giovedì, novembre 30, 2006

Cambi di nomenclatura

Basta, non posso mica continuare a soprannominare certe persone "Collega 1", "Collega 2" eccetera... che poi i quattro gatti che seguono questo blog si incasinano, e io pure.
Quindi d'ora in poi:
"Collega 1" passa a chiamarsi "Colei Che Può" (perché, nonostante la sua qualifica professionale IN TEORIA modesta, in pratica detiene il potere su taaaante cose... inclusi gli assegni per la mia retribuzione - il che la rende automaticamente una gloriosa divinità scesa in terra per il bene dell'umanità intera);
"Collega 2" passa a "TecnoUomo" (perchè se non ci fosse lui, a quest'ora saremmo tutti a ramengo con i computer in panne e i virus anche nelle mutande);
"Collega 3" passa a "la Donna Burocratica" (perché ogni anno risolve non poche magagne con il Comune, i funzionari del Comune, gli impiegati del Comune, le regole del Comune, le tasse del Comune, fra un po' pure i gatti randagi e col cimurro del Comune).
Restano ovviamente invariati Grande Capessa e Caos Incarnato, perché quale nickname migliore per quei due adorabili soggetti. :-P

martedì, novembre 28, 2006

Vabbè, allora ditelo.

Avevo appena deciso che i primi di dicembre avrei ipotecato il rene destro e provveduto all'acquisto del biglietto per il concerto londinese di Follies, ed ecco che un'amica diabolicamente tentatrice mi informa... di che cosa? Che sono già in vendita i biglietti per la Night of 1000 Voices 2007 a Londra!
La Night of 1000 Voices è un concerto antologico di beneficenza, che si tiene ogni anno in Inghilterra, a cui partecipano le voci più belle del teatro musicale. Io sono andata a vedere le edizioni del 2003 e del 2005 (che erano appunto a Londra, alla Royal Albert Hall) e ho sentito gente come Sally Ann Triplett, Philip Quast, Caroline Sheen, Michael Ball, David Michael Johnson, Teri Bibb, Glenn Close e una miriade di altri... certe robe che non si possono dimenticare... e adesso mi tocca già prenotarne un'altra perché alla Night of 1000 Voices non rinuncio, cascasse il mondo! Insomma, insistiamo coi salassi. E allora ditelo che volete vedermi elemosinare sotto un ponte, e facciamola finita, no?

Domanda difficile

Stasera a cena, un'amica (che mi crede una grande esperta di informatica) mi chiede: "Ma esattamente... perchè io sinceramente non capisco... a che servono i blog? Cioè, in teoria un blog sarebbe tipo un diario, no? Ma il diario, quello vecchio stile, non era privato? Se uno ha dei pensieri, delle sensazioni, delle esperienze, perchè deve sbandierarli al mondo intero invece, che so, di parlarne con gli amici più intimi? Non capisco..."

Allora, mia cara: sui due piedi non ho una risposta. Prometto che ci penserò. Però, a titolo di anticipazione, mi verrebbe da dire che fra i motivi di un blog c'è la possibilità di mandare messaggi più o meno chiari a destinatari più o meno espliciti, in particolare messaggi che magari, di persona, suonano un po' imbarazzanti o troppo sdolcinati o melensi... tipo che ti voglio bene, che ti stimo molto e che a ritagliare queste tre o quattro ore stasera da passare con me, mi hai fatto un gran regalo. E scusa se è poco... ;-)

Il giorno che ho rischiato grosso

Mi è tornato in mente un vecchio episodio...

Qualche anno fa la mia situazione lavorativa era alquanto precaria (il che per me è la norma) e pure scarsamente remunerativa (il che ora mi accade a fasi alterne). E così un amico/collega, che qui chiamerò Caos Incarnato per via del suo innato talento nell'incasinare la vita professionale sua ed altrui, sinceramente intenzionato a darmi una mano, un giorno mi dice:
"Senti, mi ha chiamato Pinco Pallo della casa editrice Tale, sta cercando una figura professionale che potrebbe essere adatta a te, robe di coordinamento redazionale di una rivista. Gli ho dato il tuo numero, non ti dispiace, vero?"
Io: "Altro che dispiacermi! Anzi, ti ringrazio molto. Che tipo di rivista?"
Lui: "Di preciso non so, ma tanto sarà roba di fumetti, no? Vista la casa editrice..."

E infatti quell'editore pubblicava solo fumetti. Così, attendo la telefonata di questo tizio, che arriva dopo un paio di giorni:
"Buongiorno, mi ha detto il suo collega Caos Incarnato che lei potrebbe fare al caso mio per la redazione di un mensile..."
Io: "Sì, me ne ha parlato... se mi dice di cosa si tratta, vediamo se posso esserle utile."
Lui: "La nostra casa editrice sta per lanciare una nuova rivista... serve un redattore che coordini un po' tutto e faccia da riferimento ad articolisti e collaboratori."
Io: "Sì, è il genere di cosa che credo di poter fare. Che genere di autori pubblica la rivista?"
Lui: "Autori?"
Io: "Sì... sceneggiatori, disegnatori..."
Lui: "Ah, no, scusi, c'è un equivoco: non è una rivista di fumetti, ci stiamo inserendo in un nuovo segmento editoriale".
Io: "Può dirmi un po' più nello specifico? Io temo di essere un tantino specializzata, non so se riesco a inserirmi a mia volta in questa cosa nuova che state preparando..."
Lui: "No, si figuri, è una cosa semplicissima. Si tratta di una rivista per uomini."
Io (temendo di aver capito male): "..."
Lui (rendendosi conto che potevo aver capito male): "No, aspetti, non pensi male! Non intendevo una rivista per adulti, niente del genere..."
Io (un po' sollevata): "Ah..."
Lui: "Semplicemente una rivista di cultura e attualità rivolta a un pubblico maschile. Ha presente, tipo Max, oppure Man's Health..."
Io: "Sì, ho capito... guardi, a maggior ragione non ho idea se sarei in grado di seguire una cosa di questo genere..."
Lui: "Ma il suo collega Caos Incarnato mi ha detto che lei sarebbe stata adatta..."
Io: "Veramente credo che anche lui pensasse a una pubblicazione di storie a fumetti, le assicuro che non ho pratica con il genere di riviste di cui parla lei."
Lui: "Ma il lavoro di coordinamento è più o meno lo stesso per qualsiasi rivista, poi uno l'esperienza se la fa sul campo... in fondo basta un'infarinatura di base, lei di sicuro leggerà qualche rivista di questo tipo, no?"
Io (ricordando che il solo e unico Max mai comprato in vita mia - perchè c'era un poster di Dylan Dog - risale a una decina di anni prima): "Aaah... eeeeh... veramente io..."
Lui: "Cioè, naturalmente intendo le corrispondenti riviste per donne... Vogue, Cosmopolitan, Donna Moderna..."
Io (trattenendo un conato): "Snnnn.... vede... non è che siano proprio le mie letture preferite..."
Lui (manco gli avessi detto che vivo tra i pinguini): "Ah, non le legge abitualmente?"
Io: "Non è questione di 'abitualmente'... le assicuro, nemmeno una volta l'anno..." (tradotto: "perché le considero delle cagate inutili nonché dispendiose...")
Lui: "Eh, allora forse potrebbe trovarsi in difficoltà..."
Io: "Mi sa tanto di sì."
Lui: "Beh, magari una volta ogni tanto potrebbe comunque collaborare con qualche articolo, qualche sondaggio..."
Io: "Per carità, nulla in contrario, se c'è qualcosa che posso scrivere per lei mi faccia sapere, resto a disposizione."
Lui: "Allora mi faccio risentire, va bene? Grazie lo stesso."
Io: "Grazie a lei, mi spiace averle fatto perdere tempo."
Lui: "Ma no, si figuri! Guardi, la ricontatto di sicuro! Arrivederla!"

Inutile dire che non mi ha MAI ricontattato (non che la cosa mi abbia gettata nello sconforto). Insomma per poco non mi ritrovavo nella redazione di una scopiazzatura di Man's Health... ohi, certo che nella vita se ne corrono, di rischi inaffrontabili...!

domenica, novembre 26, 2006

Art Collection - 7

Questo disegno, formato A3, è opera di Pino Rinaldi, un bravissimo disegnatore che in vita sua ha lavorato per editori con controfiocchi (Bonelli, Marvel, ecc). Lo incontro quasi tutti gli anni alla fiera di Falconara Marittima, ha una moglie deliziosa e una figlia altrettanto carina. In maniera del tutto inaspettata, Pino mi ha fatto dono di questo disegno (un omaggio a Corto Maltese) quando mi sono sposata: un regalo che ancora non riesco a credere di aver ricevuto. Come tutti i doni inaspettati, lo conservo davvero con grande affetto.

Progettando progettando...

Da qualche mese, complice la cessazione di una delle mie attività lavorative e il conseguente incremento di tempo libero, mi sto dedicando a tempo perso a tre progettini che non so come andranno a finire, ma mi appassionano in ugual misura. Sono tutti e tre progetti di natura editoriale: uno di ambito puramente creativo, uno saggistico e uno didattico (dei quali parlerò più per esteso quando saranno stati consegnati ai relativi destinatari). Poi in realtà ho in mente altre tre o quattro cose sempre nel settore creativo, ma ora come ora non mi ci sto dedicando: devo trovare il momento buono e uno straccio di ispirazione.
La cosa che mi esalta non sono i progetti in quanto tali (sebbene stia mettendo l'anima in tutti e tre) : è il fatto che, non importa se andranno mai in porto o meno, ovvero se mai qualcuno se li filerà, intanto li porto avanti e stanno prendendo una forma che mi soddisfa. Fino a due o tre anni fa, non mi ci sarei mai impegnata: ero ancora prigioniera di un blocco creativo che ormai temevo sarebbe durato in eterno... quindi in questo periodo sento un senso di liberazione e soddisfazione che da solo basta ad appagarmi. Attento mondo, Swan è tornata. ^__^

venerdì, novembre 24, 2006

Record!

Certi primati voglio ricordarmeli.
Ieri mi sono alzata alle 9:00 (tardino, sì, ma ovviamente la sera prima avevo fatto tardi lavorando), e giù a lavorare, alternando la correzione di una tonnellata di bozze urgentissime, arrivate fresche fresche via email, e la sottotitolazione di due episodi di cartoni animati.
A metà mattina scopro che degli episodi non è stata tradotta la preview e mi metto in moto per contattare la traduttrice. Dopodichè continuo i due lavori alternando l'uno e l'altro.
Verso le 13:45 pausa pranzo, diciamo mezz'oretta, ma mi sto tenendo abbondante... praticamente sgranocchiavo l'insalata e nel frattempo ero curva sulle bozze che dovevo correggere.
Alle 17:00 esco di casa... per cosa? Riunione di lavoro. Ne ho fino all'ora di cena, rincaso alle 19:30 o poco prima.
In un'ora preparo la cena, mangio e nel frattempo continuo a lavorare.
Alle 20:35 passo a prendere mia nipote con cui avevo in ballo una serata a teatro per vedere un curioso spettacolo com Margherita Hack (sì, l'astronoma). Caruccio.
Alle 22:40 rientro a casa e mi rimetto sulle bozze, decisa a non mollare finché anche l'ultimo foglio non sarà letto e corretto.
E così è stato.
Scrivo questo post alle dieci e mezza del mattino e non ho ancora chiuso occhio: tutta la notte, dico tutta, al lavoro, senza nemmeno cambiarmi. Ho consegnato all'editore l'ultimo file di correzioni mezz'ora fa. E incredibilmente non ho mai avuto abbiocchi violenti. Persino ora, nonostante avverta la stanchezza, non sento gli occhi chiudersi.
Sono pure riuscita a fare un paio di telefonate di lavoro... a questo punto riprendo l'episodio di sottotitoli che mi manca (anche perché nel frattempo la mitica traduttrice mi ha mandato quel che mi serviva) e finisco pure quello.
Di 'sto passo alla donna bionica le do il giro tre volte...!

lunedì, novembre 20, 2006

"Con le buone"...

Riporto un paio di estratti da un'intervista a Diliberto apparsa su Repubblica. L'arte del free climbing sugli specchi ha un nuovo, brillante esponente. E il giornalista se ne è ben accorto... uuuuh, se se ne è accorto...

Roghi al corteo, parla Diliberto"Mai più insieme a quei provocatori"
E il leader lancia sospetti: "Vedo la mano di apparati deviati"
di Antonello Caporale


Lui: "Io me ne sono andato, il mio partito ha abbandonato il corteo appena questi signori, che vanno in piazza incappucciati, hanno iniziato la messinscena del sangue e del fuoco".

[...]

E costoro chi sono invece?

"Non lo so. Dissennati anzitutto. Per metà incoscienti, non si rendono conto che provocano un grave danno alla causa che, in teoria, vorrebbero sostenere. Per l'altra metà credo che questo loro atteggiamento sia così dichiaratamente sporco e provocatorio da farmi venire in mente altri brutti pensieri".

Brutti pensieri. In che senso?
"Mah. La storia d'Italia è piena di apparati deviati che si servono della piazza, si intrufolano nella piazza... ".

Apparati deviati?
"Un gioco a cui noi siamo purtroppo abituati".

Il Sismi che brucia il manichino italiano? L'agente segreto che urla "dieci, cento, mille Nassirya?".
"Non mi faccia dire queste cose, non le ho dette".

Però le pensa.
"Non le penso. Affermo solo che la natura provocatoria di quei gesti è talmente flagrante e la storia d'Italia talmente fitta di deviazioni e sabotaggi che sono autorizzato a chiedermi: chi sono costoro, da dove vengono e, soprattutto, c'è dietro qualcuno?".

[...]

Non vada più a fare i cortei con chi non conosce. Frequenti gente affidabile.
"Bisogna ritornare a un bel servizio d'ordine. Che prima sterilizzi, cinga e si premuri di mandarli, come si faceva una volta, in coda al corteo, tenendoli a una distanza di sicurezza in modo che sia evidente la separazione dei due mondi. E poi convinca, persuada alla calma, alla tranquillità".

Li convinca con le buone, naturalmente.
"Con le buone, naturalmente".

E certo, con le buone. Lo vada a dire ai familiari delle vittime di Nassiriya, quanto si debbano usare le buone maniere con quelli che inneggiano ai cadaveri dei loro figli.
La mia soluzione sarebbe sempre la stessa: in miniera. Ma non in Italia. In miniera IN CINA. Visto che amano tanto il comunismo duro e puro, che gli costerà mai provarne un assaggio.

sabato, novembre 18, 2006

Era il 24, okay? Ho detto il 24!!!

Tre giorni fa.
Grande Capessa mi chiama per dirmi: "La fissiamo una riunione con lo staff?"
Io: "Certo, per te che giorno sarebbe più comodo?"
Lei: "Venerdì della prossima settimana, verso le cinque e mezza, sei".
Io (guardando il calendario sul PC): "Okay, venerdì 24".
Lei: "No no, quale 24, il 24 è martedì, me lo ricordo perché ho l'appuntamento dal medico".
Io: "Tesoro, lo so che martedì hai l'appuntamento dal medico, però martedì è il 21".
Lei: "No no, è il 24".
Io: "A meno che il calendario del mio PC non sia impazzito, martedì è il 21 e venerdì è il 24... e poi ero presente quando hai telefonato al medico per l'appuntamento, e l'hai preso per il 21."
Lei: "Sicura?"
Io: "Sicura".
Lei: "Ah, va bene... sono proprio invornita... allora il 24. Pensi tu ad avvisare tutti?"
Io: "Sì, nessun problema".

Pochi minuti dopo.
Invio ai vari colleghi una mail (con relative ricevute di ritorno) che dice: "Siore e siori, l’esimio presidente ha convocato una riunione per venerdì 24, ore 17:30 / 18:00. Fateci sapere chi può, chi non può, chi è già a posto coi suoi compiti e non ha bisogno di esserci, ecc ecc…"

Il giorno stesso e il giorno dopo.
Mi arrivano mail di conferma o disconferma: c'è chi può, chi no, chi vuole più precisione sull'orario, ecc. Tutto regolare.

Stamattina.
Mi telefona Collega 1, un po' indispettita: "Senti... ma oggi c'è la riunione? Guarda che io non posso mica venire... e poi non lo sapeva nessuno!"
Io (cercando di inserirmi): "No... cioè, sì, è stata fissata una riunione... ma non è per venerdì oggi, è per venerdì della settimana prossima!"
Lei: "Davvero? Ma Grande Capessa mi ha detto che era oggi!"
Io: "Allora, Grande Capessa in 'sto periodo non c'è con la testa e anche l'altro giorno si è incasinata con le date... comunque, nella mail che ho inviato a tutti, compresi voi in segreteria, ti assicuro che si parlava di venerdì 24!"
Lei: "Ah, ho capito. Va bè, ci sentiamo, grazie".

Oggi, primo pomeriggio.
Telefonata di Grande Capessa. "Ciao, sono io... senti... ma la riunione quand'era?"
Io (alzando gli occhi al cielo): "Venerdì della prossima settimana... il 24..."
Lei: "Ah... perché io me l'ero segnata per oggi..."
Io (pensando alla telefonata di Collega 1): "Ti dirò, non so perché ma avevo questo sentore... comunque ti assicuro che l'altro ieri mi hai detto di fissarla per venerdì prossimo".
Lei: "Che quindi è il 24?"
Io: "Sìììì... è il 24..."
Lei: "Ecco... allora io ti ho detto che andava bene il 24, ma mi ero sbagliata... il 24 ho un impegno."
Io (chinando il capo in religiosa rassegnazione): "Amen..."
Lei: "Se facessimo il 23?"
Io: "Per me va bene, avviso gli altri."
Lei: "Certo che in questi giorni sono veramente tanto, ma tanto invornita..."
Io: "Solo un pochino..."
Lei: "Ma invornita sul serio!"
Io: "Dovresti cercare di dormire di più, tanto per cominciare..."
Lei: "Ci provo... allora il 23?"
Io: "Il 23".
Lei: "Grazie... ci sentiamo!"
Io: "Figurati. Ciao!"

Pochi minuti dopo.
Invio a tutti la seguente mail: "ATTENZIONE! Causa intoppi vari, nuova convocazione per la riunione. Non più venerdì 24 bensì giovedì 23, ore 17:30. Mi fate sapere chi può, chi non può, ecc? Grazie."

Mezz'oretta dopo.
Arriva mail da Collega 3: "Proprio ora mi sono accorta che l'avevo segnata per oggi!"

Insomma: al momento, la riunione è ufficialmente convocata per giovedì 23, ore 17:30.
Se qualcuno si incasina ancora, è la volta che lo scrivo col sangue sui muri della città...

venerdì, novembre 17, 2006

L'apoteosi della fotocopia

Proprio ieri mi trovavo a riflettere amaramente su questioni tipo moda, stilisti, star system e roba del genere, e zap!, mi trovo nella buchetta della posta la pubblicità per l'abbonamento alla rivista Cosmopolitan. Prima di buttare via tutto, ho dato uno sguardo al depliant pubblicitario, che riproduce una serie di copertine della suddetta rivista. L'ho trovato a dir poco inquietante: le attrici o modelle fotografate (molto carine, per carità) sono TUTTE UGUALI. Avranno pure i capelli di colori diversi, e certo non indossano lo stesso vestito: ma le pose, l'atteggiamento, le acconciature... tutto uguale. Fotocopie. Ciclostilati. Pomodori un tanto al chilo.
E poi venitemi a dire che non devo sentirmi intrappolata nella cultura dello stereotipo.

giovedì, novembre 16, 2006

Art Collection - 6

Questo disegno, in realtà poco più di uno schizzo, è opera di una giovanissima fumettista che si chiama Francesca Follini. Francesca ha appena pubblicato il suo primo fumetto, edito dal "Centro Fumetto Andrea Pazienza", un volume di fantascienza intitolato Progetto Uranus che l'autrice ha interamente scritto, sceneggiato, disegnato, colorato e letterato (e ovviamente è sua pure la copertina).
Le cose sbalorditive sono due.
La prima: una padronanza della sceneggiatura che non credevo possibile in un'esordiente. I passaggi fra le vignette, i cambi di inquadratura, le scansioni dei dialoghi... tutto ha un ritmo talmente ben calibrato da far passare in secondo piano che la trama del volume sia, disgraziatamente, un po' troppo simile a quella del film The Island (cosa di cui peraltro Francesca non ha colpa, perché The Island è uscito nell'estate 2005, quando lei il suo fumetto aveva già iniziato da un pezzo a scriverlo e disegnarlo, quindi non c'è alcuna copiatura in ballo).
La seconda cosa degna di nota: il volume è stato lanciato alla fiera del fumetto di Lucca e ha venduto, mi dicono, la bellezza di 300 copie. Wow! 300 copie vendute da un'esordiente in fiera sono uno sproposito, un'esagerazione. Merito anche e soprattutto dell'autrice che si è fatta cinque giorni filati di fiera senza mai mollare lo stand, sempre lì a disegnare, a promuovere il suo lavoro, a firmare autografi.
A volte il mio settore non mi piace proprio del tutto. Ma quando fornisce l'opportunità di assistere a piccoli miracoli come questo, allora dà tanta soddisfazione.

mercoledì, novembre 15, 2006

Ma chìssene!

Oggi pomeriggio càpito nell'ufficio di Collega 2 che doveva passarmi dei file e, su una scrivania, vedo un giornale. Do un'occhiata alla prima pagina per leggere i titoli e noto due "civette", una vicina all'altra, riguardanti due diversi servizi all'interno.
La prima riguardava il matrimonio di Tom Cruise e Katie Holmes, la solita storia del lago di Bracciano e blablabla. E va bè, tanto contenta per loro, basta che si sposino, vivano felici e contenti e si scavino dagli zebedei smettendola di sbucare in ogni - dico ogni - mezzo di comunicazione degli ultimi giorni.
L'altra notizia parlava di un incidente d'auto nel quale è rimasta lievemente ferita Loredana Lecciso. E va bè, mi spiace per lei, speriamo si rimetta presto.
Il punto in comune? Frotte di gente a Bracciano per vedere Cruise & signora, e frotte di gente davanti all'ospedale di non mi ricordo dove per vedere la Lecciso.
La mia domanda, rivolta alle suddette frotte: ma proprio non c'avete nient'altro da fare nella vita? Ma una pizza con gli amici? O starsene a casa a leggere un libro, no?
Già non capisco l'interesse nel cercare di sbirciare Tom Cruise o chi per lui... è un attore famoso, e allora? Guardatevelo nei film, visto che quello è il suo mestiere e l'unica ragione per cui fa vagamente parte della vita altrui. Vi piace come attore? Guardate i suoi film. Non vi piace come attore? Non guardateli. Che altro vi serve da quest'uomo? Vederlo da lontano? Fotografarlo? E perché? Perché si chiama Tom Cruise? Ma chissenefrega!
Ma ancora meglio: una va a sbattere con la macchina, si fa male, la ricoverano, deve sottoporsi a un sacco di esami fastidiosi, deve portare il collare... e pure sopportare la folla di quelli appostati sotto l'ospedale? Magnifico, queste sì che sono soddisfazioni!
Boh, non capisco. Ma dopotutto, viviamo in un mondo dove la gente faceva la fila e prendeva il numerello per assistere alle udienze del processo di Cogne. Poi ditemi che non devo vomitare anche l'anima.

martedì, novembre 14, 2006

Quattro secondi netti

La dimostrazione scientifica che una buona idea per una situazione umoristica, non importa quanto breve sia, se ben sfruttata è da Oscar.
http://video.google.com/videoplay?docid=-2102104544004622946

Giochino

Un paio di amiche hanno messo questa lista nei rispettivi blog e ho pensato di compilarla anche io. Si tratta semplicemente di segnare in grassetto le cose che uno ha fatto, e di aggiungere qualche commento qua e là. Un modo come un altro per conoscersi fra amici.

1. Ho offerto da bere a tutti in un bar
2. Ho nuotato insieme ai delfini
3. Ho scalato una montagna (adeeeeesso, scalato... giusto un po' di sano trekking!)
4. Ho guidato una Ferrari
5. Sono stato all'interno della Grande Piramide
6. Ho tenuto in mano una tarantola
7. Ho fatto il bagno nuda nel mare
8. Ho detto "ti amo" credendoci (e vorrei pure vedere)
9. Ho abbracciato un albero (abbracciato, scalato, potato...)
10. Ho fatto uno strip tease
11. Ho fatto bungee jumping (solo l'idea mi fa vnire la nausea)
12. Sono stata a Parigi
13. Ho visto una tempesta marina
14. Ho passato la notte sveglia fino a vedere l'alba
15. Ho visto l'aurora boreale (magari...)
16. Ho cambiato pannolini a un bambino (la mia nipotina)
17. Sono salito a piedi sulla cima della Torre di Pisa (no, ma a San Pietro sì e al Sacre Coeur sì)
18. Ho coltivato e mangiato verdure del mio orto (l'orto dei miei genitori non vale, vero?)
19. Ho toccato un iceberg
20. Ho dormito sotto le stelle (tecnicamente no... ero in tenda...)
21. Sono stato su una mongolfiera
22. Ho visto una pioggia di meteoriti
23. Mi sono ubriacata con lo champagne
24. Ho fumato erba (per carità... solo l'idea del tabacco normale mi schifa...)
25. Ho guardato le stelle con un telescopio
26. Mi è venuta la ridarella in un momento inopportuno
27. Mi sono ubriacata di sangria
28. Ho scommesso e vinto ai cavalli
29. Mi sono finta malata pur non essendolo (ma sì, ma sì...)
30. Ho invitato uno sconosciuto a casa mia
31. Ho fatto battaglie con palle di neve
32. Mi sono fotocopiato il culo in ufficio
33. Ho gridato con tutta la mia forza solo per il gusto di farlo
34. Ho tenuto in braccio un agnellino
38. Mi sono messo a parlare con un mendicante
39. Ho visto un'eclisse totale
40. Ho preso il sole in topless
41. Sono stato su un roller coaster (un cosa?!?)
42. Ho compiuto una home run
43. Ho ballato come una matta fregandomene degli altri
44. Ho parlato con accento straniero per un giorno intero
45. Ho visitato il luogo d'origine dei miei antenati (per forza... ci abito)
46. Almeno una volta mi sono sentita felice della mia vita (ma anche più di una, che diamine!)
47. Ho visitato gli Stati d'America
48. Amo il mio lavoro in ogni suo aspetto (proprio OGNI, no... ma parecchi sì)
49. Ho confortato qualcuno che è stato smerdato di brutto
50. Ho vinto a qualche lotteria
51. Ho ballato con estranei in paesi stranieri
52. Ho visto le balene
54. Ho rubato o danneggiato cartelli stradali
55. Sono stato rispedito in Europa all'arrivo in USA
56. Ho fatto un viaggio on the road
57. Ho fatto alpinismo
58. Ho mentito alla dogana
59. Ho fatto una passeggiata notturna sulla spiaggia
60. Ho fatto parapendio
61. Sono stato in Irlanda (però vorrei..)
62. Ho avuto il cuore spezzato più a lungo di quanto sia stato innamorato
63. Al ristorante mi sono seduto a mangiare con estranei
64. Sono stato in Giappone
65. Ho baciato alla francese qualcuno del mio stesso sesso (no, e l'unica persona con cui potrei mai farlo sta a un oceano e mezzo di distanza...)
66. Ho munto una mucca
67. Sistemo i CD in ordine alfabetico (cavolo, sì... altrimenti non mi ci raccapezzo...)
68. Ho sognato di essere un supereroe da fumetto (ma certo!)
69. Ho cantato in un karaoke bar
70. Sono stato a letto un giorno intero
71. Ho fatto immersioni subacquee
72. Ho sognato di essere invisibile
74. Ho baciato sotto la pioggia
75. Ho giocato nel fango
76. Ho giocato sotto la pioggia
77. Sono stata in un drive-in
78. Ho fatto qualcosa di cui pentirmi senza però pentirmi d'averlo fatto (eh? come?)
79. Ho visto la Muraglia Cinese
80. Ho scoperto che qualcuno ha scoperto il mio blog
81. Ho rotto una finestra o un vetro
82. Ho iniziato un business (tesoro, la mia vita E' un business!)
83. Mi sono sempre innamorato ricambiato
84. Ho visitato siti antichi
85. Ho fatto un corso di arti marziali
86. Ho suonato la stessa canzone per più di 6 ore (ossignùr, no!)
87. Sono stato sposato (e lo sono tuttora!)
88. Sono stato in un film
89. Ho rovinato una festa
90. Ho pianto vedendo un film (ogni dannata volta che vedo Braveheart)
91. Ho amato qualcuno che non meritava
92. Sono stata baciata appassionatamente da provare le vertigini
93. Ho divorziato
97. Ho cucinato biscotti (ottimi... la ricetta era sul Manuale di Nonna Papera)
98. Ho vinto un concorso di bellezza (chi? io?!?)
99. Sono stato in gondola a Venezia
101. Ho almeno un tattoo (no, ma a breve arriva)
102. Ho almeno un piercing (buchi nelle orecchie... ma forse a quest'ora si sono chiusi)
103. Sono sceso in canoa sullo Snake River
104. Sono stato in uno studio tv come pubblico (dovrebbero pagarmi tanto, ma proprio taaaanto)
105. Ho ricevuto fiori
107. Mi sono ubriacata da non ricordare più niente
108. Ho avuto dipendenze da droghe (vale anche la Nutella?)
109. Ho suonato in pubblico
110. Sono andato a giocare a Las Vegas
111. Ho mangiato pescecane (non so... forse me l'hanno spacciato per tonno)
112. Ho inciso musica
113. Sono stato in Thailandia
114. Ho comprato una casa
115. Sono stato in zona di guerra
116. Sono stato in crociera
118. Parlo più di una lingua
120. Sono stato coinvolto in una rissa (sì, e le ho prese)
121. Ho emesso assegni a vuoto (senza saperlo!)
122. Ho assistito a "Rocky Horror Picture Show" (due volte)
123. Ho cresciuto bambini (oddio, cresciuto... dato una mano coi miei nipotini, via)
124. Di recente ho comprato e ho giocato con qualcosa d'infantile
125. Ho seguito l'intero tour di un gruppo
126. Sono stato un groupie (neanche morta!)
127. Ho partecipato a uno Spring Break
128. Ho girato in bici in un paese straniero
129. Ho scoperto qualcosa d'importante sui miei antenati (forse una sciocchezza, ma per me è importante)
130. Ho scritto al Governatore del mio Stato (figuriamoci... a QUESTO "governatore", poi, neanche sotto tortura)
131. Ho traslocato e iniziato vita in un'altra città (sì, maledizione... sì...)
132. Sono stato sul Golden Gate Bridge
133. Avrei voluto essere in un telefilm (Charlie's Angels tutta la vita!)
134. Ho cantato in macchina per almeno 20 miglia
135. Ho abortito
136. Ho subito un intervento di chirurgia plastica
137. Sono sopravvissuto a un incidente stradale (non chissà qualce incidentone ma... una discreta botta, sì)
138. Ho scritto articoli per giornali (quotidiani, no... riviste, sì)
139. Ho fatto diete (tante... troppe...)
140. Ho pilotato aerei
141. Ho accarezzato animali di cui ho paura
143. Ho fatto innamorare ma senza poter ricambiare (una volta)
144. Ho fatto nascere un animale
145. Sono stato licenziato (bè, nel mio caso "licenziata" non è la parola giusta... ma di certo qualcuno con cui ho lavorato non è stato soddisfatto e non mi vuole più vedere, sigh)
146. Ho vinto soldi a un tv show
147. Mi sono rotto qualche osso
148. Ho ucciso animali (sì, per errore, e ancora ho i rimorsi)
149. Ho ucciso esseri umani
150. Ho partecipato ad un safari in Africa
151. Ho guidato una moto (sìììììì! La mia moto adorata!)
152. Ho guidato un trattore (anni fa, sì, per aiutare mio padre cio lavori agricoli)
153. Ho dei piercings all'infuori delle orecchie
154. Ho sparato con armi da fuoco (carabina a piombini, gareggiando a chi buttava giù più lattine)
155. Ho mangiato funghi trovati nel bosco
157. Ho subito operazioni chirurgiche
159. Ho fatto l'autostop
160. Ho avuto un serpente come animale domestico
161. Ho dormito per tutta la durata di un volo aereo (magari!)
162. Ho visto più paesi stranieri che non stati americani (mi sa di sì)
163. Sono stato in tutti i continenti
164. Ho viaggiato in canoa per più di due giorni
165. Ho fatto sci nautico
166. Ho mangiato carne di canguro
167. Ho mangiato sushi
169. Ho preso a pugni qualcuno (durante la rissa di cui sopra)
170. Ho avuto relazioni della durata di oltre un anno
171. Ho fatto cambiare idea a qualcuno su qualcosa
172. Ho cambiato idea su qualcosa o su qualcuno (solo gli stupidi non cambiano mai idea)
173. Ho fatto licenziare qualcuno
174. Ho accarezzato una razza
175. Mi sono lanciato col paracadute
176. Ho mangiato scarafaggi o insetti
177. Ho mangiato pomodori verdi fritti
178. Ho letto Omero (oddio... tutto?!?)
179. Ho rubato al ristorante (no, ma rubo sempre le saponettine e gli shampini negli alberghi)
180. Ho rubato al supermarket
181. Ho chiesto scusa molto tempo dopo (eh, sì... e ancora ringrazio in cuor mio chi mi ha scusata)
182. Sono stata eletta capoclasse almeno una volta
183. Ho riparato da sola il mio computer
184. Sono stato DJ
185. Sono stato violentato
186. Ho barato al gioco
187. Sono stato arrestato
188. Ho bigiato la scuola
190. Ho comprato scarpe e vestiti ad un mercatino rionale
191. Ho vomitato in luogo pubblico
192. Ho venduto qualcosa ad un estraneo
193. Ho comunicato con qualcuno non conoscendo la sua lingua
194. Ho rubato la saponetta dall'albergo (ecco, come dicevo... sempre!)
195. Ho bucato le ruote di una macchina o strisciato la carrozzeria (sì, contro un marciapiede alto)
196. Ho pisciato all'aperto
197. Ho ruttato davanti ad altre persone
198. Ho copiato un compito in classe
199. Ho rotto qualcosa di qualcun altro
200. Sono svenuta

venerdì, novembre 10, 2006

oh yeah...

...goduria.

giovedì, novembre 09, 2006

Il libro che forse non leggerò mai

Nove anni da quando Lei se n'è andata.
Nove anni da quando ha deciso che non valeva più la pena. Che non serviva a nulla. Che non era amata. Che non aveva via d'uscita. Che era condannata.
Nove anni dal giorno in cui la stella più luminosa si è spenta e il mondo è diventato buio.
Nove anni dalla voce dell'amica comune che telefonò in lacrime, sapendo che io attendevo con il cuore in gola, implorando in cuor mio che non fosse troppo tardi, e disse soltanto: "Sono io. Non so come dirtelo... è successo il peggio".
Nove anni dalle tante telefonate consecutive a casa sua, dove ovviamente nessuno alzava mai il telefono ma entrava in funzione la segreteria e potevo ascoltare la sua voce. Ancora, e ancora, e ancora, e ancora, e ancora, e ancora...
Nove anni dalla caduta nel pozzo dell'orrore, dal quale è tanto difficile risalire.
Nove anni dall'irreparabile, dall'immutabile, dall'impotenza, dall'ineludibile condanna.

Nove anni eppure sembrano nove minuscoli istanti, nove scatti della lancetta dei secondi. Sembrano un pugno di momenti in cui tutto si affolla nella mente, i ricordi, i sorrisi, i conflitti, le attese, le sorprese.
Lei era un'insegnante e un'amica, e ancora provo meraviglia al pensiero di come questi due ruoli fossero così armonicamente compresenti nella stessa persona. Ha influito sulla mia vita in modo talmente forte che nulla di ciò che faccio ora sarebbe esistito senza di Lei. Ha temprato tanta parte di me con sapienza e con determinazione, portandomi per mano fino ai traguardi più belli e più importanti. Insegnandomi a dare il meglio, a puntare un'irraggiungibile perfezione. Sorridendo orgogliosa dei miei insignificanti successi, soffrendo insieme a me (forse più di me) per le piccole sconfitte.

Lei era ambiziosa e forte, sfiduciata e insicura. Era un universo di contraddizioni. Era energia, passione, un uragano in forma umana. Ed era la dolcezza quando meno te lo aspettavi. Era un orizzonte da abitare. Era la pacca sulla spalla quando ti vedeva abbattuta. Era la telefonata inaspettata dopo un mese in cui spariva dal mondo. Era la donna di cui mi sarei innamorata se fossi nata uomo. Era la confidenza talora imbarazzante, la presa di distanza che ti feriva, il pranzo veloce dopo una lezione, il rifiuto della gerarchia. Il trattarsi da pari a pari nonostante la differenza di età, di ideali e di rango. Era il conforto davanti alle difficoltà: fuoco d'inverno, acqua fresca d'estate, un sussurro contro il silenzio. E a volte il silenzio stesso, più assordante di mille parole, che non volevi sentire.

Lei che in tanti e tante avevano ferito, Lei che ogni volta si rialzava, Lei che si innamorava sempre dell'uomo sbagliato. Lei che vedeva sfuggire gli obiettivi più ambiti, schiacciati da una logica di nepotismi e pugnalate alla schiena. Lei che piano piano iniziò ad arrendersi, rinunciando alla fiducia e alla speranza. Lei che finì preda di un male sottile e silenzioso, che la avvolse senza che nessuno fosse riuscito a rendersene conto. Lei che nascose a tutti il suo dolore e il suo sconforto, Lei che iniziò a chiudersi in casa piangendo per ore e ore. Lei che un giorno mi aveva detto, scherzando, "ma sai che in vita mia non ho mai avuto nessun malanno grave, mai un osso rotto, mai stata in ospedale... andrà a finire che mi prenderò una malattia grossa tutta in una volta e morirò direttamente".

Lei che ci ingannò tutti quanti. Lei che partì per un altro paese con il cuore a pezzi e l'intento di rigenerarsi, lei che forse non si rese conto di quanto stava male, lei che credeva di farcela. Lei che mi salutò prima della sua partenza dicendomi "Ma cosa fai, piangi? Guarda che ci rivediamo presto!"... e invece cominciarono ad arrivare le notizie, le voci, le frasi riportate, le cose senza senso che andava dicendo. La sua convinzione di essere perseguitata dal diavolo in persona. La sicurezza che tutti la considerassero pazza, che nessuno capisse. E da questo lato dell'oceano, il timore che stesse effettivamente impazzendo, la certezza che la sua mente aveva ceduto, il terrore che commettesse qualche follia. Il tentativo di andare a prenderla, di salvarla, di arrivare prima che fosse troppo tardi.

Il fallimento di quel tentativo.

La polizia, le accuse, le voci, le falsità. L'autopsia. Il rimpatrio della salma. Burocrazie inumane. L'attesa infinita, il bisogno disperato di dare quell'ultimo saluto, di non vivere in quello stato di sospensione, di limbo insensato. Ma sapendo che, in un certo senso, non sarebbe mai finita. Tuttora non è finita. Nove anni, e i ricordi iniziano ad essere appena sopportabili. La disperazione, quotidianamente scacciata grazie a una vita stracolma di impegni, di amici, di attività, inizia a tramutarsi in nostalgia, in una malinconia struggente ma anche più dolce, più morbida di prima. Tra un mese onorerò la sua memoria con il tributo migliore che potessi mai offrirle. Per mostrare a me stessa e ad altri che Lei non è dimenticata, che in ogni mio respiro è sempre presente, che ad ogni mio passo sento i suoi passi dietro di me. Che ancora si insinua nei miei sogni, quelli più dolci e quelli più macabri, che mi fanno sbarrare gli occhi nel buio. Che ogni battito del mio cuore sarebbe un battito diverso, se la mia vita non avesse incrociato la sua.

Ho ancora un paio di libri e alcuni saggi, scritti da Lei, che non ho letto. Non li leggerò, non a breve. E' come se non volessi arrivare ad "esaurire" ciò che mi resta di Lei. Finché non li leggo, so che ho ancora qualcosa di suo da scoprire. Qualche frase, qualche pensiero, qualcuna di quelle acute analisi per le quali si sapeva distinguere.
Un giorno mi disse che il suo romanzo preferito era La certosa di Parma, di Stendhal. Non credo che lo leggerò mai, per la stessa ragione. Per guardarlo in libreria, intatto, e pensare che c'è un pezzetto di Lei lì dentro, un pezzetto che ancora non conosco ed è pronto da scoprire, se e quando vorrò... un giorno...

Lei capiva sempre più di quanto volesse, Lei sapeva, sempre, più di quel che chiunque avrebbe saputo. Lei si offriva senza riserve, eppure a volte respingeva anche le intenzioni più gentili ma più spesso si rendeva così vulnerabile. Lei percepiva il tocco altrui dritto nel cuore. Lei disse "A volte il tocco assoluto va custodito, come i deserti che è necessario attraversare da soli". E alla fine, da sola attraversò il suo ultimo deserto, lasciandoci tutti quanti indietro a chiederci, in nome di Dio, perché.

martedì, novembre 07, 2006

Art Collection - 5

"C'era un gran castello, nella contea di Camelot, con mille e più scudieri al servizio di un grande re..."
Magari il cartone animato di Re Artù, in Italia, è noto fondamentalmente per la nascita dello storico gruppo dei Cavalieri del Re, ma al di là di ciò, a me piaceva tanto. Diciamo che era la versione edulcorata del ciclo bretone, una saga "per famiglie" in cui Ginevra certo non faceva le corna ad Artù con Lancillotto, ma i cavalieri della Tavola Rotonda erano un gruppo affiatato che difendeva i deboli e le suonava ai prepotenti, insomma della cara vecchia avventura tradizionale. Logico quindi che, quando anni fa dirigevo (che parola grossa) una rivista che si occupava di cinema d'animazione giapponese, fossi stata ben contenta di pubblicarvi un articolo che analizzava il nuovo e sconsiderato doppiaggio realizzato da Mediaset per questa serie animata. In quell'occasione, chiesi alla bravissima Barbara Chies di realizzare la copertina della rivista, e lei sfornò questa meraviglia, di cui poi mi regalò l'originale. La parte a colori è disegnata e dipinta su lucido, lo sfondo invece su carta normale: il tutto religiosamente incorniciato ed appeso nel mio salotto.
Barbara è una disegnatrice superba, con la quale al momento non sono più in contatto, ma spero sempre che prima o poi le nostre strade si incrocino nuovamente. Sono passati qualcosa come una dozzina d'anni da quando ci conoscemmo a un corso di fumetto in quel di Bologna, e ancora ricordo lo stupore con cui io, completamente negata per il disegno, osservavo certi piccoli miracoli venire fuori dalla sua matita. Ricordi impagabili.

venerdì, novembre 03, 2006

Il fondo del barile

È arrivato. Da tempo non si faceva vivo ma ora eccolo, è giunto.
È il sacro furore del packaging. Ovvero: come recuperare ancora qualche centimetro cubo di spazio in una casa che ormai ha l'aspetto di un magazzino. E pensare che casa mia è pure grande, c'ha una sala che sembra una piazza d'armi. Ma è la casa di una collezionista, quindi per definizione lo spazio non può bastare.
Meno male che al giorno d'oggi c'è ebay. Almeno è un sistema per eliminare cose inutili (A) senza doverle proprio buttare, e (B) beccandoci un soldino qua e là.
Quindi, percorso obbligato: la verifica di tutto ciò che può esere eliminato. Spalancamento di ogni sportello e ogni cassetto, controllo maniacale dei libri in doppia fila, frugamento millimetrico dello sgabuzzino. Con risultati imprevedibili.
Nel giro di due ore ho trovato tanta di quella roba assolutamente inutile e priva di senso (almeno in questa casa e per i suoi abitanti - il contesto è fondamentale), che mai mi sarei aspettata. Spiccano, naturalmente, i regali della lista di nozze e di altre occasioni varie, ma anche qualche acquisto incauto.

Voilà l'elenco dei pezzi migliori:
- Zuppiera silver plated con sbalzi e intarsi fatti a mano, mai usata da che è al mondo, sempre tenuta nella sua scatola e infilata in uno scaffale dello sgabuzzino con vistosa scritta "pignatta argento con coperchio" (la scritta ha la funzione di attirare l'attenzione di eventuali ladri in modo che rubino la pignatta ma NON - per carità - la mia collezione di bicchieri della Nutella con i personaggi di Asterix).
- Tre puzzle fra i 1000 e i 1500 pezzi. Io non faccio puzzle, e infatti le tre scatole sono intatte (una ha ancora il cellophan). E poi, con temi facili facili. Primo esemplare: cavalli al galoppo che escono dalle onde del mare, tutta un'accozzaglia di colori sfumati che uno a finirlo diventa daltonico. Secondo esemplare: due cani dalmati seduti su telo bianco a macchie nere (che originale). Terzo esemplare: riproduzione di un quadro di Picasso che raffigura un bambino vestito da Arlecchino (a me non piace Picasso - mea culpa - e Arlecchino l'avrei volentieri affogato da piccolo).
- Una scatola di Abalone, misterioso gioco di società mai giocato in vita mia (l'unico gioco di società a cui mi piacerebbe giocare se avessi la mezz'ora necessaria è RoboRally).
- Vassoio di acciaio inossidabile con vaschette di vetro porta-stuzzichini (insomma un coso per noccioline, anacardi, pistacchi, alsaziani e robe così).
- Portaformaggio formato portaerei con base in legno e coperchio in plexiglass.
- Microciotole in argento (tipo vasche da bagno ottocentesche in miniatura) per sale e pepe.
- Vassoio portarrosto con base in legno massello e contorno in acciaio. Non ho mai cotto un arrosto in vita mia, tantomeno l'ho mai servito in tavola.
- Set per fonduta: base di legno rotante, scodelline per le salse e forchettine (ma GIURO che prima o poi in vita mia la userò!!!)
- Set di tre inguardabili coltelli spalmasalse con manici raffiguranti rispettivamente un tubetto di maionese, uno di ketchup e uno di senape (indubbiamente regali di mia suocera).
- Bastone animato, rigorosamente made in Taiwan, con doppia katana all'interno.
- Prisma di vetro serigrafato al laser, rappresentante un micio, appoggiato su basetta nera. Se lo si accende, infilando l'apposita spina nella presa di corrente, il gatto si illumina tipo albero di Natale e gira su se stesso (regalo di un cliente ebreo, conosciuto quando facevo affari su ebay).
- Vassoio di acciaio satinato formato pista per elicotteri.
- Cestino portapane Alessi in acciaio.
- Due (non uno, DUE!) vassoi d'acciaio portapirofila, con relative pirofile (una in vetro + coperchio in acciaio, una in ceramica senza coperchio). Manco io passassi il tempo a fare cannelloni e lasagne.
- Cornice d'argento formato tagliere.
- Serviriso di acciaio (praticamente altro vassoio).
- Presepino dentro boccia di vetro con neve (regalo della suocera).
- Set caffettiera + 4 tazzine da caffè (vecchio regalo di Natale). Molto carine, ma si dà il caso che io non beva caffè. Uno dice, te lo avrà regalato qualcuno che non ti conosceva poi tanto bene. E certo. La mia testimone di nozze. Sigh...
- Vassoio d'argento, regalo della mia affettuosa mammina ("Senti, toglimi dai piedi 'sto vassoio annerito che non ne posso più di averlo in giro per casa").
- Bottiglia di pregiato liquore francese d'annata (io sono astemia).
- Tre o quattro peluche a forma di gufo, regali di mia suocera che è assolutamente e fortemente convinta che il gufo sia il mio animale preferito (ed ormai è troppo tardi per spiegarle che i rapaci notturni non suscitano in me alcun particolare amore - anzi nutro un odio viscerale per i barbagianni, che ai gufi somigliano parecchio).
- Set "Acapulco" (quattro orrende coppettone da gelato, ancora nella loro scatola).
- Sei o sette scatole di miniature in plastica per gioco di simulazione bellica Warhammer, tutte ancora da montare e dipingere (attenderò l'età della pensione), fra cui alcuni pezzi pregiati da cui non riesco a separarmi (scema!).
- Bottiglia con nave di vetro, dentro sua scatola (che ci piacerebbe anche usare come soprammobile ovvero ciò per cui è nata, ma chi si azzarda a metterla in giro, con due gatte scatenate che planano per casa?).
- Confezione di montaggio con modello di galeone seicentesco (e chi si mette a montarlo sapendo che poi dovrebbe affrontare le suddette gatte?).
- Quattro (non una, quattro!) immagini sacre, e per la precisione: icona in legno proveniente dalla Grecia con Sacra Famiglia; quadretto di legno con riproduzione dell'Annunciazione; enorme cornice d'argento con piccolo ovale d'argento centrale raffigurante Madonna con bambino; media cornice d'argento con rettangolo d'argento centrale raffigurante (di nuovo) Madonna con bambino. Unite alle altre due immagini sacre che ho ancora a casa dei miei (ovvero profilo di Madonna intagliato in legno e quadrettino d'argento raffigurante - indovina un po'? - la Madonna col bambino), fanno sei. Di proprietà mia, cioè di una persona non cattolica!!!
- Set in 54 fascicoli "Costruisci un villaggio medievale" (mi pare di essere a un quarto della canonica o giù di lì).
- Estesissima collezione di saponettine, balsamini e shampini rigorosamente rubati in tutti gli alberghi in cui sono mai stata (di 'sto passo apro un Holiday Inn per conto mio).

...e sicuramente non è finita, altre cose spunteranno prossimamente, ne sono certa. Che farne? Probabilmente, vendere il vendibile e inscatolare il resto in garage. Magari, fra dieci anni andrò a riprendermi i vassoi d'acciaio e archivierò i fumetti e i regolamenti dei giochi di ruolo. I gusti nella vita cambiano.
Ma la collezione di bicchieri della Nutella, guai a chi me la tocca. Piuttosto rubatemi la pignatta, che se me la togliete dai piedi vi faccio pure un regalo (ho tre bellissimi coltelli spalmasalse...).