Ultimamente, di pubblicità insulse (o che veicolano messaggi triiiiisti) ne ho viste diverse, ma tre meritano i primi gradini del podio.
Su due di queste ho già letto in giro commenti più efficaci di quelli che potrei scrivere io, quindi ad essi vi rimando: sul blog Dis.amb.ig.uando per la pubblicità del cappuccino, e sul blog Bambocciona fuori sede per la pubblicità delle cotolette panate (non cito apertamente le marche reclamizzate per evitare loro ulteriore pubblicità gratuita).
A me non resta che citare lo spot in cui lui torna a casa con tosse e raffreddore, ridotto 'na pecetta, e giustamente preoccupato perché il giorno dopo arrivano degli amici in visita; e lei gli dice "Tranquillo, ci penso io" (o forse "tranquillo, ci sono qui io"... non ricordo di preciso).
Uno si chiede: cosa farà lei di tanto significativo?
...chiamerà gli amici per dire di rimandare la visita?
...preparerà un miracoloso decotto di erbe?
...reciterà una preghiera vudù per ingraziarsi gli dèi dell'influenza?
No.
Gli dà un'aspirina.
Ma 'sto pirla c'ha bisogno della moglie per sapere che in caso di influenza esiste l'opzione "provo a cavarmela con un'aspirina"?!? E lei deve tirare fuori quell'aria materna "ci penso io", per poi uscirsene con tale inedita genialata?!?
Non so lo spettatore medio, ma a me 'sta pubblicità fa sorgere il dubbio che l'aspirina sia una medicina rigorosamente riservata ai deficienti, vedi un po'.
1 commento:
la moglie demente che non pensa che anche con l'aspirina il marito sarà rincoglionito tutta sera e magari attacca pure il raffreddore agli amici coglioni che vanno a trovarli.. bah!. Vogliamo parlare della pubblicità "rosa" di cui ha decantato una settimana fa la Littizzetto? .....Cri
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