lunedì, settembre 11, 2006

Una giornata memorabile

...e non certo per i tristi ricordi che si porta dietro (le Twin Towers stanno ancora sul gozzo a tutti) ma per come le sue fasi si sono stranamente concatenate.

Ore 8:30, in piedi (si consideri che ero andata a nanna verso l'una e mezza causa lavoro).
Colazione NON ingoiata con l'imbuto, pappa e coccole per le micie, normali attività mattiniere. Controllo posta elettronica, smaltimento di alcune piccolezze di lavoro (SENZA guardare di continuo l'orologio).

Ore 10:00 circa, esco di casa, prendo la bicicletta (tempo meraviglioso, soleggiato ma con leggera brezzolina fresca) e liquido alcune commissioni (banca, edicola, ufficio postale), dopodiché vado nell'ufficio dell'associazione con cui abitualmente collaboro. Sistemo tutta una serie di lavori che avevo in mente, sento al telefono un'amica che non sentivo da una vita e (forse) le rimedio un lavoretto, passo del tempo piacevole assieme a Collega 1 e Collega 2 ("eh, tu blogghi troppo!"), faccio un po' di coccole a Grande Capessa Stressata, infine me ne vado tranquilla e rilassata (!!!) verso le 13:15.

Passo al supermercato, compro due tramezzini e una macedonia, dopodiché mi infilo dentro il parco, trovo un alberello solitario con tanta ombra, mi ci piazzo sotto e mi concedo un mini picnic. Clima meraviglioso, panorama molto bello, poca gente, brezzolina gradevolissima. Mi autoimpongo di non avere fretta e NON ingoiare con l'imbuto neanche qui. Mi rincretinisco di beatitudine.

Finisco TRANQUILLAMENTE di mangiare e di leggere l'ultimo numero di Julia. Mi alzo, raccatto i resti del pranzo, li butto via, risalgo sulla bibicletta e passo a casa, dove rimango un paio d'ore. Pappa e coccole alle micie, smaltimento di nuova posta elettronica e altre cosette.

Verso le 16:00 esco di nuovo e vado dal bici-meccanico, perché durante la mattinata mi ero accorta che un pedale della bicicletta non era a posto (e così faccio finalmente aggiustare anche il cavalletto). Gli lascio la bicicletta, che sarà pronta domani, e vado di nuovo a piedi all'ufficio, dove in capo a un paio d'ore completo altre cose che avevo in ballo, una in particolare che ho sistemato insieme a Collega 2. Finisco persino di correggere le bozze della rivista per cui lavoro.

Mi incammino verso casa, riesco a passare da lattaio e macellaio prima che chiudano SENZA dover correre i 400 metri piani. Investo un quarto d'ora di tempo nell'andare in macchina dal grafico che impagina la rivista per lasciargli le bozze corrette. Poi a casa. Pappa e coccole alle micie, sistemazione della spesa in frigo e negli stipetti, smaltimento di nuova posta elettronica, scrittura di questo post, in attesa che torni mio marito e sia ora di cena (che NON ingoierò con l'imbuto).

Uno dice: giornata normale.
E' per questo che nel mio caso è memorabile.

Poi vabbè, stasera verso le 22:00 mi toccherà andare dal grafico a controllare le ultime cose e chiudere la rivista, ma che cavolo, mica si può pretendere la Luna, no? E poi, sì, ho delle preoccupazioni, una in particolare che mi fa stare molto in pensiero, non è che il mondo sia improvvisamente cambiato: eppure oggi qualcosa era diverso.

P.S. Per chi oggi ridacchiava dopo aver letto il post di ieri sulle deficienti sgnaccherone, aggiungo che Lisa può permettersi tali commenti sulle suddette perché è sgnacchera come e più di loro. Una perché è ingegnera mica deve essere pure 'na cozza.

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