Il mio iter scolastico è stato costellato, per la maggior
parte, di insegnanti validi. In quasi tutte le materie, mi è stata data una
preparazione più che discreta. È solo colpa mia se, col tempo, ho dimenticato
molto di quanto appreso.
Con un'eccezione: la storia dell'arte.
Ho la colpa, quella certamente sì, di non essermela studiata
per conto mio. Ma questo non toglie che, a scuola, io abbia sempre beccato
insegnanti di arte completamente incapaci di trasmettermi il minimo interesse
per la materia. Vedo un Canaletto e lo confondo con un Tintoretto, vedo un
Giorgione e decido che mi piace, così in base all'istinto del momento, vedo un
Picasso e non ci capisco una cippa.
Quindi, ogni occasione in cui trovo una via, un sentierino,
un pertugio attraverso il quale imparare e capire qualcosa di arte, per me è
oro colato.
È
andata così con "Uccidete Caravaggio", di De Nardo e Casertano. Come
si fa a non godersi una storia avventurosa, di ampio respiro, storicamente
documentata, che per giunta parla di come l'arte si insinua nell'anima delle
persone? 10 e lode.
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