Questo è il blog di Valentina Semprini. Parla di fumetti, musical, vita privata e altro. Quindi contiene chiacchiere, segnalazioni, immagini, video, riflessioni, sfoghi, recensioni... insomma, è un blog: che vi aspettavate? :-)
venerdì, marzo 28, 2008
AAA - collega cercasi
Alcuni miei colleghi ed io siamo alla ricerca di gente nuova da "tirare a bordo", perché il carico di lavoro aumenta e serve nuova linfa. Se qualcuno dei miei amici che segue questo blog è interessato, o conosce bene persone potenzialmente interessate, si faccia sentire. No completi sconosciuti, please.
I requisiti necessari sono:
- ottima conoscenza della lingua italiana (al rogo chi sbaglia i congiuntivi);
- scioltezza nell'uso della punteggiatura;
- propensione alla scrittura creativa;
- senso della puntualità e del dovere (se hai detto che consegni oggi, tu - consegni - oggi a costo di fare la notte in bianco o di sacrificare il weekend);
- elasticità mentale, capacità di affrontare le emergenze;
- la conoscenza di lingue straniere non è obbligatoria, ma può fare comodo.
Versante economico:
- retribuzione buona (i dettagli in privato);
- pagamento a 90 giorni;
- si lavora a cottimo, no assunzioni, no eterne garanzie: siamo liberi professionisti, scommettiamo e investiamo su noi stessi.
E dopo questa "pausa blog", forza e coraggio, si torna al lavoro!
domenica, marzo 23, 2008
The Corrs, dieci anni dopo

Non che i Corrs siano delle perle di originalità nel panorama musicale contemporaneo: in fondo, ciò che fanno è mescolare la tradizione irlandese con il pop e un po' di rock melodico... però mi piacciono un sacco lo stesso (e infatti non vado mai in giro in macchina senza portarmi dietro il loro CD Unplugged).
Quindi, per farla breve... è un DVD vecchio di 10 anni, che ormai suppongo si trovi nei negozi o su internet a prezzi più che accessibili. Fateci un pensierino, ne vale la pena. Qui sotto, l'esecuzione di "Dreams", un brano dei Fleetwod Mac. E' quindi una cover e non un pezzo originale dei Corrs, ma è divertente da vedere grazie alla partecipazione speciale di Mick Fleetwood che secondo me è matto da legare. :-)
venerdì, marzo 21, 2008
Ce l'hanno tutti con me

Uffa, come mi sento abbacchiata...
Aggiunta del sabato mattina: dimenticavo di dire che nelle ultime settimane mi sono pure andate a monte tre cose di lavoro a cui tenevo. Volevo mettere in piedi una certa mostra, e mi hanno detto di no (ma se non altro me l'hanno praticamente promessa per il 2009). Volevo occuparmi di un certo progettino editoriale, e mi hanno detto di no (adducendo due ragioni di cui una ci può anche stare, ma l'altra secondo me non tiene). Volevo invitare un certo ospite famoso in un certo posto, e mi ha detto di no (perché proprio in quei giorni ha il matrimonio del nipote, e pure lui ha dato disponibilità per il 2009). Probabilmente mi salta anche la trasferta di metà aprile all'IFFS, ma quella tutto sommato non è un grosso problema, anzi rimanere a casa in quei giorni mi facilita su altri fronti. Ma il resto, proprio mi rode. Me very unhappy.
mercoledì, marzo 19, 2008
Innamorarsi di un robot

Dopo Richard Gere, John Barrowman e Mark Harmon (e ovviamente Mattia Bulgarelli che è un mio amico per niente famoso ma è un gran figo lo stesso, almeno per i miei gusti bislacchi e pure un po' pedofili), un nuovo ideale maschile fa breccia nel mio cuore.
Insomma mi sono innamorata di Optimus Prime.
Full Metal Panic 2nd Raid

Dynit presenta: FULL METAL PANIC - THE SECOND RAID
Dopo il grande successo televisivo tornano gli eroi di FULL METAL PANIC nella terza serie ricca di azione e di colpi di scena!
Kaname Chidori è una normale studentessa delle scuole superiori: una bella ragazza, un carattere solare e deciso, una spiccata predisposizione per le materie scientifiche. Il suo compagno di classe Sosuke Sagara, invece, non sembra affatto un normale studente: iperteso, sempre all’erta, ossessionato dal gergo militare, timoroso che mortali nemici e pericoli si nascondano dietro ogni angolo di strada e possano minacciare Kaname. Il suo bizzarro comportamento, però, ha delle ragioni: Sosuke è in realtà un agente di un’organizzazione paramilitare detta Mithril, a cui è stato dato l’incarico di sorvegliare e proteggere Kaname: la ragazza è infatti una Whispered, una persona la cui mente nasconde avanzatissime conoscenze di tecnologia bellica.
Dopo la parentesi scolastica/demenziale di Fumoffu?, The second raid è l’ideale seguito delle avventure narrate nella prima serie. La commedia romantica lascia il posto all’azione, al combattimento tra mecha e a nuovi risvolti psicologici dei personaggi.
A seguito riportiamo anche il CAST principale:
Sousuke Sagara - SIMONE D’ANDREA
Kaname Chidori - PERLA LIBERATORI
Kurz Weber - FRANCESCO PEZZULLI
Teresa "Tessa" Testarossa - LETIZIA CIAMPA
Melissa Mao - BARBARA DE BORTOLI
Andrei Kalinin - LESLIE
Richard
Gauron - ROBERTO DRAGHETTI
Kyouko Tokiwa - FEDERICA DE BORTOLI
Shinji Kazama - ALESSIO DE FILIPPIS
13 episodi raccolti in 4 DVD
Collector's Box in omaggio con il dvd 1
In arrivo a Maggio.
martedì, marzo 18, 2008
La mia amica genio
Una di quelle che, qualsiasi attività intraprendano, brucia le tappe e arriva sempre un passo avanti agli altri, non di rado scalzando gli altri, e non perché sia spregiudicata e sleale (anzi!), ma semplicemente perché è talmente e spudoratamente fuoriclasse, da essere contesa a colpi d'arma bianca praticamente in qualsiasi ambito.
Insomma è un genio.
Ci vediamo tre o quattro volte l'anno quando siamo fortunate, ma siamo comunque molto unite, sia da una serie di interessi in comune, sia dai ricordi dei tempi in cui, frequentando la stessa università nella stessa città, eravamo solite incontrarci molto più spesso. E il fatto di aver attraversato insieme il periodo più triste e doloroso delle rispettive vite, diversi anni fa, ha creato un legame di quelli che non si spezzano più.
Ora, essendo lei sia un'amica che un genio, tendo a tenere in grande considerazione le sue idee e opinioni. Oggi me ne è tornata in mente una in particolare. Questa sua teoria dice che, nelle situazioni di crisi o emergenza, è meno strano di quanto sembri che la gente tiri fuori il meglio di sé e il massimo delle forze, proprio perché le crisi, i momenti particolari, le situazioni complicate inducono le persone a recuperare nuove energie e nuove capacità. Insomma, come dire che "quando il gioco si fa duro i duri incominciano a giocare" è un detto abbastanza insignificante, perché quando il gioco si fa duro, tutti (o quasi tutti) tendono a diventare dei duri.
Dove veramente puoi valutare il valore di una persona, continuava l'amica genio, è quindi nelle circostanze normali, nella vita quotidiana, nelle situazioni comuni. Inutile ammirare qualcuno per la sua prontezza e validità nei momenti critici, quando poi nella vita di tutti i giorni la stessa persona è pigra, o meschina, o arrendevole, eccetera.
Non so se essere del tutto d'accordo o no, anzi direi di no, sostanzialmente perché è difficile procedere per generalizzazioni in un ambito così vasto (non che l'amica genio non lo sappia, visto che - l'ho già detto? - è un genio). Però, ultimamente mi trovo a riflettere con difficoltà su questo suo principio, perché noto che ultimamente il concetto di "normale vita quotidiana" quasi non esiste più. La mia giornata media consiste di almeno due o tre emergenze da arginare, altrimenti dette "casini da risolvere", e un numero imprecisato ma abbondante di cose che vanno assolutamente fatte altrimenti ci sono conseguenze (scadenze, consegne, revisioni, ecc), non importa se nel frattempo uno ha un po' di influenza, o deve pensare anche alla vita privata, o più semplicemente è stanco morto.
Insomma... i duri giocano in continuazione perché ormai il gioco è sempre duro?!?
Non pretendo che questo post abbia un senso, mi rendo conto di avere le idee confuse, ma avevo voglia di scriverlo lo stesso.
domenica, marzo 16, 2008
Remake and update
:-)
Voglio rinascere gatto (domestico e viziato)
Felicità è anche lo sguardo di un micio che si sente in completa sintonia con l'universo infinito.
giovedì, marzo 06, 2008
Allora dillo che cerchi rogne
"Voi mi ignorate! Voi non parlate di me! Voi non mi recensite! Voi ordite una congiura del silenzio!"
Tanto tempo fa:
"Voi avete parlato male di me! Voi avete pubblicato una recensione cattiva sul mio lavoro! Voi mi avete criticato duramente!"
Un po' di tempo fa:
"Voi avete parlato bene di me nel modo sbagliato! Voi avete pubblicato una recensione buona sul mio lavoro ma in un modo che non condivido! Voi mi avete criticato positivamente ma mettendo in luce le cose sbagliate!"
Poi ci credo che mi vengono le emicranie...
mercoledì, marzo 05, 2008
So long, Gary

Non mi sentivo partecipe di un lutto "pubblico" da quando, nel settembre 1999, venne a mancare Marion Zimmer Bradley, che sarà anche stata una scrittrice di romanzetti in serie, ma in quei romanzetti aveva infilato un sacco di cose che mi piacevano e che mi avevano condotta a fare tante cose divertenti e a conoscere tante persone.
E adesso se ne va Gary Gygax. Sniff... in fondo... molto molto in fondo... devo un po' anche a lui se oggi sono felicemente sposata con il Ghigo più ghigoso delle terre emerse.
sabato, marzo 01, 2008
L'uovo di Colombo

Ma ci voleva tanto a studiare una roba che ti protegga dall'acqua epperò ti lasci le mani libere?
Per una come me che a malapena sopporta di avere tra i piedi la borsa da lavoro, sarebbe una benedizione. Anche se resta pur sempre qualcosa che ti tocca portarti dietro... hmmm...
Va a finire che anche stavolta non cedo, e continuo a comprare giubbotti col cappuccio.
:-)
sabato, febbraio 23, 2008
Ci vado?
La tentazione di andare a questo summit è forte, ma ho pochi elementi per capire se vale davvero la pena, se mi fornirà qualcosa di veramente utile, quale sarà la percentuale di chiacchiere poco concrete. Mah. Però non mi dispiacerebbe per niente...
Aggiunta della domenica mattina: non mi dispiacerebbe per niente andare pure a questo qui. Meno male che è più vicino e non mi serve un mutuo!
Aggiunta del lunedì sera: CI VADO! A tutti e due, autorizzata e sponsorizzata dal capo. ^___^
Aggiunta del giovedì notte: vado pure a questo qui! E anche a quest'altro qua (per giunta come ospite e membro di una giuria)! Insomma una primavera di trasferte, speriamo positive.
Aggiunta del venerdì notte: porcozzìmbolo... se vado qui, non riesco ad andare qua. Uffa.
A meno di non fare un giro unico in più tappe: il 28 un salto a Milano, poi la sera stessa andare da lì a Roma, e il 30 tornare a casa. Quasi quasi...
Nel frattempo ho visto che l'esosa quota d'iscrizione del IFFS non si degna di comprendere il pernottamento. Questi sono pazzi! Vedrò come fare... ma su quella trasferta lì inizia ad esserci un po' di ipoteca. Snort.
Orizzonti economici

Stabilito che viviamo in un tempo di cambiamenti enormi, tecnologie che galoppano e tutto il resto di un repertorio anch'esso ormai ben noto...
Stabilito che i problemi strutturali dell'Italia e la mediocrità della nostra classe politica impediscono a questo paese di raggiungere risultati economici degni di nota, tanto più se la congiuntura mondiale è sfavorevole anzi disastrosa...
...ne consegue che inizia ad essere davvero ottuso, da parte mia, il continuare a navigare a vista fra gli strumenti economici e finanziari a disposizione dei piccoli risparmiatori senza aggiornarmi con un minimo di costanza e senza cercare di capirci qualcosa di più. Quindi mi riprometto di dare un'occhiata periodica a un paio di siti utili (Finanza.com e MorningStar.it) e di fare qualche piccolo e prudente esperimento tramite la IW Bank.
Come andrà a finire non lo so, ma almeno potrò dire di non essere rimasta impalata ad aspettare che qualcun altro (partiti, sindacati e altra gentaglia) decida come rendere sempre meno preziosi i miei risparmi.
mercoledì, febbraio 20, 2008
Commossa...
E il primo che mi dice "io non l'ho capito", come ha fatto qualcuno a cui avevo mandato il link, sa che rischia una bruttissima fine...
Sosuke & Chidori
Va bè, per chi non segue l'animazione giapponese sembra un grosso gioco di parole, ma in sostanza è la terza serie dedicata alle avventure di Sosuke Sagara, un soldato speciale che fa da guardia del corpo alla studentessa Chidori Kaname. Una bella altalena di avventura, dramma, commedia e umorismo, insomma mi sto divertendo.
Questa è la sigla di apertura... sì sì, è proprio il mio genere. :-)
martedì, febbraio 19, 2008
The wizard and I
«Ciao, capo, sono io.»
«Ah ciao! Allora?»
«Fatto! Finito! Lavoro consegnato, volevo farti partecipe di questo momento di trionfo. Puoi lanciarti in canti di giubilo, se vuoi.»
«Bene, allora puoi rilassarti un po'! Sono proprio contenta!»
«Tu che fai?»
«Ho lavorato tutto il giorno a una relazione, adesso sto andando da un notaio per una firma.»
«Finita, la relazione?»
«Ma va'... dovrò tirare dritto anche tutto domani.»
«Ma qual è, delle due che mi avevi detto?»
«Una nuova, che entro domani va finita.»
«Come, entro domani?! Ma da quand'è che sapevi di doverla fare?»
«Da venerdì.»
«Usti. Eh, non è che ti abbiano dato del gran preavviso... dài, stavolta non è colpa tua, sei innocente!»
«Grazie, vostro onore.»
«Invece le altre due che ti trascini da settimane, quelle sono colpa tua.»
«A rigrazie! Ma che carina che sei oggi, eh?»
«La prossima è quella per la conferenza del weekend, giusto?»
«Ti dirò, quella non mi preoccupa tanto... al limite improvviso, vado a braccio... è quella dopo ancora, che sarà un casino.»
«Ma che scadenza hai per consegnarla?»
«Martedì.»
«Bè... una settimana... anche mettendo in mezzo le altre cose che devi fare, secondo me ne vieni a capo.»
«E devo pure finire il libretto per l'Assessorato!»
«Ancora con 'sto ç@%%0 di libretto?!?»
«Eh sì, è tutto da rileggere e rivedere...»
«Questo entro quando?»
«Sempre martedì.»
«Come, sempre martedì?!?!?»
«Ohi, che ci devo fare... la scadenza è quella...»
«Santa pazienza... senti, io domani pomeriggio ho da fare ma la mattina sono libera... cosa dici, può servirti una letta al file, uno straccio di editing tanto per gradire?»
«Ah, dì... io sarò a casa che scrivo... quasi quasi, se vuoi...»
«Ti do un colpo di telefono domattina e ci mettiamo d'accordo... non potrò mica mollarti in mezzo a 'ste relazioni come niente fosse, che giovedì mi servi lucida alla riunione!»
«Va bene, ci sentiamo domani...»
«Jawhol! A domani, ciao!»
«Ciao!»
Facciamo un po' di bilancio preventivo.
Ci perdo un po' di tempo che potrei impiegare per fare altri lavori, questo sì.
Ci guadagno due o tre risate, sicuramente un tè caldo e, se ingraniamo come si deve, probabilmente un pasto al volo. Il tutto prima di andare a trovare alcuni amici e passare qualche ora in compagnia.
Alla fine, nella vita ci sono cose molto peggiori.
P.S. Il titolo del post è una citazione da Wicked. Non c'entra una cippa, ma mi piaceva.
giovedì, febbraio 14, 2008
L'amico ritrovato

Come ogni volta, ne assaporo qualche parola o qualche frase in più, oltre a ri-assaporare le parti che già so a memoria, ed oltre a godermi sempre più il meccanismo di un libro che rivela il suo senso e il suo messaggio solo con l'ultima parola dell'ultima pagina, quella che ti fa ritrovare l'amico del titolo, ma te lo fa anche nuovamente perdere. Tutto in poche sillabe, tutto in un singolo scatto del cervello che ti fa ripercorrere a ritroso le pagine precedenti e dare loro un significato nuovo.
Novantadue pagine, 5 euro, praticamente nulla, ma in quel nulla c'è tanta roba. Tra cui questo capoverso:
I giovani tra i sedici e i diciotto anni uniscono in sé un'innocenza soffusa di ingenuità, una radiosa purezza di corpo e di spirito e il bisogno appassionato di una devozione totale e disinteressata. Si tratta di una fase di breve durata che, tuttavia, per la sua stessa intensità e unicità, costituisce una delle esperienze più preziose della vita.
Mi vergogno un po' ad ammettere che questa "fase" io non l'ho ancora superata. In fondo, quando uno non ha certezze sui Grandi Temi Della Vita, non ha fedi incrollabili, non ha ideologie di riferimento, che cosa rimane se non il desiderio, anzi la necessità viscerale, di qualcosa che faccia la differenza? E che cosa può fare la differenza meglio del dedicarsi a qualcuno o qualcosa, meglio di un'assunzione di responsabilità che vada oltre l'innamoramento o il sentimento, ma diventi una decisione consapevole, una solenne promessa e un intimo motivo di orgoglio?
C'è anche un altro passaggio che mi tocca dentro, quello dove si racconta dell'inizio dell'amicizia fra Hans (il narratore in prima persona) e Konradin.
Con un gesto stranamente goffo ed impreciso, mi strinse la mano tremante. "Ciao, Hans", mi disse e io all'improvviso mi resi conto con un misto di gioia, sollievo e stupore che era timido come me e, come me, bisognoso di amicizia. Non ricordo più ciò che mi disse quel giorno, né quello che gli dissi io. Tutto ciò che so è che, per un'ora, camminammo avanti e indietro come due giovani innamorati, ancora nervosi, ancora intimiditi. E tuttavia io sentivo che quello era solo l'inizio e che da allora in poi la mia vita non sarebbe più stata vuote e triste, ma ricca e piena di speranza per entrambi.
Io ce l'ho ho avuta, un'amica di questo genere... diciamo l'equivalente di un Konradin, nella mia vita, proprio quando ero adolescente. E di certo non esiste età in cui i sentimenti si provano in maniera più profonda e viscerale. Mi rendo conto adesso che di questa persona parlo pochissimo, forse perchè i ricordi sono sempre più lontani nel tempo e ho sempre meno occasioni di tirarli fuori. Ci sono tante persone, fra le mie amicizie più recenti, che non mi hanno mai sentito fare il suo nome. Persone che se entrassero nella mia camera da letto e vedessero quella fotografia appoggiata in un angolo mi chiederebbero "chi è quella ragazza?", e io farei una gran fatica ad andare oltre un nome e una breve spiegazione. Eppure so che, prima di incontrarla e prima che lei facesse la prima mossa nella mia direzione, ero una persona diversa da quella che sono stata dopo. Non so dire se migliore o peggiore, ma di certo ero completamente un'altra persona.
Immagino ciò significhi che i miei amici di ora, mio marito, le persone a cui ora io piaccio, devono molto a questa ragazza di cui tanti fra loro non hanno neppure mai sentito parlare. E non mi spiego perchè ne parlo così poco. Forse perché, mentre nei libri ci si può permettere di essere un po' retorici o melodrammatici, nelle chiacchiere della vita reale mi sentirei esposta al ridicolo, se riuscissi a spiegare a parole cosa quel rapporto, quell'amicizia, significarono per me. Se riuscissi ad elaborare quanto e come lei mi cambiò. Se riuscissi a raccontare per davvero quella sensazione di assoluta reciprocità e... com'è che diceva, il primo passaggio che ho citato? "Devozione totale e disinteressata". Il genere di cosa che ho provato solo altre due volte in vita mia, ma ormai fuori dall'età dell'adolescenza, quella specie di lente che cambia l'intera percezione del mondo in una maniera mai più replicabile.
Spesso ho la tentazione di ritrovare quell'amica. L'ho già fatto un altro paio di volte, in passato, ma sono passati anni dall'ultima volta. So più o meno dove abita, so che cosa fa. Sarebbe bello rientrare nelle rispettive vite, sebbene a distanza (comunque, non una distanza incolmabile). Eppure sento una specie di timidezza che mi frena e mi impedisce di decidermi. Di certo la sicurezza che quella stagione è passata da anni, che nulla può essere ripetuto. Ma in fondo, ci possono essere altre infinite stagioni pronte per noi, che aspettano solo di sentirsi dare il via.
Che faccio, vado?
martedì, febbraio 12, 2008
Re-arranged!

Detto questo, ieri c'è stata una partita a ping-pong breve ed intensa, di quelle che portano subito a casa un bel risultato. Io pensavo così, tu cosa ne dici, ma sì, perché no, tu controlla i voli che io controllo gli alberghi, tu controlla i biglietti che io controllo il conto corrente, potremmo fare così, poi potremmo andare colà, organizzarci in questo modo, scegliere questi orari.
E voilà, siore e siori, il ponte del primo maggio è deciso. Londra dal giovedì alla domenica, per andare a vedere Re-arranged, ovvero il one-woman-show di Maria Friedman, e poi qualcos'altro ancora da scegliere... ma ovviamente siamo orientati su un bel Wicked (anche perché mica lo sappiamo fino a quando ci sarà la possibilità di vedere in scena Kerry Ellis) e, se per allora sarà in zone non troppo remote, sul tour di Godspell (perché non vediamo Tiffany da tanto di quel tempo).
L'idea dello show di Maria Friedman, in particolare, mi esalta. L'ho vista in scena solo tre volte in vita mia: una volta nella versione concerto di Follies, dove interpretava Sally Durant, e le altre due in quel polpettone atomico che era The Woman in White... polpettone che riusciva a stare in piedi solo grazie alla Friedman stessa, una che ti fa tornare a sorbirti anche le nenie di Webber meno riuscite in nome della sua voce e della sua recitazione, una che nella scena del ritrovamento della sorella nell'ospedale psichiatrico fa commuovere fino alle budella anche i cuori di pietra come me. E poi, il solo fatto che sia bruttina e tracagnotta, per me è un inno alla meritocrazia teatrale: questa è una che muove le folle SOLO in virtù del suo talento e della sua voce!
Inizio pure ad avere voglia di tornarci, a Londra. Ormai è un po' che non ci vado, per tante ragioni. Ma sì, quattro giorni di pace solo per noi, il Ghigo ed io ce li meritiamo.
Il totem decapitato

lunedì, febbraio 11, 2008
No, vabbè... ci rinuncio!
Le cose non sono cambiate da allora, ma di certo io le ho razionalizzate. Dopotutto, è quello che faccio sempre. In fondo la mia laurea è in filosofia, mica in giurisprudenza!
Il casus belli è che qualcuno ha messo una sua questione personale davanti a una mia questione professionale e intende pertanto obbligarmi, usando fino in fondo l'autorità che è cosciente di avere su di me, ad agire in un certo modo tale da salvaguardare la sua questione personale, a totale discapito della mia questione professionale.
Come nel 90% dei casi della vita, in fondo è una questione di priorità darwiniana: "io vengo prima di te (anche se, trattandosi anche di questioni di lavoro, non avrei il diritto di scavalcarti in questo modo)". Lo facciamo tutti, a fasi alterne. Siamo sempre tutti capaci di anteporre il nostro bene a quello altrui, specie quando ci facciamo l'idea che l'esigenza altrui non sia certo questione di vita o di morte, mentre la nostra sì.
A dirla tutta, è vero. La mia questione professionale ha una certa importanza, ma non avviene la fine del mondo se non la curo. La sua questione personale è invece estremamente importante e delicata. Quindi, in termini di priorità, non posso negare l'esistenza di una gerarchia fra le due cose.
Allora, che cos'è a darmi fastidio?
Primo, mi dà fastidio che probabilmente la persona in questione nemmeno si è resa conto di aver operato questa sorta di prepotenza. Ho avuto la sensazione che abbia deciso le cose come se il tutto le fosse semplicemente dovuto, come se fosse scontato che io avrei dovuto fare a modo suo.
Secondo, mi dà fastidio che non abbia lasciato alcun margine di contrattazione, in sostanza che mi abbia impartito degli ordini senza nemmeno tentare di vedere se c'era almeno, che so, la possibilità di un compromesso.
Terzo, mi dà fastidio che questa persona, ammesso e non concesso che si sia resa conto del numero che mi stava combinando, non abbia nemmeno accennato una vaga scusa, un'ammissione di responsabilità, nulla del genere. Sarebbe bastato che mi dicesse qualcosa del tipo: "Lo so che sto anteponendo i miei casini a tutto il resto, lo so che questo a volte è ingiusto e ti ferisce, ne sono spiacente e ti prego solo di avere pazienza e di volermi bene lo stesso". Ecco, a questo punto io non avrei avuto più niente da dire, ma proprio niente.
Insomma, tagliando corto, è il mio amor proprio ad esserci rimasto male. Ho rimuginato su questa cosa a lungo e ho pensato che, una volta leccate le ferite (e non solo le mie, perché temo di avere a mia volta inferto qualche colpetto, in reazione a quelli che mi arrivavano), se davvero vogliamo venire a capo della cosa e mettere tutti i pezzi al loro posto, in modo da ripartire per benino e senza strascichi (nel lavoro e nella vita), bisogna pur riprendere il discorso, senza timore di screzi o imbarazzi. Non sopporto le robe a metà, i chiarimenti mancati, le discussioni incompiute (soprattutto quando ho la certezza che ci siano affetto e maturità sufficienti, sia da una parte che dall'altra, per arrivare in fondo nel migliore dei modi).
Così, quando stasera la famosa persona mi ha dato un colpo di telefono, fra le varie cose ho accennato anche un "beh, poi abbiamo un discorso in sospeso... alla prima occasione ne parliamo un attimo".
Risposta: "Eh? Quale discorso?"
Com'è che dicevo, poco fa? Mi dà fastidio che probabilmente la persona in questione nemmeno si è resa conto, ecc ecc. Roba da pazzi! No, basta, ci rinuncio, a volte far filtrare certe cose nei neuroni altrui è un'impresa troppo irrealizzabile.
Non è vero. In realtà non ci rinuncio... mai e poi mai.
Eppure, sento un pelino di stanchezza e rassegnazione farsi strada fra i miei, di neuroni... :-(