martedì, gennaio 23, 2007

Questione di metodo

Qualche giorno fa ho malauguratamente acceso la TV e sono capitata su L'Italia sul Due (ohi, son disgrazie che capitano). L'argomento di discussione era "Matrimonio o convivenza?" e ovviamente c'era un tot di ospiti, ciascuno dei quali diceva la sua. Tra gli altri un tipo, che non ho idea di chi fosse, il quale una volta interpellato esordisce con: "Non ho le competenze giuridiche, né teologiche, né sociologiche per occuparmi della questione, comunque penso che...", ecc ecc.

E qui trascrivo, a titolo di mio commento con briciola di malcelata aria di sufficienza, un breve estratto da Come si fa una tesi di laurea di Eco (uno dei libri più utili che esistano al mondo), al paragrafo sull'orgoglio scientifico (pag. 198 dell'edizione Tascabili Bompiani, XXXI ristampa, 1994):
"Non vi è nulla di più irritante di quelle tesi (e talora accade anche con dei libri a stampa) in cui l'autore avanza continuamente delle excusationes non petitae.
Non siamo qualificati per affrontare un tale argomento, tuttavia vorremmo azzardare l'ipotesi che...
Cosa non siete qualificati? Avete dedicato dei mesi e forse degli anni all'argomento scelto, avete presumibilmente letto tutto quel che c'era da leggere su di esso, ci avete pensato su, preso appunti, e ora vi accorgete di non essere qualificati? Ma cosa avete fatto tutto questo tempo? Se non vi sentite qualificati, non presentate la tesi. Se la presentate è perchè vi sentite pronti e in ogni caso non avete diritto a scusanti. Quindi, una volta esposte le opinioni degli altri, una volta fatte presenti le difficoltà, una volta messo in chiaro che su un dato argomento sono possibili risposte alternative, buttatevi. Dite tranquillamente "riteniamo che" o "si può ritenere che". Nel momento in cui parlate, voi siete l'esperto. Se si scoprirà che siete un esperto fasullo, peggio per voi, ma non avete il diritto di essere esitanti. Voi siete il funzionario dell'umanità che parla a nome della collettività su quel dato argomento. Siate umili e prudenti prima di aprir bocca, ma quando l'avete aperta siate superbi e orgogliosi. [...] Naturalmente dovrete aver lavorato in modo da sentirvi la coscienza a posto. ma questa è un'altra faccenda. Qui si sta facendo una questione di stile".

Adesso, uno dice: ma un dibattito in un talk-show televisivo non ha la pretesa di scientificità di una tesi di laurea.
E allora a cosa servono?, chiedo io. Se la persona interpellata in TV ne sa quanto me, perché dovrei perdere il mio tempo ascoltandola?
In termini più crudi: ospite televisivo qualsiasi che vieni interpellato sui massimi sistemi, se hai qualcosa di meglio da dire che non sia un'opinione qualsiasi, bene. Altrimenti taci, che fai più bella figura - e chiediti che ci stai a fare lì, a parte scaldare la poltrona.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Ma non può tacere, l'HANNO PAGATO!?!?!
;-)