Nell'attività giornalistica (che porto avanti in un settore editoriale di nicchia, ma sempre attività giornalistica è), ci sono un paio di cose che, mi rendo conto sempre più, non appartengono al mio carattere.
Una sono "le esclusive".
Cioè: capisco che se tu, e solo tu, ottieni una dichiarazione o un'intervista o una notizia esclusiva su qualcosa, sei felice e contento, e i tuoi lettori apprezzano.
Ma da qui a etichettare ogni minima idiozia come "esclusiva", ce ne corre. Leggo spesso, su riviste amatoriali o siti internet, cose tipo "intervista esclusiva a Pinco Pallino!".
Allora: o Pinco Pallino è un autore di fama mondiale, noto per essere un eremita che non concede interviste mai o quasi mai, o chi se ne frega se tu consideri questa intervista "esclusiva". E' esclusiva nel senso che quella intervista gliel'hai fatta tu e la pubblichi tu e non la pubblicano altri, fine della storia. Non può diventare uno slogan da usare per ogni stronzata.
L'altra sono "gli scoop".
Scoop! Ecco chi saranno gli autori al lavoro sulla nuova serie di "Capitan Cozza"!
Scoop! Nel numero di "I segreti di Roccacannuccia" in edicola il mese prossimo, si scopre che Carmencita in realtà è un trans!
Scoop! L'autore Gonzo Bongo annuncia di essere al lavoro su una nuova originalissima serie, ambientata nel Saskatchewan, dove sta per abbattersi un meteorite! Riusciranno gli eroi a salvare la terra?
'nuff said.
Io me stessa medesima, tra l'altro, in questo momento uno scoop per le mani ce l'avrei. Recepito nel modo più casuale del mondo (la figlia di un pezzo da novanta dei fumetti è andata a lavorare in un posto nel quale lavora anche un mio conoscente, e le è scappato di dire "il mio papà sta facendo questo e quest'altro"), sarebbe verificabile - credo - senza troppe difficoltà. Riguarda una cosa importante davvero, e se io ADESSO la sparassi in giro per internet o sulla rivista con cui collaboro, i lettori di mezza Italia tirerebbero su la testa con gli occhi fuori dalle orbite.
Ma non ho la minima intenzione di farlo. Se e quando le persone coinvolte riterranno di parlarne apertamente, sarò lì (come tutti) ad ascoltare, a riferire e a passare parola. Ma mettermi a fare quella che si intrufola e chiama in continuazione e preme per avere, che so... lo "scoop in esclusiva"? No, è proprio fuori dal mio carattere. Si vede che il giornalismo d'assalto non è fatto per me, devo dedicarmi ad altro. Vedremo a cosa.
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