giovedì, settembre 07, 2006

Un solenne giuramento

E poi si lamentano che spesso e volentieri mi comporto da snob. Ma come evitarlo, quando è tanto evidente che una gran percentuale dell'umano consorzio è composto da vagabondi e imbecilli?
Oggi ho trascorso un irritante quarto d'ora nell'ufficio postale principale della città in cui abito. Non ero sola, bensì con due colleghi a cui toccava l'ingrato compito di avere a che fare con l'impiegata, allo scopo di spedire esattamente 53 raccomandate per l'estero e 6 per l'Italia. Eravamo in tre perché ciascuna raccomandata non era una semplice busta, bensì un pacchettino del peso di circa 650 grammi, contenente il catalogo di una manifestazione a cui abbiamo lavorato quest'estate; e questi cataloghi andavano spediti a tutte le persone che a suo tempo ci avevano inviato del materiale utile alla manifestazione.
All'ufficio, io pensavo sostanzialmente a scaricare dalla macchina gli scatoloni con le buste. Non sono quasi mai entrata nel merito del dialogo fra l'impiegata e i miei colleghi, perché (A) la cosa mi riguardava solo entro certi limiti, e (B) loro per ragioni di lavoro avranno a che fare con questo ufficio postale anche in futuro, quindi è meglio che non siano in cattivi rapporti con l'impiegata, mentre io lì dentro posso anche non mettere mai più piede.

L'andazzo è stato il seguente (le battute in corsivo sono solo PENSATE).
Collega 1: Buongiorno, abbiamo una cinquantina di raccomandate per l'estero da spedire, più alcune per l'Italia.
Impiegata (con gli occhi sbarrati e impanicati): Cinquanta..?!
Guarda gli scatoloni che il Collega 2 ed io andavamo scaricando dalla macchina all'ufficio.
Impiegata (con lo sguardo del batrace): Ma ci vorrà tanto...
Io: Ammappa, oh, questa è un genio.
Collega 2: Sono passato ieri l'altro a informarmi, mi ha detto di preparare una distinta numerata con tutti gli indirizzi in modo da velocizzare le operazioni. Ecco la distinta.
Impiegata (visibilmente incastrata e pertanto delusa): Ah...
Io (già schiumando di rabbia): Ci ho messo qualcosa come sedici ore di lavoro a preparare i pacchettini e stilare la distinta, adesso questa non ha voglia di attaccare cinquantatrè stupide etichette e compilare cinquantatrè stupidi cedolini?
Impiegata: Allora se sono tutte numerate e me le passate in ordine, io attacco i cedolini adesivi per la spedizione facendo riferimento alla distinta numerata, quindi non sto a controllare se gli indirizzi sono quelli giusti, eh? IO NON CONTROLLO NIENTE!
Collega 1 (con aria cameratesca e scherzosa): Ma certo, sono tutte in ordine, non c'è bisogno che controlli nulla... sembriamo un po' invorniti ma in realtà siamo bravi!
Io: Chi è che sembra un po' invornito...?!?

Passiamo i pacchettini uno ad uno all'impiegata, che attacca i cedolini (tempo complessivo dell'operazione: cinque minuti, NON cinque ere geologiche, checché lei ne abbia potuto pensare).
Impiegata: Non è che avete anche già fatto il conto di quello che dovete pagare?
Collega 1 (sfoderando apposito foglio con conteggio): Ma certo, eccolo qui.
Io: Questa è scema. Lascia che facciamo il conto noi? E se scrivevamo 300 euro invece che 490?
Impiegata: Allora, per le raccomandate estere sono 490 euro.
Io: 'Sta cosa devo ricordarmela per l'anno prossimo.
Collega 1: E poi ce ne sono alcune per l'Italia.
Impiegata (sospirando): Ah, dì... passamele...
Io: In miniera. Questa deve andare in miniera.
Impiegata: Non vi servono tutti i numeri di codice per il rintracciamento, vero? Cioè, io non sto mica a ricopiarveli tutti! Vi do il primo e l'ultimo, quelli nel mezzo non sono progressivi, ma andando un po' per tentativi potete comunque trovarli...
Collega 2 (riflettendo ad alta voce): Non credo che servano... anche se forse...
Impiegata (con aria di sufficienza): Ma è proprio importante, 'sta roba?
Io: Pezzo di cretina, se non fosse importante non userei delle raccomandate!
Collega 1: Beh, sì... cioè...
Io (intervenendo per la prima volta): Diciamo che non sarebbe male sapere se sono arrivate.
Impiegata: Ah, ma tanto anche monitorando i numeri sul sito delle Poste, al massimo venite a sapere quando i pacchetti lasciano l'Italia, non cosa succede dopo!
Io (intervenendo per la seconda volta): Lo so, ma se i destinatari dicono che non hanno ricevuto nulla, con il codice si può far partire il reclamo.
Impiegata (con tono sostenuto): Ah, sì, il reclamo...
Io (intervenendo per la terza e ultima volta con domanda trabocchetto): Se lei ci dà gli estremi del primo e dell'ultimo pacchetto, poi si può risalire ai numeri intermedi?
Impiegata (chiaramente non avendo la più pallida idea di cosa rispondere): Sì... credo di sì...
Io (decidendo che non avrei più proferito parola, perché è inutile donare perle ai porci): CREDI di sì? Ma certo che NO, deficiente, NO che non ci si può risalire, ne ho fatte a DECINE di spedizioni internazionali negli ultimi due anni e LO SO che non si possono identificare inequivocabilmente i numeri se non ce li scrivi uno per uno o non ci dai tutte le matrici dei cedolini!
Collega 1: Dài, non importa, in qualche modo facciamo...
Impiegata: Ecco, bene, questo è il primo e questo è l'ultimo. Qui c'è la ricevuta, con il totale da pagare per le spedizioni per l'estero più quelle per l'Italia.

La Collega 1 paga, poi tutti e tre ce ne andiamo. Fuori dall'ufficio:
Collega 1: Con loro ti tocca fare così, inutile ragionarci...
Il Collega 2 scuote la testa con sconfortata rassegnazione.
Io: No, scusate, vi chiamo a testimoni di un solenne giuramento. Fatte salve circostanze veramente drammatiche in cui uno deve per forza adattarsi a qualunque cosa... tipo guerre, carestie, epidemie di peste... io giuro che non andrò MAI a fare l'impiegato statale. Giuro. MAI. Piuttosto mi prostituisco. Se è così che ci si deve ridurre a stare dietro a uno sportello...

La Collega 1 salta sul suo scooter, il Collega 2 sulla sua bicicletta, io mi dirigo verso il parcheggio dove ho lasciato la macchina. Un nuovo giorno destinato a lasciare il segno per la mia aumentata sfiducia nella specie umana, sottospecie degli statali scaldasedie.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Gentile Swan,
ho letto solo ora il post del 20 ottobre 2005 su don Federico Semprini e sono interessato a saperne di più. Mi può contattare?
Roberto Beretta
r.beretta@avvenire.it

Anonimo ha detto...

Gioia mia, ma tu parti dal presupposto errato!
Inutile giurare di non finire MAI a fare l'impiegata statale dietro agli sportelli di un ufficio postale. Molto più semplicemente, anche se ci tenessi TANTO ad essere assunta, sarebbero LORO a non volerti. Vedi, non è che ci si riduca a quel modo lavorando lì...è che non si viene nemmeno presi in considerazione se al colloquio si dimostra di avere un livello culturale, nonchè un quoziente intellettivo, superiore a quello di una cimice!! ;o)
Bacio!
Maggie76

Anonimo ha detto...

Perche non:)