sabato, aprile 26, 2008

Lezioncina da non dimenticare

E' ormai diverso tempo che ho appreso questa lezioncina, ma ora mi rendo conto che non l'ho mai appuntata sul blog, dove peraltro alcuni lettori potrebbero intuire il motivo di qualche mio cambiamento più o meno recente.

Allora...
Un po' di tempo fa, non specificherò quanto, mi sentivo alquanto insoddisfatta in un certo settore lavorativo. Avevo la sensazione (più o meno giustificata) di navigare a vista in un mare di approssimazione, improvvisazione, pressapochismo... insomma tutte cose che finivano per corrodere e far scadere anche gli aspetti positivi della situazione, che pure esistevano.
Ma ho tirato dritto senza esporre queste perplessità, ho pensato che margini di miglioramento ormai non ce ne fossero, ho ritenuto che fosse inutile affrontare la cosa.

Quando poi mi è stata offerta l'occasione di sfruttare un'alternativa, in un ambiente simile ma decisamente più organizzato sotto il profilo delle cose che "di là" mi infastidivano, ho preso l'occasione al volo. Professionalmente è stata una scelta che tuttora non rimpiango se non in minima parte, personalmente invece ho constatato che la mia scelta ha causato dispiacere a una persona (in realtà a diverse, ma per vari motivi una in particolare era quella più colpita).
La quale persona, posta di fronte alla mia scelta, non ha ritenuto opportuno espormi le sue perplessità e il fatto di essere stata almeno in parte ferita da me.

Risultato: ci sono voluti mesi perché io mi rendessi conto, annusando qui e là, che il mio operato non era stato preso bene. E mentre io me ne accorgevo e cercavo di capire se e dove avevo sbagliato, succedevano altre cose parecchio brutte, del tutto indipendenti da me, che però in circostanze diverse mi avrebbero vista in prima linea a reagire e a dare una mano (se possibile) a chi da queste cose brutte veniva ferito. Invece, non sapevo e non agivo.

E tutto questo perché?
Perché quando io ero insoddisfatta e pensierosa, non l'ho detto alla persona di cui sopra.
E quando la persona di cui sopra è rimasta dispiaciuta dalle mie azioni, non me lo ha detto.

La lezione, quindi, è semplice: mai tacere.

Se davvero si parla di persone che tengono le une alle altre, mai tenersi le cose dentro.
Quando si provano sensazioni importanti e persistenti, nel bene e nel male, sempre tirarle fuori. Se sono sensazioni belle (affetto, speranza, fiducia...), fa sempre bene sentirsele riportare. Se sono sensazioni brutte (insoddisfazione, dubbio, dispiacere), significa che c'è un problema e quindi bisogna almeno tentare di risolverlo. Altrimenti prima o poi i nodi vengono al pettine nel modo peggiore.

C'è un rovescio della medaglia?
Parziale. E' il concetto di "non te ne faccio più passare una".
E' un eccesso? Forse. Le punte hanno bisogno di tempo per essere smussate, e le lezioni hanno bisogno di esperienza per essere apprese e messe in pratica senza trasformarle in ciechi comandamenti.
Ma il punto di partenza, sono veramente convinta che sia giusto.
Mai tacere.

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