Parte tutto da una tradizionale catena di pensieri alla Joyce, ovvero da un banalissimo flusso di coscienza fra i più quotidiani.
Nel caso specifico: vado a tenere una specie di conferenza, parlo di fumetti, torno a casa contenta, ripenso ad alcune parti della specie di conferenza, penso a titoli e autori di cui non ho parlato perché mi è mancato il tempo, penso a personaggi nati diversi anni fa sui quali avevo svolto i primi esercizi di analisi del testo, penso allo sceneggiatore secondo me più bravo su quel personaggio, penso alla storia che più mi aveva colpito di quello sceneggiatore, mi viene in mente una citazione che compariva in quella storia, vado a scovare una versione un pochino più lunga della citazione, e infine mi rendo conto che quella citazione ha parecchio a che vedere con sentimenti e scossoni dell'animo che all'epoca mi erano abbastanza ignoti, mentre ora li percepisco in maniera ben più penetrante.
Ah! Io ho baciato la tua bocca, Iokanaan, io ho baciato la tua bocca. C'era un acre sapore sulle tue labbra. Era il sapore del sangue?... Ma era forse il sapore dell'amore. Dicono che l'amore ha un acre sapore... Ma cosa importa? Cosa importa? Io ho baciato la tua bocca, Iokanaan, io ho baciato la tua bocca.
Cavolo. Con tutto che sono passati degli anni, mi fa rabbrividire oggi molto più di ieri.
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