io manco ho notato col binocolo, perché durante tutto il periodo di Cartoon Club ho lavorato sedici ore al giorno o anche più, senza certo avere il tempo di girare per forum)... e il ruolo di Cassandra è nuovamente mio! Insomma, non avendo io detto nulla al riguardo, gli altri non hanno dato per scontato che il mio ritiro di gennaio valesse anche per luglio, e mi hanno votata.

E' una sciocchezza, è un gioco, è una cosa di cui sorridere. Ma non riesco a non pensare con tenerezza a quella banda di mattacchioni che ancora si ricordano di me, e abbinano la mia personalità a quella di Cassandra scrivendo anche cose tipo "Swan will always be Cassandra to me". Gh. Sono quasi un po' commossa. ^__^

Edit: eccola, Cassandra, in un dipinto di Michaela Oloffson, con il volto un po' beffardo di Tiffany Graves che ha interpretato il suddetto personaggio nel Final London Cast.

domenica, luglio 27, 2008

Senza bisogno di scuse

Per caso sto bloggando troppo?
Va beh... è che dopo tanto tempo di astinenza, adesso me ne vengono in mente diverse. Questa non è particolarmente originale, ma si merita una citazione.

Ieri l'altro.
"Allora, domani a pranzo?"
"Domani a pranzo. L'unica cosa è che non so a che ora riesco ad arrivare, perché alle 12 devo andare dal medico, e spesso e volentieri c'è fila, quindi potrei fare un po' tardi."
"Senti, tu dammi un colpo di telefono quando hai un'idea di come sei messa e poi vediamo, al massimo mi raggiungi quando puoi, io nel frattempo do comunque da mangiare alla bambina... insomma fammi sapere, l'orario non è un problema."
"Andata. Allora ci vediamo domani."

Ieri, ore 9:45 circa.
"Pronto?"
"Buongiorno..."
"Hòla! Buongiorno a te!"
"Che fai di bello?"
"Solite cose... lavorini vari, poi più tardi devo andare dal dottore. Perché?"
"No, niente, cioè, volevo chiederti se oggi ti andava di pranzare da me, avrei bisogno un po' di sostegno psicologico..."
"Il tempo di finire col dottore e vengo da te."
"Sicura? Non ti incasino?"
"Non mi incasini. Ci vediamo dopo."

Sempre ieri, ore 12:00.
"Ciao, sono io".
"Ah ciao! Allora?"
"Sono arrivata dal dottore adesso, ho un po' di gente davanti..."
"Va bè, allora rimaniamo come avevamo detto, no? Quando hai fatto mi chiami."
"No, 'spetta, c'è un cambiamento di programma, mi è stata chiesta un po' di presenza da chi-sai-tu. Possiamo rimandare il nostro pranzo, vero?"
"Assolutamente sì. Vai tranquilla, non c'è il minimo problema, anzi poi fammi sapere come va, eh? Vai, muoviti!"
"Un attimo... prima il dottore... ma poi vado!"
"Mi raccomando, eh? Poi aggiornami su tutto!"
"Okay. Grazie mille."
"Ma niente, figurati! Ci sentiamo!"

Sarà perché anche lei ha un amico un po' particolare del quale a volte deve prendersi cura...
Sarà che fra di noi c'è questa specie di patto silenzioso per cui ciascuna si mette istantaneamente da parte quando l'altra è impelagata con il proprio "uccellino"...
Sarà che un pranzo saltato o un impegno rimandato per questo motivo non costituiscono nemmeno lontanamente un problema, per un rapporto di amicizia che non ha nessun bisogno di prove o dimostrazioni per sapere di essere solido...

...ma un ringraziamento "pubblico" qui ci stava tutto, sia per questa volta che per tutte le altre occasioni simili, in cui ho il privilegio di poter semplicemente dire le cose come stanno, senza cercare scuse o attenuanti, senza sentirmi in difetto, sapendo che va bene lo stesso e che non subirò alcun tipo di muso o malumore.

Grazie, Mo'.
Ti conosco e quindi so che a te sembra una cretinata, ma credimi non è da tutti.
Grazie davvero.

Quel poco che vale così incredibilmente tanto

Che ci vuole a prendere una canzone e dedicarla a qualcuno?
Niente, ci vuole. Un click su una tastiera, tre parole in una chat, un allegato ad una mail.
Eppure, con così poco, qualcuno mi ha triturato il cuore nel miglior modo possibile (come se già non lo facesse quotidianamente da sedici anni a questa parte).

sabato, luglio 26, 2008

Fenomenologia dell'SMS


Stamattina, ore 10:30 circa, mi dedicavo a un peccaminoso spaparanzamento atomico nel lettone, con encefalogramma praticamente piatto e animato solo da un minuscolo picco di tanto in tanto, corrispondente alla domanda "Tiro dritto a ronfare o do l'assalto al marito?"...

Ecco, nel mezzo di questa calma piatta...
Bip bip. Messaggio sul cellulare.

"Tutto ok?"

Mi gratto la testa con espressione acuta e mi chiedo il perché della domanda.
Avevo a mia volta scritto qualche SMS o email preoccupante durante la notte?
Avevo detto qualcosa di particolarmente brutto il giorno prima?

Mi pare di no. Quindi invio risposta: "Normale. Perché?"
Risposta: "Solo un saluto".

Adesso... questa fa il paio con le ormai numerose occasioni in cui io, siccome non voglio disturbare o siccome so che l'altra persona in quel momento ha da fare o siccome sto arrivando a fine credito, mando un SMS che dice "Mi chiami? Grazie".

Non: "Ho un problema, chiamami".
Non: "Sto male, fatti sentire".
Non: "Sto morendo, ho bisogno di aiuto".
Semplicemente: "Mi chiami? Grazie".

La telefonata che mi arriva, inizia immancabilmente con un impanicatissimo "Cosa è successo?!?". E già la dice lunga sul grado di pace, rilassatezza e tranquillità delle nostre vite quotidiane.

Adesso poi stiamo arrivando al paradosso.
Prima ancora di ricevere un qualsivoglia segnale che potrebbe anche forse ma sì quasi quasi essere interpretato come indizio rivelatore oltreché sintomatico di problemi, un banale saluto non è più "ciao, come va?"...
...o magari un più raffinato "Volevo darti il buongiorno ma forse a quest'ora del sabato mattina ti stai chiedendo se continuare a ronfare o dare l'assalto al marito"...
...bensì: "tutto ok?"

Qui urge un mese di relax in un centro benessere del Trentino fra pascoli e alberi di mele, altroché.

venerdì, luglio 25, 2008

Ma allora esistono davvero...

Perla velocissima.

Ho sempre pensato tutto il male possibile delle persone che ci tengono a vestirsi con capi firmati e a farlo notare. Per carità, un momento di vanità capita a tutti, e non è che gli stilisti in quanto tali siano dei mostri, e non ci vuole niente che una persona si senta più a suo agio o più attraente con degli abiti disegnati da Tizio invece che da Caio. A farmi venire la trebisonda è l'interesse compulsivo verso la firma di qua e la firma di là.

Ciò premesso, è però anche vero che non mi sono mai imbattuta in persone talmente infognate nella caccia all'abbigliamento firmato da farmi saltare i nervi. Va da sé che ciascuno frequenta le persone con cui si sente più a suo agio, e quindi nelle mie conoscenze è difficile che si annidino dei maniaci della griffe. Talmente difficile che iniziavo a pensare che tali maniaci fossero ormai bestie rare in via di estinzione, eccezion fatta per le star di Hollywood o gente del genere... iniziavo a pensare che, in fondo, nemmeno esistessero, che fossero leggende metropolitane.

E invece, ieri mi imbatto nel blog di un cretino (cioè, uno che ha già ampiamente dimostrato di essere un cretino, per via di una serie di cose che ha fatto), e fra le tante idiozie, in mezzo a un elenco di vanterie di varia natura sulla sua presunta bellezza, intelligenza, sexytudine e altro, cosa ti vado a leggere?

"Io vesto griffato".

MWAHAHAWHAHAHAHAWWAHAHAAWAHAHAHAAAAAAAA!!!!!!!!

Quindi esistono... esistono davvero...
Cazzo, è quasi meglio che aver preso contatto con degli UFO!!! ^___^

L'amore secondo Joss Whedon

Sono mesi che ho in mente una massima di cui mi piacerebbe elaborare una variante migliore, ma non ci riesco. Insomma alla fine me la tengo così, almeno per ora:

"L'amore non è meritocratico".

Servirebbe una variante migliore per almeno due motivi.
Il primo motivo è che la parola "amore" trae in inganno, perché in italiano la si usa prevalentemente per indicare l'amore di coppia mentre io avrei in mente un più generale sentimento di "voler bene" (no, la parola "affetto" non funziona perché guadagna in precisione semantica ma perde in intensità). Insomma ci vorrebbe un equivalente dell'inglese "love" ma quell'equivalente noi non ce l'abbiamo.
Il secondo motivo è che in realtà quella massima non è sempre e completamente vera... a volte l'amore è anche un po' meritocratico, a volte concetti come "gratitudine" o "merito" hanno un pochettino di voce in capitolo. Ma qui si apre un tale pozzo di situazioni, circostanze, contesti e casi particolari (tra cui il classico dei classici: "perché ci si innamora degli stronzi?"), che uno ci si perde.

La cosa bella è stata, alcuni mesi fa, quando già questa massima si aggirava in fase embrionale nella mia testa, imbattermi in una storia degli X-Men scritta da Joss Whedon (sì, quello di Buffy e bla bla bla, ha scritto delle X-storie con poco sugo ma dialoghi apprezzabili) e trovarne una emblematica "rappresentazione vignettoide".


E non c'è nient'altro da dire.

giovedì, luglio 24, 2008

Una briciolina di tristezza

La cosa bella di quando finisce un festival a cui hai lavorato come un'ossessa, è che ti riposi.

La cosa brutta è che sbatti improvvisamente il muso contro tutte le cose che il festival ti aveva fatto mettere da parte, nel bene e nel male. Quindi ci sono le cose belle che puoi finalmente curare, ma anche le cose brutte che adesso ti tocca affrontare.

Di quest'ultimo reparto, così per la cronaca, fa parte una bella figura di merda che NON descriverò nello specifico e che mi causerà guai per mesi. Ma va bè, si sopravvive lo stesso.

Sempre fra le cose brutte che per necessità logica si possono affrontare solo dopo la fine del festival, c'è il bilancio conclusivo dello stesso festival, che per sua storica definizione, a mente calda e fredda a fasi alterne, è un bilancio negativo. Per quanto le cose nei riguardi dell'utenza possano aver funzionato bene (con qualche eccezione che si fa presto a limare), nei riguardi miei sono andate maluccio. Come l'anno scorso? A dire il vero, peggio dell'anno scorso.

Troppa fatica. Troppo stress. Troppa agitazione. Troppi malumori. Ogni volta mi dico che niente sulla faccia della terra merita una tale quantità di fatica (psicologica ed emotiva, che sono due cose diverse), e ogni volta ci ricasco. Per carità, ci sono state soddisfazioni enormi, persone che ti guardano negli occhi, e ti ringraziano per le cose che hai fatto, e sono veramente piene di stima e gratitudine nei tuoi confronti... e lì per lì ti dici "ne è valsa la pena".

Poi fai i conti con certe conseguenze fisiche, e già inizi a scuotere la testa. Lo sai che non hai più 20 anni, lo sai che dovresti avere uno straccio di rispetto in più per il tuo corpo, il quale già ha determinati casini e tu non fai altro che aggravarglieli. Proprio in questi giorni sto affrontando un problema non grave ma quantomeno fastidioso, che riporta di attualità tutta una serie di cose poco simpatiche. E iniziano a girarmi i maroni, perché le magagne di salute già sono poco belle, ma andarsele pure a cercare è veramente da deficienti.

Andando avanti: ho trascurato mezzo mondo, ho lavorato molto male su altri fronti, e quando poi mi sorprendo a pensare che sì, dài, quantomeno valeva la pena di affrontare questa sfida per dare una bella mano al Capo ed evitarle l'ennesimo massacro di quest'anno, poi in fondo noto che la mia presenza è solo servita ad permettere al Capo di lasciarsi massacrare da altri eventi e circostanze invece che dal festival, ma sempre di massacri si è trattato. E allora che cazzo mi sono messa in mezzo a fare?

Non so. Questi sono i momenti in cui mi intristisco e penso che ogni tanto, forse potrebbe non essere brutto essere una persona normale. Quantomeno, un po' più normale di quanto io non sia. Lavoro regolare... stipendio regolare... previdenza... orari fissi... stabilità... la sera spegnere il computer e spegnere anche la parte di cervello deputata al lavoro...

Mah. Non ce la potrei mai fare, sia chiaro. Sono solo i classici momenti in cui l'erba del vicino è sempre più verde della mia. E mi ci intristisco un po'. Probabilmente, una volta che sarò riuscita ad arginare i danni della figura di merda, e che avrò risolto il fastidioso problemino, già vedrò le cose in maniera un po' diversa... stasera però avrei solo voglia di passeggiare per la città al buio per ore, prendendo a calci una lattina.

lunedì, luglio 21, 2008

E anche per quest'anno è andata

Fra giugno e luglio, questo blog viene sempre abbandonato.

E' una cosa fisiologica. E' che arriva Cartoon Club, il che significa che sparisco io. Iniziano le nottate a lavorare, iniziano le traduzioni, iniziano le centinaia di mail al giorno, iniziano anche le arrabbiature, gli screzi, le riappacificazioni, i momenti di soddisfazione e quelli di delusione: tutta roba normale, è solo il tasso di concentrazione che sale tutto in una volta.

Poi, di colpo, finisce. Di domenica, la sera. QUESTA sera.

Tra l'altro, quest'anno nello stesso periodo di cose ne sono finite diverse.

Anzitutto, per l'appunto, Cartoon Club. D'accordo, ci sono alcuni strascichi di cui occuparsi, ma le giornate più caotiche e difficili sono andate.

Pochi minuti fa ho pure consegnato l'ultimo copione che avevo promesso, e fino ai primi di agosto non voglio più vederne nemmeno uno. Lezione importante: mai più, dico MAI PIU', prendersi l'impegno di continuare a sfornare copioni anche durante Cartoon Club. Anzi, meglio ancora: mai più impegnarsi a sfornare copioni mentre sto facendo qualcos'altro che assorbe gran parte della mia attenzione, sia essa Cartoon Club o una vacanza. Quest'anno sono stata imbecille due volte: ho promesso che avrei sfornato copioni durante la vacanza in Canada, andando fin là armata di portatile, e poi durante Cartoon Club, portando avanti le due cose in contemporanea. Ripeto: mai più. Credo di essere viva per miracolo, e comunque ho scritto della roba indecente.

La settimana scorsa, ho visto stampato il primo numero di Fumo di China al quale NON ho lavorato. Cioè: ho scritto un articolo, ma in qualità di "collaboratrice qualsiasi", e non di redattrice. L'attività di redazione l'ho abbandonata, dopo dieci anni che la portavo avanti. Sono troppo assorbita da altre cose, sia di lavoro che personali, e un fronte andava per forza abbandonato. Dentro FdC ora ci sono forze nuove, più giovani, più entusiaste, più adatte di me. Non aveva senso rimanere. Ho addosso un po' di malinconia, ma sono molto convinta di aver fatto bene.

Tornando a Cartoon Club: com'è andato?
Boh... credo bene. Cioè: da un lato ho avuto tantissime soddisfazioni, conosciuto gente nuova, ricevuto complimenti e attestazioni di stima, fatto figuroni a cui in effetti tenevo, rivisto persone che non vedevo da un secolo e che mi hanno salutato con lo stesso entusiasmo con cui io ho salutato loro (Paola, rivederti è stato veramente un enorme piacere). Dall'altro lato non sono sicurissima che tutte queste cose siano valse la quantità di stress e di fatica accumulata negli ultimi mesi. Ohi, mica si può andare avanti così, ogni tanto voglio pure respiraaareeeeee...

Però, adesso basta con le geremiadi, dài che in fondo non va male. Ho solo bisogno di fare un po' di cura del sonno, che sarà mai. A questo punto mi resta solo da abbracciare virtualmente e pubblicamente i "compagni di avventura" che negli ultimi tre giorni mi hanno fatta più rilassare e divertire: Steve (sei un artista), il Topo (cazzo, Topo, ti ho appena ascoltato su MySpace! Ma canti benissimo!!!), Maggie (sei una vera professionista) e Svizzero (l'enciclopedia umana).

Tra i "colleghi / non colleghi", il primo posto in termini di simpatia, cortesia e gradevolezza va a pari merito a Lorenzo da una parte (con orchestra al seguito), e ad Elisabetta e Martina dall'altra. Fossero tutti così, gli ospiti!

Palma dello sbriciolamento di maroni a un certo gruppone di ospiti da un certo paese straniero. Se dovevate venire fino in Italia solo per fregarvene degli appuntamenti che il festival vi proponeva e affogarvi di Sangiovese, la prossima volta ditemelo che ve ne spedisco quattro casse direttamente a casa, e così potete sbronzarvi in totale autonomia.

E poi un abbraccio speciale alle due che, per cause di forza maggiore, NON sono venute... la Donna Bionica e PurpleCri. Ci siete mancate, ma proprio TANTO.

End of the story per quest'anno, si inizia a pensare al 2009.
Ma con calma, eh?