Con un paio di giorni di ritardo, leggo questo trafiletto su Repubblica...
12 dicembre
Studenti murano filiale Unicredit. "C'è la crisi, banca sanzionata"
Assi di legno, tubi e lo striscione 'Banca sanzionata. La crisi pagatela voi". Così un gruppo di studenti dell'assemblea no Gelmini di Torino, che partecipa al corteo per lo sciopero generale, sta manifestando il suo dissenso nei confronti della crisi 'murando' l'ingresso di una filiale Unicredit in via Po all'angolo con via Carlo Alberto. Ad accompagnare l'iniziativa alcuni fumogeni colorati e slogan come 'Noi la crisi non la paghiamo e le banche le sanzioniamo'. Davanti alla banca è subito intervenuta la polizia. Il corteo torinese si sta concentrando in piazza per il comizio del segretario della Cgil Enrico Panini.
...accompagnato da alcune foto (copyright Photonews), tra cui questa mi pare venuta non troppo male:
Intanto, sinceramente mi stupisco che un quotidiano di un certo rilievo e generalmente serio come Repubblica, dia spazio (seppure poco) a un gesto così evidentemente idiota e privo di qualsiasi senso di concretezza e intelligenza, buttato lì giusto per fare casino e sporcare un muro.
In secondo luogo, c'è da morire dal ridere a leggere parole come "dissenso nei confronti della crisi"... e certo, perché da un crisi si "dissente", vero? Come dire, c'è chi con la crisi ci va d'accordo e chi no, chi acconsente e chi dissente.
Ancora più ridicola la pretesa di "sanzionare le banche"... perché ovviamente l'Unicredit (il più grosso gruppo bancario italiano insieme a Intesa San Paolo e al Monte Dei Paschi) presta taaaaanta attenzione alle "sanzioni" di una banda di cretini con le bombolette colorate.
Ma lo slogan più bello, secondo me, resta l'ormai classico "noi la crisi non la paghiamo", visto e stravisto anche negli striscioni e nelle scritte sui muri dei vari cortei anti-Tremonti e anti-Gelmini. Per esempio qui (foto presa da 02blog):
Adesso, io ammetto subito di partire moooolto prevenuta sulle manifestazioni di piazza in generale, di qualunque sponda esse siano. Mi annoiano e mi irritano nel loro complesso, le trovo antiquate e inutili in un Paese in cui si vota e quindi si mettono in piedi dei governi che hanno appunto il compito di governare. Se quel governo non ti piace, la prossima volta torna a votare sperando che vinca una parte politica di tuo gradimento (che quindi si presume governi come piace a te), ma se poi non succede, non rompere le balle. Io la vedo così, tant'è vero che anche durante i due governi Prodi, da me aborriti, qualsiasi manifestazione di piazza organizzata dal centrodestra mi sembrava solo una gran perdita di tempo: ci sono state le elezioni, Prodi ha vinto, quindi governa lui e poche palle.
Quindi, dicevo, parto prevenuta, ma con una onesta prevenzione "bipartisan".
Detto questo, mi fa veramente girare le scatole questa storia che "la crisi loro non la pagano".
Ah no? E tu, scioperato che vai in giro a urlare slogan e fare casino, chi saresti per non dover pagare una crisi internazionale che colpisce praticamente qualsiasi paese, ceto e categoria? Ti andava bene il "sistema" (incluso quello bancario) finché funzionava come un orologio ben oliato, vero? Ti andava bene fare shopping, guidare la macchina, navigare in internet, smanettare col telefonino e fare tutte quelle altre belle cosine che il benessere complessivo non di una nazione, ma di svariate nazioni messe insieme, grazie proprio a quel "sistema", ti aveva concesso di goderti, vero?
Adesso però che le cose non funzionano, perché è ovvio che periodicamente non funzionino, perché sono sempre esistite le bolle speculative (che a un certo punto scoppiano) e le crisi economiche, anzi adesso che il mondo vive una crisi peggiore del solito e quindi l'unica cosa sensata sarebbe rimboccarsi le maniche e sopportare, lavorare, produrre, darsi da fare, tu no, povero piccino, tu la crisi non la vuoi pagare perché piove governo ladro, ed è solo colpa degli adulti che sono tanto brutti e cattivi. E tu non c'entri niente con tutto questo, tu vuoi vivere in un'isola felice dove quando le cose funzionano, ne trai (direttamente o indirettamente) gli ovvi vantaggi, quando invece non funzionano scrivi su uno striscione che deve pensarci qualcun altro.
Sei giovane? Non hai avuto voce in capitolo sui processi storici ed economici che ti hanno preceduto? E chi se ne frega, sempre di quei processi fai parte, volente o nolente. Quando finì la Seconda Guerra Mondiale, mio padre era poco più che diciottenne, quindi non aveva decisamente mosso un dito né per innescare la guerra, né tantomeno (andando a ritroso) per favorire l'ascesa del Duce, né nulla del genere, non aveva responsabilità per lo stato di fame e miseria in cui lui e i suoi amici e familiari si trovavano. Ma non mi risulta che la sua generazione si sia messa a piagnucolare come un gruppo di bambinetti frignoni dicendo che "loro il dopoguerra non lo pagavano". Hanno fatto sacrifici, hanno lavorato e hanno ricostruito, fine della storia.
Noi invece ci ritroviamo con sindacalisti e studenti che nei cortei, prima di chiarire cosa farebbero loro al posto dei decreti o delle leggi che disapprovano, si premurano di rendere noto che davanti a un problema comune non intendono muovere un dito, anzi vogliono praticamente esserne esentati.
Sì certo, e infatti i coccodrilli svolazzano, come diceva il padre di Pierino.
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