Vostro Onore, confesso: sono una fan di Frank Miller (in
senso etimologico, cioè fanatica). Come tanti, lo sono
diventata leggendo il suo Daredevil e
da lì non mi sono persa più niente. Riesco a trovare motivi per apprezzarlo
anche nelle sue opere meno riuscite. E quando era uscito il primo film di Sin City, me l'ero goduto dall'inizio
alla fine.
Oggi, invece, penso a Sin
City - Una donna per cui uccidere (visto ieri sera al cinema con la mia cine-socia)
e rimango perplessa.
Non mi spiego come mai, data l'appassionata fedeltà al
fumetto da cui il film è tratto, Miller e Rodriguez abbiano scelto di modificare
alcuni punti significativi che attendevo con l'acquolina in bocca. Non sto
pensando a sequenze complicate che avrebbero allungato troppo il film, intendo
proprio qualche battuta qua e là, qualche dettaglio più credibile, qualche
scena finalizzata a dare un'interpretazione più articolata del personaggio di
Ava Lord. Invece di una dark lady infallibile, avremmo avuto una dark lady con
i suoi momenti di incertezza e le sue decisioni avventate.
Insomma: non si
giudica la qualità di un film dalla fedeltà all'opera originale... ma perché
trascurare elementi ottimi, dell'opera originale, che al film avrebbero dato
tanto?
Tra l'altro, all'inizio, Ava Lord non suona neppure convincente nel
recitare la parte della povera vittima bisognosa di aiuto. Nel fumetto, uno ci
crede, che Ava sia nei guai. Nel film, no. È il doppiaggio italiano che non
rende? (mmm, strano.) È Eva Green che ha fatto il solito giochino "Dwight deve credermi,
ma lo spettatore no"?
Mi sono tolta lo sfizio di scansionare qualche vignetta qua
e là, quelle che avrei voluto vedere anche su pellicola oltre che su carta. Attenzione: SPOILER.
Ava in versione "credibile donzella in difficoltà".
Follia e malvagità secondo Ava. Peccato, nel film, aver perso questa chicca.
La telefonata col poliziotto: due giorni dopo l'omicidio di Damien, non poche ore!
(vabbè che non cambia chissà cosa)
Ava vulnerabile: il nervosismo, i passi falsi, la preda sbagliata. Una chiave di lettura assente nella versione cinematografica.
Le vignette più significative del finale. Nel fumetto, Ava continua a fingere e a inseguire solo il suo interesse. Nel film, cambia veramente idea e vorrebbe stare con Dwight. Un bel cambiamento di prospettiva: sono due finali alternativi. Ammetto che mi piacciono entrambi.
Lo ripeto, per scrupolo: non mi interessa la fedeltà fine a
se stessa. Mi dispiace la mancanza di dettagli che fornivano chiavi di lettura
più intriganti, secondo me, di quelle offerte dal film.
Andando avanti, mi lascia perplessa anche l'episodio sul
figlio illegittimo di Rourke. Contiene delle scene interessanti, qualche buon
personaggio, qualche bella battuta. Ma... poi? Cosa ci ha raccontato di nuovo,
cosa ci ha dato?
Va a finire che la sola parte a convincermi fino in fondo è quella sulla vendetta di Nancy e sul rapporto fra lei e Marv,
il tutto condito dalla speranza, puntualmente disattesa, che almeno una
persona, dico una, si salvi da Sin
City. Mi piace quando una storia ti convince a volere un determinato epilogo, e
poi te lo nega.
Mettiamola così: quella di Marv e Nancy sarebbe la sola parte che mi convince, se non fosse che Ava ha pur
sempre la faccia di Eva Green, e con Eva Green io non ci discuto, per principio.
In fondo, Vostro Onore, non ho mai detto di essere fanatica solo
di Frank Miller.
P.S. Una nota sul
doppiaggio italiano. Il nome è Ava, per amor del cielo, non Eva, un conto è la
pronuncia inglese e un conto quella italiana. So che dietro le scelte di adattamento c'è sempre un motivo, che l'adattatore e il direttore di doppiaggio ci pensano, a queste cose, eppure continuo a sentirla come una forzatura. Ava come Ava Gardner, avete presente?
C'è qualcuno in Italia che dice "Eva Gardner"?!?