domenica, gennaio 03, 2010

Il viaggio mentale di Wonder Woman

In questi giorni sto facendo ordine tra libri e scaffali, e stamattina mi è venuto in mano il primo volume dell'edizione italiana di Trinity (di Fabian Nicieza e Mark Bagley), una storia che vede protagonisti Superman, Batman e Wonder Woman. Ho già scritto, in una recensione pubblicata su Fumo di China n. 175, che non è stata una lettura avvincente, ma non mi ero ancora mai soffermata su una pagina che ho trovato tristemente significativa. Ve la incollo qui, nella versione in lingua originale:


Capito l'impasse? Se le raccomandano di farsi curare la ferita sembrano troppo apprensivi in virtù del fatto che lei è una donna, e se non glielo raccomandano, sembra che ciò accada perché non vogliono fare la figura degli apprensivi in quanto lei è una donna.

Ma quanto è contorta questa cosa?!?

Se sei una persona che nella vita prende parte a battaglie e a combattimenti, non importa che tu sia uomo o donna, può capitare che ti procuri delle ferite, e in questo caso i tuoi compagni d'arme cosa fanno? Devono raccomandarti di darti una rattoppata, punto e basta! Cosa sono tutte 'ste menate che lo sceneggiatore ha messo in bocca al personaggio di Wonder Woman, che solitamente ha il buon senso di non farsi di 'sti viaggi mentali?

Non sarà che il continuo ed esasperante confronto fra i sessi che nella vita ci ritroviamo dietro ogni angolo di strada (difficoltà e magra retribuzione delle donne sul lavoro, scarsissima partecipazione delle donne alla politica, perdita d'identità degli uomini che percepiscono le donne come troppo aggressive, svalutazione degli uomini da parte delle donne che li percepiscono troppo zerbini o a seconda dei casi troppo maiali, ecc ecc ecc), sta generando poco a poco una specie di costante coda di paglia che conduce a ridicoli casi di sovrainterpretazione come questo?

Che poi, finché troviamo 'ste cose nelle pagine di un'avventura (bruttina) di supereroi, pazienza... ma ormai ne sento delle belle anche in real life. Tra cui un esponente politico che dice, a una mia conoscente che è venuta a trovarmi per le vacanze: "Vorrei affidarti questo certo assessorato, lo so che è un ambito di cui non capisci niente, ma sai com'è, bisogna che ci sia una donna...". Viva le pari opportunità, eh.

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