giovedì, agosto 31, 2006

Aggiornamento planetario

Tanto per non lasciare il discorso in sospeso... la conferenza mondiale degli astronomi a cui avevo accennato qualche post fa, non solo NON ha optato per inserire i tre nuovi pianetini nel novero dei pianeti "ufficiali" del sistema solare, ma grazie a un sistema di nuove definizioni, da quello stesso novero ha pure escluso Plutone. Adesso sì che per gli astrologi sono cavoli acidi... cielo, mi domando se sopravviverò.

martedì, agosto 29, 2006

Recensione fumetto: Rat-Man Collection 53


Recensione? Ma quale recensione. Una recensione dovrebbe esaminare trama, disegni, personaggi, ritmo e chissà quante altre cose. Io qui mi limito a dire che ci sono stati momenti in cui ho creduto di morire dal ridere, più che negli altri albi di Rat-Man letti da un paio d'anni ad oggi. Roba dal mal di pancia... oddio non ne posso piùùùùù...

mercoledì, agosto 23, 2006

Dalla Svezia con talento


Chi mi conosce sa che una delle mie passioni è il musical Cats. Una delle cose che apprezzo di questo spettacolo è che, grazie alla vaghezza con cui personaggi e trama sono trattati (altrimenti detto, dai detrattori, "Cats non ha una trama, Cats ha personaggi banali"), ha dato ampio spazio di manovra ai fan per realizzare fan-art e fan-fiction, alcune veramente splendide. Stasera, in questi dieci minuti liberi, vorrei spudoratamente pubblicizzare il sito di Michaela Oloffson, una giovane pittrice svedese che si è specializzata in illustrazioni fantasy (unicorni, draghi, sirene...) e in dipinti (ad olio, colori acrilici, matite, ecc) sui personaggi di Cats e sugli attori che li hanno interpretati nel corso del tempo. Sono piccoli capolavori... io stessa ne ho acquistati alcuni e li ammiro ogni giorno sulle pareti di casa mia. Grazie, Michaela, per aver messo il tuo talento a disposizione dei fanatical cats come me.

domenica, agosto 20, 2006

Le miniere chiamano!

Notizia al telegiornale di ieri sera: tre nuovi pianeti potrebbero essere prossimi a far parte del nostro sistema solare. A suo tempo sono stati battezzati Cerere, Caronte e UB313-Xena; dico "a suo tempo" perché in realtà la loro esistenza era già nota, ma non si era ancora pensato di catalogarli come "pianeti". Un convegno di astronomi riunito a Praga dovrà votare, il 25 agosto, per decidere se considerarli ufficialmente parte del sistema solare in quanto pianeti oppure no.
Risultato: gli astrologi dibattono su quando, se e come inserire questi nuovi corpi celesti nel calcolo delle influenze astrali, degli oroscopi e cose del genere.
Insomma, a un certo punto al TG intervistano una autorevole astrologa (seeee... autorevole quanto lo sarei io a parlare di astrofisica) e, fra le varie cose, le chiedono la sua opinione professionale sul potenziale nuovo pianeta Cerere. E lei cosa dice? Che a suo giudizio è sicuramente un corpo celeste "positivo", anche perché, denominandosi Cerere, richiama significati di affetto e prolificità (non ricordo quali parole esatte abbia usato, ma il senso era questo).
Ma 'sta gente davvero pensa che siamo tutti una banda di idioti?!?!?!
Ma se 'sto pianetino l'avessero chiamato Pigmalione, che sarebbe successo? E se l'avessero chiamato Pino? O Agilulfo? Quali remoti significati avrebbe richiamato?
Ma andassero a lavorare nelle miniere di carbone in Cina, andassero...

mercoledì, agosto 16, 2006

L'uomo della strada

Qualche mese fa ho comprato e letto con soddisfazione il libro Siamo una massa di ignoranti: parliamone, scritto da Flavio Oreglio. Lo trovo un raro concentrato di cultura e arguzia, pur non condividendone tutte le tesi. Dove però mi trovo pienamente d'accordo con quest'uomo, dove non muterei quasi una virgola del suo pensiero e di come lo espone, è alle pagine 75-79, che qui riporto integralmente. Dico che non muterei quasi una virgola perché, a dire il vero, non sono del tutto convinta che dietro a certe assurdità televisive si nascondano sempre e solo interessi politici: secondo me vi sono interessi economici ben più significativi (sponsor, audience, ecc). Ma la sostanza non cambia poi tanto. Le parti in rosso sono quelle che personalmente urlerei a gran voce (e a voce ancora più alta se, oltre a segnarle in rosso, le ho messe pure in grassetto).

Come va oggi il nostro sistema di relazioni?
Mai come in questo momento il dibattito infuria. Il luogo deputato sono i mass media, soprattutto la TV.
Tutti parlano, è importante l'opinione di tutti, dalla portinaia al Presidente della Repubblica, dal calzolaio al Papa. Con l'ovvio accorgimento che se parliamo di Costituzione ne discutiamo con il calzolaio, se l'argomento sono le scarpe interroghiamo il Presidente della Repubblica, e quando si parla di gnocca l'opinione che ci interessa è quella del Papa.
Per la verità nei dibattiti convergono persone di ogni tipo.
Ci sono lo scienziato, il filosofo, il teologo, l'economista, lo psicologo, lo psichiatra, il sociologo, l'esperto di comunicazione, il critico d'arte (queste le "opinioni autorevoli")... e poi c'è lui: l'uomo della strada, il cittadino "normale", la persona "qualunque", la "casalinga di Voghera"...
Questi squallidi stereotipi - mettetevelo bene in testa - stanno a indicare queli che non contano un cazzo.
È la verità.
Non bisogna offendersi perché la dico, bisogna offendersi perché è la verità (che viene taciuta).
Ma perché, se non contano un cazzo, sono lì?
Perché sono rappresentanti di una grande moltitudine e sono coloro che vanno convinti.
Gli si dà il contentino della partecipazione, ma la verità è che convincere le loro menti (e quelle di chi ascolta a casa) è l'obiettivo della discussione.
È il significato profondo della democrazia.
Democrazia significa "governo del popolo" (dal greco demos = popolo; kratos = forza, potere).
Il "demos" è importante, perché il demos nel momento elettorale deciderà chi deve essere il capo branco.
Bisogna tirare acqua al proprio mulino, perché in politica, ma soprattutto in democrazia, conta il "numero".
Non ha importanza quello che dico, l'importante è che al momento giusto mi votino.
Devo convincere il demos a seguirmi, costi quel che costi, con le buone o con le cattive, con la persuasione o con l'inganno.
L'uomo della strada è il bene più prezioso di una democrazia, perché è attraverso il possesso di questo bene che si può arrivare ad appropriarsi di tutti gli altri beni.
Sia dato spazio quindi alla gente comune!!!
La ritroviamo dovunque: nei quiz, nelle trasmissioni dove le coppie si scannano, negli studi dove i giovani vengono messi sotto esame mentre i genitori piangono per la gioia o per la delusione...
Ma il massimo viene raggiunto nei "reality show".
I reality hanno un doppio scopo.

1. Recuperare mummie e vecchie cariatidi dello spettacolo, disposte a tutto pur di non vedere spegnersi i riflettori su di loro (e questo ci interessa poco).
2. Dare alla persona qualunque la possibilità di diventare "famoso" (e questo ci interessa molto).

I reality sono la comunicazione del nulla.
Trovo agghiacciante che una persona durante la sua giornata smetta di vivere per guardare una banda di idioti che fa finta di vivere.
E poi si corre a vederli dal vivo!!!
"Questa sera alla discoteca Marduk ci sarà Ermenegilda del Grande Fratello!"
Fantastico!
Ermenegilda è una ragazza di provincia che ha finalmente coronato il suo sogno.
È andata in TV! È diventata famosa!
Ha trombato davanti alle telecamere ed è stata sorpresa con le dita nel naso ben tre volte.
Il 15° giorno ha anche ruttato.
Uno strepitoso fenomeno mediatico.
La discoteca si riempie di gente che ha voglia di toccare con mano l'evento dell'anno.
"Astolfo della Talpa fa da padrino all'inaugurazione del nuovo centro commerciale 'Spendiuncazzo & Comprimerda'."
Astolfo è famoso per aver bestemmiato davanti alle telecamere mentre si grattava il culo. Ha avuto una storia con la Contessa Dei Miei Coglioni e poi l'ha mandata a cagare durante la diretta del martedì.
Una cosa da non perdere!
La TV non ti cambia. Se sei un pirla e vai in TV non diventi intelligente. L'unica cosa che ottieni, dopo esserci stato, è che sanno tutti che sei un pirla.
Lo "scemo del villaggio" è sempre esistito, il villaggio globale non poteva esserne privo.
Il villaggio globale ha bisogno dello scemo globale.
Ormai il gioco è quello di sfruttare l'idiozia più che di combatterla.
Una volta si diceva: il popolo è ignorante, quindi deve essere istruito.
Oggi si tende a dire: il popolo è ignorante? Bene, approfittiamone!!!
All'uomo della strada piace sentirsi importante? Facciamoglielo credere! Così di convince che la nostra è una società dove i sogni possono diventare realtà.
Perché questa è la democrazia, signori!
Questa è la "nostra" democrazia! Un prodotto delizioso che dobbiamo esportare!
Il paese dei balocchi? No, il paese degli allocchi!!!
"La democrazia è grande e la TV è il suo profeta!!!
Partecipazione!!! Ci vuole partecipazione!!!
Partecipazione ai quiz, ai talk show, a Miss Italia, ai 'reality'..."
Un dubbioso abbozza timidamente: "Veramente pensavo..."
"PENSARE?!!?? Non devi pensare!!! Ma come ti permetti? 'Si può spegnere ogni tanto il pensiero'... Te lo dice anche una 'star anticonformista' come Vasco Rossi!!!
Divertiti, vai a ballare, ridi coi comici... devi distrarti!
Pensa alle cose semplici... la gnocca, i cani abbandonati, la moda, il gossip...
Leggerezza! Ci vuole leggerezza! La vita è già difficile per i fatti suoi! Occorrono momenti ludici! Con tutte le cose brutte che succedono!!!"
"Appunto, come mai succedono?" chiede ancora il dubbioso...
"Succedono. È la vita, ragazzo! È la vita del cazzo! Non puoi farci niente. NON PENSERAI MICA DI POTER CAMBIARE IL MONDO, VERO??!!"
Il dubbioso va sradiacto, è la cancrena della società!
Il dubbioso si è quasi estinto, ormai l'uomo della strada è convinto di vivere nel migliore dei mondi possibili.
Bene, lo dico senza remore: l'uomo della strada ha rotto i coglioni!

domenica, agosto 06, 2006

La resa?

Non mi succedeva da tempo di trascorrere un periodo così intenso, e per certi versi pesante, da un punto di vista emozionale. Succede, per carità: ogni tanto, succede. E non si tratterebbe di nulla di particolare, se si limitasse a capitare e poi a svanire. Però, però. Quando invece fa suonare campanelli d’allarme e mette in mostra coincidenze che forse non sono tali, allora dà da pensare.

Insomma, riassumendo. Più o meno per tutto luglio una mia cara amica, che qui chiamerò Sandy, ha avuto dei guai di salute che mi hanno spinta a passare molto tempo con lei: non solo per umana preoccupazione, ma perché Sandy oltre che un’amica è anche una collega, sicché dovevamo lavorare insieme e il mio compito consisteva, in sostanza, nell’alleviare quanto più possibile la sua fatica. Perché naturalmente Sandy non è certo un’impiegata che può mettersi in malattia: è come me, una sbandata nell’anima, una che non timbra cartellini, una a cui piace sentirsi una scheggia impazzita. La domanda è: ma Sandy può ancora permetterselo? Ha una famiglia numerosa che conta su di lei; ha un marito che mal sopporta il suo continuo essere occupata, essere stressata, essere indaffarata (perché va bene lavorare e realizzarsi, ma non a scapito degli affetti); ha un figlio che le telefona ogni due per tre, perché vuole sapere dove diavolo finisce la sua mamma tutti i giorni, cosa la impegna tanto, perché torna sempre a casa tardi. Eppure, ogni anno, scattano certe dinamiche per cui Sandy si butta ancora nella mischia, non importa se sta bene o no, non importa se riesce a dormire o no, non importa se è a rischio collasso o no. Si butta e trascina con sé il mondo, il SUO mondo: famiglia, colleghi, amici. Che non sanno dirle di no, che si sentono in dovere di capirla, di aiutarla, di essere alla sua altezza: perché, se Sandy è capace di lavorare ventiquattr’ore al giorno senza pause, come posso io non essere in grado di fare lo stesso?

Ieri ho sentito per telefono un’altra amica, che qui chiamerò Carrie. Un’altra che ha scelto uno stile di vita libero, impegnativo, sempre sul filo del rasoio, in un ambiente difficile e competitivo. Una delle migliori, forse LA migliore. Ma è anche un ambiente con un ricambio generazionale spietato, un ambiente nel quale Carrie “funziona” sempre meno. Un ambiente che, in una settimana, le ha dato tante e tali batoste da causarle un abbattimento che mai da lei mi sarei aspettata. Perché Carrie è un uragano come Sandy, non molla mai, non si arrende mai, non ha mai pace. E invece stavolta è crollata.

Poi mi guardo io stessa, quella che non vuole timbrare il cartellino, né dipendere da nessuno, quella che sul lavoro vuole cento committenti diversi per non legarsi eternamente a nessuno dei cento, quella che si annoia al minimo cenno di routine, quella che recita con ardore la parte del cane sciolto, anzi spesso e volentieri anche la parte del burattinaio dietro le quinte: le persone giuste sanno dove sono e cosa faccio, le altre non importa (perché cercare i riflettori quando l’anonimato è tanto più comodo?). Ma anche quella che quest’estate, vuoi per stare dietro a Sandy, vuoi per una concomitanza di incarichi e impegni, ha abbassato la sua qualità della vita ad un livello non più accettabile e inizia solo ora a vedere la luce.

Allora, forse non sono coincidenze. Forse il tempo dei cani sciolti e delle schegge impazzite è finito? Forse gli anni e le circostanze ci stanno riportando a rientrare nel gregge, tutte noi che non abbiamo voluto accettare i binari della normalità? Quelle che non hanno lo stipendio fisso a fine mese, che un mese cantano vittoria e il mese dopo non sanno dove sbattere la testa, devono avviarsi verso la resa?
Non ho energie per cercare una risposta adesso…la domanda fa già abbastanza male da sola.