Qualche giorno fa ho ricevuto per posta uno scatolone del mio pusher, contenente la solita infornata mensile di fumetti, tra cui alcuni arretrati che da tempo speravo di rimediare. Tra questi un paio di albi collegati alla saga Marvel de L'iniziativa ("saga" è il termine più decente che mi sovviene, in questo caso penso che "cross-over" non sarebbe appropriato), uno dei quali il volumetto che raccoglie la miniserie in 6 numeri dedicata a Sub-Mariner. Storia gradevole, disegni accettabili (anche se a volte sembrano una brutta copia di Alan Davis), insomma un volume non imprescindibile ma comunque un tassello significativo negli eventi Marvel di fine 2007.
Niente di che, insomma, eppure quando ho avuto l'albo nelle mani, mi è scappato un piccolo tuffo al cuore. Perché la copertina è di Michael Turner, e perché l'idea che Michael Turner non ci sia più, già da un paio d'anni, ancora non l'ho digerita.
Sarà che era del 1971, proprio come me. Sarà che, insieme a tanti altri lettori, a suo tempo avevo sgranato gli occhi davanti alle sue tavole di Witchblade pensando "e questo da dove è uscito?!?". Sarà che si è sempre dedicato al fumetto popolare e avventuroso, quello a cui sono più affezionata. Sarà che le sue donnine avevano sì quella noiosa aria da top model "anvedi quanto so' bbona colle chiappe de fòri", però non era tutto lì, e nei suoi disegni c'era anche dell'altro. Sarà perché ha contribuito a creare la saga di Witchblade che tutto sommato qualche bel momento l'ha avuto. Sarà per le sue copertine di Identity Crisis e di Civil War, piccoli preziosi gioielli messi a guarnire due diademi già regali.
Non lo so. Sarà che quando una persona così piena di grazia e talento muore ancora giovane, ho sempre questa sensazione che sia stata commessa una solenne ingiustizia, e che per di più non ci sia nessuno con cui prendersela.
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