sabato, gennaio 18, 2014

Bye bye, tesserino


Questo mese avrei dovuto rinnovare l'iscrizione all'albo dei giornalisti pubblicisti, con il consueto versamento della quota annuale (un centinaio di euro), a seguito del quale avrei ricevuto per posta il consueto bollino da applicare sul tesserino.
È una cosa che non ho mai fatto con tanta convinzione. A dirla tutta, nel 2007 ho preso la tessera solo e unicamente per far contento mio padre, che mi chiedeva sempre di spiegargli, esattamente, quale fosse il mio lavoro. Qualunque cosa io gli rispondessi, non lo convinceva.
"Ma se scrivi degli articoli, vuol dire che sei una giornalista?"
"Ma se lavori da anni con incarichi di responsabilità per questo festival, perché non ti assumono?"
"Ma fare gli adattamenti per i cartoni animati, è un lavoro vero?"
Insomma, alla fine 'sta benedetta iscrizione l'avevo fatta e, ogni anno, la rinnovavo. Mai che mi sia servita a qualcosa. Niente, nemmeno entrare gratis o con qualche sconto a mostre, fiere o prime visioni. Mi risolveva solo qualche fastidio burocratico. Se dovevo inserire la mia professione in un modulo, potevo scrivere "giornalista" invece di "libera professionista".
Poi scopro che, dal 2014, per rinnovare l'iscrizione bisogna non solo pagare, ma anche frequentare obbligatoriamente dei corsi (gratuiti) durante l'anno. E a quel punto ho deciso di liberarmi all'istante dell'iscrizione a un ordine che, oltre a non servirmi a nulla, adesso voleva pure decidere al posto mio cosa fare o non fare per migliorare la mia preparazione. Dopo lo Stato mamma, pure l'Ordine papà.
Il tutto senza contare che l'Ordine ce l'abbiamo solo noi, credo in tutta Europa. Una specie di corporativismo, molto lontano dal libero mercato di cui ogni settore avrebbe bisogno.
A qualcuno servono degli articoli scritti da me? Dovrà commissionarmeli e pagarmeli.
Non servono? Oppure: servono, ma non abbastanza da pagarmeli? Bene, vorrà dire che la mia professionalità e le mie competenze non sono abbastanza spendibili e quindi, se voglio rimanere nel giro, dovrò migliorarmi, oppure promuovermi meglio, eventualmente anche frequentare dei corsi.
In ogni caso è un problema mio, non di un Ordine papà che decide al posto mio che cosa devo o non devo fare.
Fine del rinnovo, fine dell'iscrizione. Al prossimo modulo da compilare coi miei dati, tornerò a scrivere "libera professionista" - sperando di non essere confusa con Bree Daniels.


mercoledì, gennaio 01, 2014

My 2013 in two shots

The best of 2013...






...and my resolutions for 2014:
- complete first book
- complete unfinished short tales
- build an author's platform
- hold on with my diet
- organize p-e-r-f-e-c-t-l-y the new house
- at least 2 or 3 trips to UK, 1 to Canada

...and it's more than enough!