sabato, maggio 19, 2007

Passaggio di proprietà

Sono un po' tanti... cioè un po' troppi... gli autori (di fumetti o altro) che si sparlano addosso magnificando certi loro lavori e lamentandosi che il pubblico e/o la critica, a seconda dei casi, non se li sono filati abbastanza.

Così facendo, trascurano un piccino piccino sebbene cruciale dettaglino.
E cioè che, una volta che hai scritto/disegnato una cosa, una volta che l'hai pubblicata o comunque diffusa (via carta stampata, web, fotocopie...), quella cosa non è più tua. MAI PIU'. Ormai è passata di proprietà. Adesso appartiene al pubblico e SOLO a lui.

Tu potevi aver voluto dire centinaia di cose con quell'opera, potevi averci messo dentro le tue budella cucinate con mille spezie... ma se il pubblico quei sapori non li ha sentiti, è perché evidentemente li hai amalgamati male, oppure lo hai fatto benissimo ma con un gusto e con dei criteri che hanno eccessivamente precorso i tempi, e quindi magari sei pure un genio ma non puoi farne un caso di stato se il pubblico non se ne è accorto.

"Considero questa mia graphic novel uno dei miei lavori meglio riusciti, ma la gente non l'ha apprezzata".
"In questo albo ho messo tutto me stesso, eppure non ha avuto l'accoglienza che avrebbe meritato".
"Questo ciclo di episodi rappresentava una rivoluzione nel panorama narrativo preesistente, ma nessuno l'ha voluto capire".

E certo, bravi. Tutti pirla tranne voi.

Per carità, la reazione istintiva un po' la capisco. Magari passo due giorni a stendere un articolo che mi pare tanto interessante e ben scritto, e nessuno se lo fila. La volta dopo scrivo un coacervo di cazzate in un'oretta scarsa, perchè devo tappare di corsa una pagina buca, e dopo un po' qualcuno mi viene a dire che magari gli articoli mi venissero tutti così.

E per carità numero due, nessuno più di me sostiene la tesi che l'80% della gente è composta da una massa di pecoroni ignoranti che non capiscono una cippa.
Ma io almeno ho l'onestà di dire che quell'80% non è un valore assoluto, e non è formato sempre dalla stessa fauna (anche se uno zoccolo duro giurerei che ci sia). Tutti noi andiamo a farne parte di volta in volta, perché possiamo essere competenti e preparati su certe cose, ma del tutto pirla su altre.

Insomma il genio incompreso mi ha stufato. Magari se quella graphic novel non ha venduto sfracelli di copie, è perchè non era 'sto granché. Magari se la tal rivista non ti ha recensito o considerato, è perché ha avuto pietà, e ha voluto farti un favore a non stroncarti. Magari se il tal lavoro non è conteso a colpi d'arma bianca da tutti gli editori nel raggio di mille chilometri quadrati, è perché non sei un nuovo Hemingway.

E poi, scusate: ma è un concetto così complicato da doverlo spiegare?!?

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