giovedì, dicembre 14, 2006

Il signor Papù e il sindacalista

Il signor Papù (ovviamente questo è un nickname) è un signore che ho occasione di frequentare e che, per via dei tanti anni di lavoro per una grossa azienda statale, ha una vasta aneddotica a cui attingere. Ho pensato che di tanto in tanto potrei mettere su questo blog alcune delle sue storie, rigorosamente di vita vissuta (perchè il signor Papù è uno di quegli uomini con un senso morale talmente forte da sarebbe quasi fastidioso, se non fosse che gli impedisce rigorosamente di mentire o di infiorettare un racconto).

Allora... un giorno, il capufficio chiamò il signor Papù per incaricarlo di partecipare a una riunione con i rappresentanti sindacali degli operai dell'azienda. Lì per lì il signor Papù cercò di declinare, ma di fronte alle insistenze del capufficio (che non intendeva occuparsi della cosa, in quanto per sua stessa ammissione non ne sapeva una cippa) dovette recarsi a questa benedetta riunione. Se non altro, gli fu affiancato il signor Kirikù che invece aveva una certa esperienza in merito.
A un certo punto, durante questa riunione, uno dei rappresentanti sindacali di grado più alto, con un paio di baffoni a manubrio che sembrava Salvador Dalì, trovò da discutere su una questione che riguardava proprio una indicazione di lavoro data agli operai dal signor Papù.
«Lei, signor Papù, ha dato disposizioni che quando gli operai specializzati si recano nelle centrali a controllare il funzionamento dei macchinari, devono anche controllare il livello dell'acqua dei radiatori e, se necessario, rabboccarli.»
«Sì, esatto», disse il signor Papù. «Dov'è il problema?»
«Rabboccare l'acqua è un incarico da operaio semplice! Non può utilizzare gli operai specializzati per queste cose!»
«Scusi, ma... cosa vuole che costi a un operaio fare un rabbocco d'acqua in un radiatore, se è già lì a lavorare? Se in una centrale sperduta sulle Alpi c'è GIA' un operaio che sta facendo un lavoro, vuole che non possa mettere due dita d'acqua, anche se è un operaio di alto livello, piuttosto che io debba spedire lì un altra persona apposta? E' uno spreco di risorse umane e di denaro, il che porterebbe a un aumento dei costi e a un aumento delle bollette per il consumatore finale.»
«Non si può! E' degradante per l'operaio di alto livello, è il genere di incarico che, considerato il valore della manodopera specializzata, rischia di avere effetti depressivi sugli operai interessati!»
A questo punto, al signor Papù iniziavano a girare visibilmente le scatole, ma il signor Kirikù gli disse a mezza voce: «Lascia stare, adesso è ormai ora della pausa pranzo, non stare a perdere tempo con questa cretinata. Anzi, guarda, vedo di pensarci io, tu pensa alle cose più serie.»
Il signor Papù decise di dare retta al collega più esperto; ci fu la pausa pranzo, poi la riunione riprese e vennero discussi altri argomenti.
Al termine della riunione, il signor Papù, che non ne voleva sapere di lasciar correre la richiesta secondo lui assurda avanzata dal sindacalista coi baffoni, si apprestò a riprendere l'argomento, ma il signor Kirikù gli diede una gomitata: «Stai tranquillo, lascia stare, ci ho pensato io.»
«Ci hai pensato tu, ma in che termini? Guarda che per me questa storia non può mica passare!»
«Nessun problema, va bene come volevi tu, tutto risolto. Domani in ufficio ti spiego.»
L'indomani, il signor Papù, roso di curiosità, corse nell'ufficio del signor Kirikù.
«Allora?»
«Tutto confermato, gli operai specializzati possono fare i rabbocchi ai radiatori.»
«Ma come hai fatto?»
«Ma dài, si vedeva che era un'idiozia fatta solo per metterci i bastoni fra le ruote e rovinare le trattative, era evidente che in realtà quello lì aveva in mente qualcos'altro...»
«Sarà stato evidente per te che hai più pratica con i politicanti, io credevo dicesse sul serio. Ma insomma come lo hai convinto a lasciar perdere?»
«L'ho fatto chiacchierare e tirare fuori quello a cui veramente teneva, e gli sono andato incontro.»
«E cioè?»
«Ho assunto suo cognato.»

E poi uno dovrebbe fidarsi dei vertici sindacali e della loro presunta superiorità morale...

Post Scriptum: Come mai il capufficio del signor Papù non voleva andare alla riunione e, nonostante fosse una riunione importante che in teoria esigeva la sua presenza, ha preferito mandare un subordinato? L'ho scritto: perché non ci capiva una cippa. E come mai un tale incompetente rivestiva un ruolo di responsabilità in un'azienda statale importante? Ovviamente perché era stato raccomandato. E da chi era stato raccomandato? Io non ve lo dico, ma vi do un indizio: all'epoca aveva anche lui un incarico prestigioso in una grossa azienda statale. E adesso? Adesso no, ha trovato la sua vera vocazione. Fa il politico.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Son politica anche io, ma è pieno di fessi... Comunque la vocazione era più quella del bue nel presepe vivente secondo me.
Mary

Swan ha detto...

Purtroppo, Mary, la politica a me sembra uno di quei settori dove competenza, affidabilità e abilità contano sempre meno, a vantaggio di altri fattori che hanno grosso modo a che fare con la comunicazione e la capacità di "vendersi" (in questo ha parecchio in comune con il mondo della TV e dello spettacolo in genere). Non intendo naturalmente mancare di rispetto né a te né ai (temo pochi) politici di sostanza, e ovviamente nel citare aneddoti su un blog si generalizza in modo acritico... ma, chiarito questo, tendo a stare lontana dall'ambiente. Ti auguro con tutto il cuore di vivere esperienze più appaganti!

Anonimo ha detto...

So bene che razza di genteglia graviti attorno al mondo della poliica, io sono un'idealista, convinta non di poter cambiare il mondo, ma di essere almeno in una minoranza migliore. Però forse è una rappresentanza della nostra società, né più e né meno.
A presto, mi diverte leggerti!;)