La cosa bella di quando finisce un festival a cui hai lavorato come un'ossessa, è che ti riposi.
La cosa brutta è che sbatti improvvisamente il muso contro tutte le cose che il festival ti aveva fatto mettere da parte, nel bene e nel male. Quindi ci sono le cose belle che puoi finalmente curare, ma anche le cose brutte che adesso ti tocca affrontare.
Di quest'ultimo reparto, così per la cronaca, fa parte una bella figura di merda che NON descriverò nello specifico e che mi causerà guai per mesi. Ma va bè, si sopravvive lo stesso.
Sempre fra le cose brutte che per necessità logica si possono affrontare solo dopo la fine del festival, c'è il bilancio conclusivo dello stesso festival, che per sua storica definizione, a mente calda e fredda a fasi alterne, è un bilancio negativo. Per quanto le cose nei riguardi dell'utenza possano aver funzionato bene (con qualche eccezione che si fa presto a limare), nei riguardi miei sono andate maluccio. Come l'anno scorso? A dire il vero, peggio dell'anno scorso.
Troppa fatica. Troppo stress. Troppa agitazione. Troppi malumori. Ogni volta mi dico che niente sulla faccia della terra merita una tale quantità di fatica (psicologica ed emotiva, che sono due cose diverse), e ogni volta ci ricasco. Per carità, ci sono state soddisfazioni enormi, persone che ti guardano negli occhi, e ti ringraziano per le cose che hai fatto, e sono veramente piene di stima e gratitudine nei tuoi confronti... e lì per lì ti dici "ne è valsa la pena".
Poi fai i conti con certe conseguenze fisiche, e già inizi a scuotere la testa. Lo sai che non hai più 20 anni, lo sai che dovresti avere uno straccio di rispetto in più per il tuo corpo, il quale già ha determinati casini e tu non fai altro che aggravarglieli. Proprio in questi giorni sto affrontando un problema non grave ma quantomeno fastidioso, che riporta di attualità tutta una serie di cose poco simpatiche. E iniziano a girarmi i maroni, perché le magagne di salute già sono poco belle, ma andarsele pure a cercare è veramente da deficienti.
Andando avanti: ho trascurato mezzo mondo, ho lavorato molto male su altri fronti, e quando poi mi sorprendo a pensare che sì, dài, quantomeno valeva la pena di affrontare questa sfida per dare una bella mano al Capo ed evitarle l'ennesimo massacro di quest'anno, poi in fondo noto che la mia presenza è solo servita ad permettere al Capo di lasciarsi massacrare da altri eventi e circostanze invece che dal festival, ma sempre di massacri si è trattato. E allora che cazzo mi sono messa in mezzo a fare?
Non so. Questi sono i momenti in cui mi intristisco e penso che ogni tanto, forse potrebbe non essere brutto essere una persona normale. Quantomeno, un po' più normale di quanto io non sia. Lavoro regolare... stipendio regolare... previdenza... orari fissi... stabilità... la sera spegnere il computer e spegnere anche la parte di cervello deputata al lavoro...
Mah. Non ce la potrei mai fare, sia chiaro. Sono solo i classici momenti in cui l'erba del vicino è sempre più verde della mia. E mi ci intristisco un po'. Probabilmente, una volta che sarò riuscita ad arginare i danni della figura di merda, e che avrò risolto il fastidioso problemino, già vedrò le cose in maniera un po' diversa... stasera però avrei solo voglia di passeggiare per la città al buio per ore, prendendo a calci una lattina.
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