Bene bene bene, ormai il silenzio stampa è caduto praticamente con tutte le persone che conosco... di conseguenza tanto vale fare outing pure qui, e sfruttare il blog per fornire aggiornamenti futuri cumulativi.
Insomma, in casa Swan c'è una bimba in arrivo, presumibilmente a metà aprile (altrimenti detto: sono alla ventiduesima settimana di gravidanza). L'atmosfera domestica oscilla fra l'incredulità e il timor panico, spero solo che i prossimi quattro mesi bastino a metterci in un ordine di idee un po' più normale... non dico idilliaco, ma se non altro sereno.
L'incredulità e il timor panico di cui sopra derivano sostanzialmente da due questioni... la prima è che, sebbene non siamo mai stati ossessionati dal desiderio di procreare, ormai il Ghigo ed io eravamo entrati nell'ordine di idee che la natura avesse deciso diversamente per noi, considerato quanto si è sempre impegnata per incasinare ben benino le mie ovaie, i miei ormoni, il mio ciclo, ecc. Insomma ci dicevamo: "Se un bimbo arriva, bene, se non arriva, pazienza, ma qui il tempo passa e sembra proprio che non arrivi."
E invece, di punto in bianco, eccolo qui (anzi, eccolA qui).
Dico "di punto in bianco" non a caso, perché l'iter di tutta la questione è stato abbastanza originale... e questo è il secondo motivo per cui siamo ancora un po' increduli. Vo' a raccontare, e voi sedetevi, che la storia è lunga.
Fine luglio: ciclo un po' in ritardo, il che nel mio caso non significa assolutamente nulla, visto che le famigerate ovaie micropolicistiche ci godono, a far tardare il ciclo più che possono, e ormai ci ho fatto l'abitudine. Però però, sentivo qualche strana inappetenza, un generale senso di malessere non meglio identificato, qualche leggerissima nausea occasionale... insomma abbastanza da farmi sorgere il dubbio. Sicché, passato quel minimo di tempo necessario a rendere i test affidabili, mi compro un bel test di gravidanza in farmacia (doppio!) e faccio le prove del caso.
Test 1: negativo.
Test 2: negativo.
"Va bè", mi dico, "è semplicemente il quadro ovarico generale che sta di nuovo dando i numeri, probabilmente a causa del superlavoro e dello stress dell'ultimo anno" (in questo calderone infatti possiamo infilarci: malattia + morte di mio padre, mole disumana di lavoro su più di un fronte, mancanza di sonno per diversi mesi consecutivi, forte coinvolgimento nei problemi familiari/depressivi di una cara amica, ecc ecc).
Ad ogni modo, per scrupolo vado dal medico, che sostanzialmente convalida la mia auto-diagnosi ma dice anche: "se proprio vogliamo essere sicuri che non ci sia di mezzo una gravidanza, ti prescrivo le analisi del sangue: quelle non sbagliano mai, mentre il test della farmacia a volte può anche non prenderci. Se in effetti le analisi del sangue confermano l'esito del test fatto in casa, ti restano due strade: o vai dal ginecologo, o dall'endocrinologo, ma in entrambi i casi fai un bello screening della situazione facendoti prescrivere degli esami specifici".
E così (primi di agosto), trotterello al laboratorio delle analisi e parte l'infallibile verifica.
Negativa.
Decido quindi di aspettare l'autunno per iniziare il giro dei medici, e nel frattempo sopporto quei leggeri malesseri che ogni tanto si fanno ancora sentire.
Nella seconda metà di agosto il Ghigo ed io ci concediamo pochi giorni di vacanza sul Lago di Garda, con la sola e categorica intenzione di cercare un po' di pace e silenzio, visto che dopo il superlavoro di luglio ci sentiamo entrambi ridotti a due stracci. Ricarichiamo un po' le pile e torniamo a casa abbastanza rilassati.
Nemmeno 24 ore dopo il ritorno, paf! Ciclo. "Olè, ci siamo", mi dico, "piano piano lo stress e la stanchezza mollano la presa e le cose si rimettono in carreggiata. Dài che forse arrivo dai vari specialisti senza essere proprio ridotta a uno strano caso da laboratorio!"
Invece no: dopo quel ciclo, passa qualche giorno "normale" e poi ri-paf! Un altro. E a distanza di pochi giorni, un altro ancora, condito da notevole mal di pancia.
"Okay: strano caso da laboratorio. Prima due mesi senza manco un vago accenno, adesso praticamente butto sangue come una fontana tre settimane su quattro".
Decido a malincuore di iniziare le consultazioni dagli specialisti, e di cominciare con la ginecologa: chiamo per prendere l'appuntamento e mi ritrovo con una bella lista d'attesa prima di me. Non solo, ma proprio i giorni in cui avrei potuto prendere l'appuntamento vanno ad accavallarsi con quelli in cui sarebbe venuta a trovarmi dal Canada "la mia fidanzata", alla quale avevo promesso un tour per diverse città italiane, e pure qualche giorno insieme in Germania. Insomma faccio due conti, e prendo l'appuntamento per lunedì 13 ottobre.
A metà settembre gli strani cicli a ripetizione si fermano: poi arriva la mia fidanzata e, di treno in treno, giriamo per Milano, Pisa, Firenze, Roma, Pompei, quindi veloce tappa di riposo a casa mia, poi prendiamo la macchina, il Ghigo si unisce a noi e tocchiamo Venezia, Innsbruck, Nechwenstain, Stoccarda e Monaco. Il tutto in dieci giorni, una vera maratona. A Monaco le nostre strade si dividono: la mia fidanzata prosegue il suo giro turistico dell'Europa, mentre il Ghigo ed io torniamo a casa.
Durante l'intero "tour", ogni sera mi schianto nel letto con addosso una stanchezza fuori dal mondo e non faccio che ripetermi: "Mai più andare in giro con una persona tanto più giovane di me (13 anni di differenza)... è un massacro, questa mi ammazza, non sono più in grado di tenere il passo, oddio la vecchiaia avanza", ecc ecc.
Venerdì 10 ottobre, ricevo una telefonata dalla segretaria della ginecologa, che mi chiede se posso anticipare al sabato l'appuntamento che avevo preso per il lunedì. Impegni per sabato non ne ho, quindi non faccio problemi e dico di sì.
E' così che, a mezza mattina dell'11 ottobre, me ne vo dalla dottoressa M.G., a cui racconto tutta la sfilza delle stranezze estive: "Bla bla, malessere generale, bla bla, ciclo in ritardo, bla bla, poi tre cicli di seguito, bla bla, casino bestiale, bla bla..."
Lei prende appunti, rimane un po' perplessa, e poi mi dice: "Va bè, senta, adesso intanto passiamo alla visita, e poi cerchiamo di capire come muoverci".
Nota: la dottoressa M.G. è una quarantaseienne di grande simpatia ed energia, di quelle senza tanti fronzoli né tante chiacchiere, praticamente un sergente maggiore: il mio genere di medico. Quindi, senza tanti complimenti, mi parcheggia sul lettino e parte con tutto l'ambaradàn, in particolare una bella ecografia per verificare se e quanto è peggiorato lo stato delle famose ovaie micropolicistiche. Io me ne sto lì, occhi al cielo, già rassegnata a sentirmi dire che tanto per cambiare c'è un bel pastrocchio, che delle ovaie incasinate quanto le mie sono una rarità, e tutto il resto del repertorio che ormai so a memoria.
"Mo vèh! Ma signora, per forza che non le viene il ciclo, lei è incinta di tredici settimane!"
O______O
Il mio hard disk interno inizia a sfrigolare. Dati incoerenti - deduzione illogica - impossibile - impossibile - impossibile...
Riguadagno un attimo di lucidità e istantaneamente mi rilasso, pensando che ovviamente c'è un errore. "Ma noooooo, guardi che si sbaglia, non è possibile... cioè, non è che mesi fa un vago dubbio non mi fosse venuto, ma poi le analisi del sangue negative, e i cicli mestruali a ripetizione... no no, c'è un errore, mi dia retta, c'è un errore."
Leggo nel suo sguardo il chiarissimo interrogativo Ma ci fai o ci sei?, e la guardo armeggiare ulteriormente con l'ecografo e pigiarmi il sensore sulla pancia da ogni verso.
"Dica un po' quello che vuole, ma questo qui è un bambino... guardi, guardi pure il monitor."
O_________O
"Un baaa... un ba-baaa... in che senso, un baaa..."
"Feto singolo, direi in perfetta salute, come le dicevo siamo a tredici settimane, e posso anche dirle che è femmina. Uuuh, guardi che carina, si muove!"
O__________O
Inizia a girarmi la testa e mi sembra di avere un'allucinazione. Non so con quale neurone cerebrale ancora attivo, sfodero il mio migliore aplomb e me ne esco con questa frase modello Ufficiale e gentiluomo:
"Do-dottoressa, lei avrà la co-cortesia di scusarmi s-se a questo pu-punto mi lascio p-prendere da una le-leggera crisi di n-nervi, v-vero?"
Qui per la prima volta vedo la dottoressa M.G. guardarmi con un velo di preoccupazione.
"Ma... non capisco, è contenta oppure no? C'è qualche problema? Oddio, non è che si sta separando da suo marito o qualcosa del genere?"
"Chi? Come? Io? No no no, ma quale separazione, per carità, è solo che sa... cioè... non capisco... il test di gravidanza, le analisi del sangue..."
"Evidentemente erano sbagliate. D'altra parte, con delle ovaie messe come le sue..."
Ecco, mi pareva che quelle bastarde non ne avessero combinata un'altra delle loro. Pure le analisi del sangue espressamente finalizzate alla verifica di gravidanza, sono riuscite a incasinare.
"Comunque adesso si rivesta pure, e poi esaminiamo il da farsi".
"Rivesto... sì... da farsi... ghhh..."
In qualche modo caracollo fino alla scrivania, e lì il mio cervello ha un altro lampo di funzionamento. "Scusi, ma io ho avuto tre cicli mestruali di fila fino a un mese fa! Come faccio a essere incinta di tredici settimane?!?"
"Ma quali cicli mestruali! Le sue erano minacce d'aborto, e pure molto serie!"
Mi tremano le gambe e mi siedo.
"Cioè io credevo che... e invece..."
"Guardi, se avessi saputo come stavano le cose, io avrei dovuto farla ricoverare per un mese e tenerla inchiodata a un letto. Pensi a quanto è stata fortunata! Si è risparmiata tre mesi di preoccupazioni e angosce, è andata tranquillamente avanti con la sua vita, e adesso la bambina è in ottima forma, cosa vuole di più?"
"Minacc... abort..."
"Per curiosità, ha fatto qualcosa di particolare negli ultimi tre mesi? Si è affaticata molto?"
"Ehm... chiusura di un festival, manovalanza a una fiera di fumetti, scarpinate varie su e giù per Italia e Germania..."
"Eh, però ha visto? Questa bambina si è aggrappata in tutti i modi e ha tenuto duro!"
"Ah non ne dubito... io non le ho certo facilitato il compito..."
"Comunque adesso lei se ne sta bella tranquilla e senza preoccupazioni, i primi tre mesi li ha superati e da adesso in poi è tutta discesa. Adesso le spiego cosa è necessario fare nelle prossime settimane, ci sono degli esami obbligatori e altri facoltativi, qui bisogna recuperare un po' di tempo perduto e muoversi di corsa..."
Esco dall'ambulatorio stordita, piena di appunti fogli e foglietti. Guido fino a casa come una specie di automa e cerco le parole per raccontare tutta la storia al Ghigo... ovviamente senza trovarle.
Rientro in casa, e trovo il Ghigo ancora spaparanzato nel letto nonostante sia quasi l'una (ma per lui è abbastanza normale fare uso del weekend per recuperare tutto il sonno che perde nei giorni feriali).
"Ciao, sono tornata."
"Ao..."
"Sarebbe ora di alzarsi..."
"Umf... 'desso arrivo..."
Dopo qualche minuto me lo vedo sbucare in salotto con quella bella faccia da pesce lesso del sabato mattina.
"Grnmf... com'è andata?"
"Eeeeehhh..."
"Molto casino?"
"Di più."
"Cioè? Che è successo?"
"Senti... siccome non so da dove cominciare per dirtelo, quasi quasi faccio prima a fartelo vedere..."
E gli schiaffo in mano le foto dell'ecografia.
Silenzio.
Occhi pallati.
E un solo commento:
"Ma dài...?"
Ecco. Tuttora, siamo praticamente fermi lì. "Ma dài...?"
Beh, proprio fermi lì del tutto no, perché nel frattempo sono passate molte settimane, intervallate da una pletora di controlli, test, esami e varie ed eventuali, ma arrotondando in maniera molto grossolana, la sensazione resta quella. Però abbiamo altri quattro mesi per mettere a fuoco, via.
Direi che per oggi basta, ma la prossima volta vi racconto il capitolo amniocentesi, dove la star della giornata è stata mia mamma con una serie di uscite da manuale. Un vero fenomeno.
1 commento:
"Ma dài": è la più bella di tutte!!!
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