venerdì, ottobre 17, 2014

Ava & Eva


Vostro Onore, confesso: sono una fan di Frank Miller (in senso etimologico, cioè fanatica). Come tanti, lo sono diventata leggendo il suo Daredevil e da lì non mi sono persa più niente. Riesco a trovare motivi per apprezzarlo anche nelle sue opere meno riuscite. E quando era uscito il primo film di Sin City, me l'ero goduto dall'inizio alla fine.
Oggi, invece, penso a Sin City - Una donna per cui uccidere (visto ieri sera al cinema con la mia cine-socia) e rimango perplessa.
Non mi spiego come mai, data l'appassionata fedeltà al fumetto da cui il film è tratto, Miller e Rodriguez abbiano scelto di modificare alcuni punti significativi che attendevo con l'acquolina in bocca. Non sto pensando a sequenze complicate che avrebbero allungato troppo il film, intendo proprio qualche battuta qua e là, qualche dettaglio più credibile, qualche scena finalizzata a dare un'interpretazione più articolata del personaggio di Ava Lord. Invece di una dark lady infallibile, avremmo avuto una dark lady con i suoi momenti di incertezza e le sue decisioni avventate.
Insomma: non si giudica la qualità di un film dalla fedeltà all'opera originale... ma perché trascurare elementi ottimi, dell'opera originale, che al film avrebbero dato tanto?
Tra l'altro, all'inizio, Ava Lord non suona neppure convincente nel recitare la parte della povera vittima bisognosa di aiuto. Nel fumetto, uno ci crede, che Ava sia nei guai. Nel film, no. È il doppiaggio italiano che non rende? (mmm, strano.) È Eva Green che ha fatto il solito giochino "Dwight deve credermi, ma lo spettatore no"?
Mi sono tolta lo sfizio di scansionare qualche vignetta qua e là, quelle che avrei voluto vedere anche su pellicola oltre che su carta. Attenzione: SPOILER.



Ava in versione "credibile donzella in difficoltà".



Follia e malvagità secondo Ava. Peccato, nel film, aver perso questa chicca.



La telefonata col poliziotto: due giorni dopo l'omicidio di Damien, non poche ore!
(vabbè che non cambia chissà cosa)



Ava vulnerabile: il nervosismo, i passi falsi, la preda sbagliata. Una chiave di lettura assente nella versione cinematografica.





Le vignette più significative del finale. Nel fumetto, Ava continua a fingere e a inseguire solo il suo interesse. Nel film, cambia veramente idea e vorrebbe stare con Dwight. Un bel cambiamento di prospettiva: sono due finali alternativi. Ammetto che mi piacciono entrambi.

Lo ripeto, per scrupolo: non mi interessa la fedeltà fine a se stessa. Mi dispiace la mancanza di dettagli che fornivano chiavi di lettura più intriganti, secondo me, di quelle offerte dal film.
Andando avanti, mi lascia perplessa anche l'episodio sul figlio illegittimo di Rourke. Contiene delle scene interessanti, qualche buon personaggio, qualche bella battuta. Ma... poi? Cosa ci ha raccontato di nuovo, cosa ci ha dato?
Va a finire che la sola parte a convincermi fino in fondo è quella sulla vendetta di Nancy e sul rapporto fra lei e Marv, il tutto condito dalla speranza, puntualmente disattesa, che almeno una persona, dico una, si salvi da Sin City. Mi piace quando una storia ti convince a volere un determinato epilogo, e poi te lo nega.
Mettiamola così: quella di Marv e Nancy sarebbe la sola parte che mi convince, se non fosse che Ava ha pur sempre la faccia di Eva Green, e con Eva Green io non ci discuto, per principio.
In fondo, Vostro Onore, non ho mai detto di essere fanatica solo di Frank Miller.

P.S.  Una nota sul doppiaggio italiano. Il nome è Ava, per amor del cielo, non Eva, un conto è la pronuncia inglese e un conto quella italiana. So che dietro le scelte di adattamento c'è sempre un motivo, che l'adattatore e il direttore di doppiaggio ci pensano, a queste cose, eppure continuo a sentirla come una forzatura. Ava come Ava Gardner, avete presente? C'è qualcuno in Italia che dice "Eva Gardner"?!?

giovedì, ottobre 09, 2014

Lucy Johansson?



Caro Luc Besson,
ieri sono andata a vedere Lucy al cinema con la mia solita partner in crime.
Non c'era una gran scelta fra le pellicole in programmazione, quindi sono stata io a proporle il tuo film. Quando lei mi ha chiesto di cosa si trattasse, le ho detto il poco che avevo dedotto da locandina e trailer: "in teoria, c'è una tipa che impara ad usare tutte le potenzialità solitamente inutilizzate del cervello umano, e quindi acquista dei superpoteri; in pratica, mi immagino un infinito piano-sequenza di Scarlett Johansson che  sfrittella tutti quelli che incontra".
Quanto avevo ragione (e poi io sono una di bocca buona). Oltretutto, se metti un intero film sulle spalle di un'unica, vera protagonista, forse ne servirebbe una più adatta rispetto a Scarlett Johansson, che vedo meglio in ruoli meno solitari/allucinati (ad esempio trovo abbia fatto un ottimo lavoro su Capitan America: Il soldato d'inverno, dove interagisce in continuazione con il protagonista).
Però, sorvolando sui buchi di sceneggiatura, sui comprimari improbabili e sulla psicologia incoerente per non dire schizoide della protagonista (pur con l'attenuante dell'evoluzione incontrollabile del suo cervello), caro Luc, volevo ringraziarti per le analogie sui predatori e per il suggestivo viaggio a ritroso nel tempo che ci proponi nel finale. Questi due particolari, insieme a una narrazione veloce e ritmata, mi hanno resa contenta di aver visto il tuo film.