Qualche giorno fa è uscito il secondo "Color Zagor",
intitolato Il ritorno di Guthrum.
Storia gradevole, con il consueto dosaggio di avventura
esotica e riferimenti storici. Non una lettura di quelle che rimangono per
sempre nella memoria; eppure, vedere nuovamente Guthrum sulla
copertina di un albo di Zagor mi ha riportato alla mente un'altra storia che
in me, bambina di 8 anni, aveva lasciato un segno indelebile. Questa:
Credo che la metà della mia passione per i fumetti e per le
storie fantastiche sia nata da questa copertina di Gallieno Ferri. Dalla paura
che mi metteva il kraken, dalla determinazione di Zagor e Guthrum, dallo sfondo
bianco su cui l'illustrazione si staglia (d'altra parte, è ormai opinione
diffusa che Ferri dia il meglio come copertinista, piuttosto che come
disegnatore tout-court). Ricordo anche perfettamente come andava a finire quella
lunga storia, scritta da Guido Nolitta e disegnata da Pini Segna. Meglio di
tutto, ricordo il finale con la disillusione dei coloni vichinghi, la tristezza
per l'epilogo di una missione iniziata con tanta speranza.
Quella sì, una lettura che mi si era scolpita dentro.
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