Negli ultimi tre o quattro anni, mi risulta che siano usciti almeno tre libri a fumetti che trattano un brutto argomento: il cancro.
C'è Cancer Vixen di Marisa Acocella Marchetto, poi Mom's Cancer di Brian Fries, e Il cancro mi ha reso più frivola di Engelberg Miriam (e magari altri che non conosco). Non ho letto nessuno dei tre perché ho dato la precedenza ad altri acquisti, ma ho sempre pensato che fosse una buona cosa che anche il medium fumetto, come altri, facesse la sua parte per affrontare un tema così difficile e, magari, essere d'aiuto a chi quel tema lo sta affrontando in prima persona.
Però, tutti e tre questi libri sono volumi unici e destinati a un pubblico abbastanza raffinato (basti pensare che Marisa Acocella Marchetto è una vignettista del New Yorker ), che si concentra sulla storia più che sul tratto, che ha le capacità di apprezzare un certo tipo di letture. Insomma non sono per tutti, e soprattutto sono per chi ha proprio deciso che vuole leggere un fumetto su quell'argomento.
L'altro giorno, invece, nel mezzo di una lettura che più popolare non si può, e che più frivola non si può, mi sono imbattuta nell'argomento "cancro al seno". Per l'esattezza, in questo volume qui:
Ecco, se un dovesse giudicare il libro dalla copertina, gli verrebbe il dubbio che sia destinato - anche più del fumetto medio di supereroi - a nerd brufolosi che sbavano su donnine pettorute e vestite in spandex. Invece non è dedicato solo a loro. Dopo un paio di storie di Hellcat quasi fastidiose per quanto si sforzano di essere divertenti e sopra le righe (troppo sopra le righe), la miniserie Marvel Divas è in realtà un allegra e lunga citazione di Sex & the City (feste, cocktail, moda, chiaccchiere, lavoro, uomini...), con un elemento inaspettato: una delle protagoniste - Angelica - deve affrontare un cancro al seno.
Segue un iter abbastanza standardizzato nelle storie di tumori sconfitti (analisi, diagnosi, cure, deperimento, altre cure, guarigione), il tutto trattato con garbo, delicatezza e una spruzzata di avventura supereroica, ma la parte che ho trovato più significativa sono le due paginette in cui la malata ammette di aver deliberatamente trascurato la sua salute, nonostante certe vecchie avvisaglie, e di essersi ridotta a farsi vedere da un medico quando ormai la situazione era piuttosto grave. E le sue amiche ammettono a loro volta che pure loro non fanno alcun tipo di controllo periodico, sicché quanto è capitato ad Angelica potrebbe capitare a chiunque di loro.
Insomma: in un fumetto per nerd brufolosi (ma forse anche per lettrici nerd che - come me - sono rimaste incuriosite da questo Sex & the City in salsa di supereroi), quindi dove proprio uno non se lo aspetterebbe, sbuca con nonchalance un invito alla prevenzione dei tumori. Quindi non cercato come nel caso dei raffinati volumi espressamente dedicati all'argomento, ma capitato nel mezzo di una lettura popolare e leggera. A me sembra un buon modo per fare della comunicazione su un tema che non viene mai abbastanza affrontato. Anche solo quei due semplici balloon, che dicono "Non vedo un medico da... mesi? Anni? Dovrei andarci...", toccano una corda piuttosto sensibile.
Insomma, ho già pronte le impegnative per visita senologica e pap-test. Magari mi sento un po' ridicola a dire "le ho prenotate perché me lo ha suggerito Felicia Hardy", ma che diavolo, ciascuno ha il suo modo per sentir vibrare quella corda dentro di sé. Quindi grazie, Marvel Divas.
P.S. Ah dimenticavo, è pure scritto e disegnato bene: testi brillanti di Roberto Aguirre-Sacasa, disegni accattivanti di Tonci Zonjic.
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