Vale per Capodanno quel che vale per Natale: non è una festa a cui sono granché legata e non mi interessa se passarla in un modo o in un altro. Certo trascorrere una sera con amici sarebbe bello, ma questo non c'entra col fatto se quella sera sia il 31 dicembre o no. E in questo caso, non la passo con amici perché ho un mezzo cerchio alla testa, un bel mal di pancia dovuto alle care vecchie ovaie impazzite, e tre morsi sanguinanti su un polpaccio, freschi freschi di disinfettante (la patonfa non ha gradito gli ultimi tentativi di darle una pulita al didietro).
Lo so che nel 2008 sono in arrivo nuovi momenti duri: gravi questioni di salute o di famiglia affliggono diverse persone a me molto care, e alcune conseguenze (pratiche ed emotive) della morte di mio padre sono in procinto di arrivare. Eppure mi sento stranamente pronta a fronteggiare con il giusto spirito gli eventi a venire. Spero di non cambiare idea e umore troppo presto.
Nei prossimi giorni, forse già domani, mi verrà voglia di fare bilanci e ideare buoni propositi. Ma per ora vado a rifugiarmi al calduccio sotto le coperte, facendomi coccolare dal Ghigo, stringendo al petto la lontra di peluche che "la mia fidanzata" mi ha regalato a Vancouver e immaginando così di stringere forte tutte le persone che amo, specialmente quelle che desidero proteggere con tutte le mie forze e fino all'ultimo respiro. Non sarà una passeggiata, ma il 2008 (e spero anche tanti anni ulteriori) lo passeremo fianco a fianco, insieme. Qualcosa varrà pure.
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