Ecco amore, la mamma ha cucinato le soglioline per la sua bimba.
Topolino bello, vieni che è ora della pappa, guarda che ci sono le soglioline! Aààmmm, buone le soglioline!
Dai, tesoro, per piacere, solo qualche morsicino. I bimbi devono mangiare il pesciolino perché è tanto buono e fa tanto bene. E queste soglioline la mamma le ha pulite, salate e fritte con burro e salvia perché così hanno un bel saporino e facciamo tanti bei bocconcini.
Su, apri la boccuccia... àààmmmm...
Coraggio, prottino, non ti sto chiedendo la luna... una sogliolina la mangi tu e una la mangia la mamma. Vedi la mamma che mangia la sogliolina? Mmmm, com'è buona la sogliolina!
Adesso prova tu. Ecco un bel bocconcino, adesso tu apri la bocca e...
Vabbè, amore, ho capito. Usciamo e andiamo a farci una pizza.
Ecco, credevo che sarebbe andata così.
Invece ha mangiato la sogliola dal primo all'ultimo filetto.
Poi non ditemi che non sono miracolata.
Questo è il blog di Valentina Semprini. Parla di fumetti, musical, vita privata e altro. Quindi contiene chiacchiere, segnalazioni, immagini, video, riflessioni, sfoghi, recensioni... insomma, è un blog: che vi aspettavate? :-)
domenica, aprile 25, 2010
martedì, aprile 20, 2010
lunedì, aprile 19, 2010
Bum!
Mi pare che si stia un po' esagerando.
Apprezzo il fatto che tra Guerra Segreta, Secret Invasion e Dark Reign ci siano state numerose occasioni per rivangare il passato Marvel e colmare delle lacune qua e là, o meglio per inventarsi delle lacune da colmare (le infiltrazioni degli Skrull, le operazioni degli Illuminati, ecc). Bendis mi piace sia come soggettista che come sceneggiatore.
Sulla questione Nick Fury, però, mi pare che si inizi a esagerare. Credo che l'apice lo abbiamo raggiunto sul primo volume di Secret Warriors: Nick Fury agente del nulla (n. 81 della collana Marvel Mix). A parte la sensazione che ultimamente nell'universo Marvel non si possa muovere foglia se Fury non vi è implicato in qualche modo, la splash page nella quale salta fuori che, dietro allo Shield, sotto sotto c'è sempre stata l'Hydra, mi pare che rasenti il ridicolo.
Lo dico sinceramente, a me è scappata una risata e ho detto "Seeeee, bum!".
Stiamo entrando nel reparto "non so più cosa inventarmi per farvi sobbalzare sulla sedia"? O in qualche modo Bendis (che in questo caso è coadiuvato ai testi da Jonathan Hickman) mi renderà tutto credibilissimo e plausibilissimo? Per ora rimango scettica, ma attendo i prossimi volumi.
Sperando, per inciso, che nel frattempo la collana Marvel Mix venga epurata dai giochini di parole scemi che compaiono nel colophon alla voce "editor"... groan.
Apprezzo il fatto che tra Guerra Segreta, Secret Invasion e Dark Reign ci siano state numerose occasioni per rivangare il passato Marvel e colmare delle lacune qua e là, o meglio per inventarsi delle lacune da colmare (le infiltrazioni degli Skrull, le operazioni degli Illuminati, ecc). Bendis mi piace sia come soggettista che come sceneggiatore.
Sulla questione Nick Fury, però, mi pare che si inizi a esagerare. Credo che l'apice lo abbiamo raggiunto sul primo volume di Secret Warriors: Nick Fury agente del nulla (n. 81 della collana Marvel Mix). A parte la sensazione che ultimamente nell'universo Marvel non si possa muovere foglia se Fury non vi è implicato in qualche modo, la splash page nella quale salta fuori che, dietro allo Shield, sotto sotto c'è sempre stata l'Hydra, mi pare che rasenti il ridicolo.
Lo dico sinceramente, a me è scappata una risata e ho detto "Seeeee, bum!".
Stiamo entrando nel reparto "non so più cosa inventarmi per farvi sobbalzare sulla sedia"? O in qualche modo Bendis (che in questo caso è coadiuvato ai testi da Jonathan Hickman) mi renderà tutto credibilissimo e plausibilissimo? Per ora rimango scettica, ma attendo i prossimi volumi.
Sperando, per inciso, che nel frattempo la collana Marvel Mix venga epurata dai giochini di parole scemi che compaiono nel colophon alla voce "editor"... groan.
venerdì, aprile 16, 2010
1 year = 525600 minutes
Premessa: di solito non metto foto della mia bimba su internet, c'è tanta gente squinternata in giro. Queste sono un'eccezione.
Un anno fa, più o meno a quest'ora, nasceva Micaela. Era così, un cartoccino di buffissimo essere umano affogato in una tutina troppo grande. Pesava 4,340 chili ed era alta mezzo metro tondo tondo.
Adesso è così (70 centimetri di altezza per nove chili e mezzo di peso):
Ogni giorno mangia un biberon di latte a colazione, una pappa da bimbo a pranzo (brodo di verdura + carne + olio + parmigiano), una merenda variabile (yogurt, frutta, biscotti) e una cena da adulto anch'essa variabile (spaghetti al pomodoro, tortino di riso e verdure, polpette in umido, pesce bollito con carote e patate, pizza, cassoni, involtini di pollo, tagliatelle al ragù, ravioli coi funghi...).
La settimana scorsa ha mangiato il suo primo gelato (un euro di fiordilatte alla Gelateria della Piazzetta).
E' golosa di "panetti", nome con cui abbiamo ribattezzato i "Bocconcini con semi di sesamo" della Conad. (grazie Simona che ce li hai fatti conoscere!)
Ha otto dentini davanti e due premolari seminascosti.
Sa gattonare, si alza in piedi appoggiandosi a mobili e persone, e inizia a balbettare qualche parola.
La prima parola è stata "Tatte".
Non vuol dire "latte", né "mamma" né "babbo".
Vuol dire "gatto", e tutto sommato in questa casa c'era da aspettarselo.
Comunque dice anche "pap", che vuol dire "babbo", e "memmemmemmemmemmemmemme" (numero di sillabe a variabilità random) che vuol dire "mamma".
Viene regolarmente chiamata "prottino" o addiruttura "prot". Un prot, nel linguaggio di questa casa, è una pernacchietta puzzolentissima tipica di bambina piccina... ora non ne fa più come un tempo e non c'è più bisogno delle maschere antigas, ma il nome è rimasto.
"Prottino, vieni che dobbiamo cambiarci".
"E' ora di mettere a nanna il prottino".
"Mi sa che al prot sta venendo il raffreddore".
Dorme insieme a un pupazzo di Winnie the Pooh.
Prima di andare a nanna, le cantiano sempre "Cam-camini cam-camini spazzacamin" e, talvolta, anche altri brani dal repertorio di Mary Poppins. Ma "Spazzacamin" non manca mai.
Subito prima di andare nel lettino, salutiamo educatamente insieme l'armadio della sua camera e gli auguriamo la buonanotte.
Gioca con un'infinità di cose, tra cui chiavi degli stipetti, calamite da frigorifero e una sorta di juke-box per bimbi che suona un sacco di musichine discretamente assordanti.
Conosce a memoria tutte le greatest hits di Belinda Carlisle. Ha ascoltato oggi per la prima volta "Le tagliatelle di nonna Pina" e non le è dispiaciuta.
Si veste nella maggior parte dei casi di blu e/o rosso.
Quando solleva le braccia in alto, si aspetta che tutti facciano altrettanto dicendo "su le manine!" con grande entusiasmo. A quel punto, forte dell'apprezzamento ricevuto, si batte le mani da sola (e si aspetta che tutti facciano altrettanto dicendo "Brava Micky! Batti le manine, brava Micky!"). E come gran finale, saluta con la manina.
Sta volentieri con le nonne e va pazza per sua zia, con cui passa un sacco di tempo e fa un sacco di cose (passeggiate, compere, giochi).
Ama toccare il naso dei suoi pupazzi e delle persone e vuole che qualcuno faccia l'elenco: "il naso di Winnie... il naso della mamma... il naso del babbo... il naso della zia... il naso della nonna...".
L'altro giorno ha battezzato i nasi di tutte le commesse del Prenatàl.
Inizia in questo periodo a ricevere i primi divieti, cosa che la fa imbestialire. Tipo:
"No le dita nella presa di corrente."
"No bam bam sulla faccia della mamma."
"No tirare la coda al gatto."
"No tirare i baffi al gatto."
"No tirare il pelo al gatto."
"No bam bam sul muso del gatto."
Inizia anche a ricevere alcuni insegnamenti fondamentali, tipo:
"I capelli della mamma sono attaccati alla mamma."
"Il naso della mamma è attaccato alla mamma."
"La testa del gatto è attaccata al gatto."
E via su questa linea.
Ovviamente sono solo le prime cose che mi vengono in mente pensando a lei. Ce ne sarebbero altre centomila, ma per un blog può bastare.
Aggiungo solo che si chiama Micaela in onore di una mia amica carissima (sebbene la senta di rado), e continuo ad essere molto fiera di questa scelta.
E poi aggiungo che essere alle prese con una creaturina così piccola e così bisognosa di tutto, è immensamente meno stressante e più piacevole se si condividono progressi e timori con altre persone che sono alle prese con la stessa esperienza. Nel mio caso, le altre mamme del corso preparto con cui occasionalmente si organizzano delle rimpatriate. Anche gli altri bimbi ovviamente compiono il loro primo anno di vita in questo periodo e immagino che anche per le altre mamme il concetto di "un anno" sia ben diverso da come lo era mai stato.
Stringi stringi, un anno da misurare in amore. :-)
Seasons Of Love
Five hundred twenty five thousand six hundred minutes
Stagioni d'amore
Un anno fa, più o meno a quest'ora, nasceva Micaela. Era così, un cartoccino di buffissimo essere umano affogato in una tutina troppo grande. Pesava 4,340 chili ed era alta mezzo metro tondo tondo.
Adesso è così (70 centimetri di altezza per nove chili e mezzo di peso):
Ogni giorno mangia un biberon di latte a colazione, una pappa da bimbo a pranzo (brodo di verdura + carne + olio + parmigiano), una merenda variabile (yogurt, frutta, biscotti) e una cena da adulto anch'essa variabile (spaghetti al pomodoro, tortino di riso e verdure, polpette in umido, pesce bollito con carote e patate, pizza, cassoni, involtini di pollo, tagliatelle al ragù, ravioli coi funghi...).
La settimana scorsa ha mangiato il suo primo gelato (un euro di fiordilatte alla Gelateria della Piazzetta).
E' golosa di "panetti", nome con cui abbiamo ribattezzato i "Bocconcini con semi di sesamo" della Conad. (grazie Simona che ce li hai fatti conoscere!)
Ha otto dentini davanti e due premolari seminascosti.
Sa gattonare, si alza in piedi appoggiandosi a mobili e persone, e inizia a balbettare qualche parola.
La prima parola è stata "Tatte".
Non vuol dire "latte", né "mamma" né "babbo".
Vuol dire "gatto", e tutto sommato in questa casa c'era da aspettarselo.
Comunque dice anche "pap", che vuol dire "babbo", e "memmemmemmemmemmemmemme" (numero di sillabe a variabilità random) che vuol dire "mamma".
Viene regolarmente chiamata "prottino" o addiruttura "prot". Un prot, nel linguaggio di questa casa, è una pernacchietta puzzolentissima tipica di bambina piccina... ora non ne fa più come un tempo e non c'è più bisogno delle maschere antigas, ma il nome è rimasto.
"Prottino, vieni che dobbiamo cambiarci".
"E' ora di mettere a nanna il prottino".
"Mi sa che al prot sta venendo il raffreddore".
Dorme insieme a un pupazzo di Winnie the Pooh.
Prima di andare a nanna, le cantiano sempre "Cam-camini cam-camini spazzacamin" e, talvolta, anche altri brani dal repertorio di Mary Poppins. Ma "Spazzacamin" non manca mai.
Subito prima di andare nel lettino, salutiamo educatamente insieme l'armadio della sua camera e gli auguriamo la buonanotte.
Gioca con un'infinità di cose, tra cui chiavi degli stipetti, calamite da frigorifero e una sorta di juke-box per bimbi che suona un sacco di musichine discretamente assordanti.
Conosce a memoria tutte le greatest hits di Belinda Carlisle. Ha ascoltato oggi per la prima volta "Le tagliatelle di nonna Pina" e non le è dispiaciuta.
Si veste nella maggior parte dei casi di blu e/o rosso.
Quando solleva le braccia in alto, si aspetta che tutti facciano altrettanto dicendo "su le manine!" con grande entusiasmo. A quel punto, forte dell'apprezzamento ricevuto, si batte le mani da sola (e si aspetta che tutti facciano altrettanto dicendo "Brava Micky! Batti le manine, brava Micky!"). E come gran finale, saluta con la manina.
Sta volentieri con le nonne e va pazza per sua zia, con cui passa un sacco di tempo e fa un sacco di cose (passeggiate, compere, giochi).
Ama toccare il naso dei suoi pupazzi e delle persone e vuole che qualcuno faccia l'elenco: "il naso di Winnie... il naso della mamma... il naso del babbo... il naso della zia... il naso della nonna...".
L'altro giorno ha battezzato i nasi di tutte le commesse del Prenatàl.
Inizia in questo periodo a ricevere i primi divieti, cosa che la fa imbestialire. Tipo:
"No le dita nella presa di corrente."
"No bam bam sulla faccia della mamma."
"No tirare la coda al gatto."
"No tirare i baffi al gatto."
"No tirare il pelo al gatto."
"No bam bam sul muso del gatto."
Inizia anche a ricevere alcuni insegnamenti fondamentali, tipo:
"I capelli della mamma sono attaccati alla mamma."
"Il naso della mamma è attaccato alla mamma."
"La testa del gatto è attaccata al gatto."
E via su questa linea.
Ovviamente sono solo le prime cose che mi vengono in mente pensando a lei. Ce ne sarebbero altre centomila, ma per un blog può bastare.
Aggiungo solo che si chiama Micaela in onore di una mia amica carissima (sebbene la senta di rado), e continuo ad essere molto fiera di questa scelta.
E poi aggiungo che essere alle prese con una creaturina così piccola e così bisognosa di tutto, è immensamente meno stressante e più piacevole se si condividono progressi e timori con altre persone che sono alle prese con la stessa esperienza. Nel mio caso, le altre mamme del corso preparto con cui occasionalmente si organizzano delle rimpatriate. Anche gli altri bimbi ovviamente compiono il loro primo anno di vita in questo periodo e immagino che anche per le altre mamme il concetto di "un anno" sia ben diverso da come lo era mai stato.
Stringi stringi, un anno da misurare in amore. :-)
Five hundred twenty five thousand moments so dear
Five hundred twenty five thousand six hundred minutes
How do you measure , measure a year?
In daylights, in Sunsets
In midnights,in cups of coffee
In inches, in miles
In laughter, in Strife
In five hundred twenty five thousand six hundred minutes
How do you measure
A year in the life?
How about love?
How about love?
How about love?
Measure in love
Seasons of love, seasons of love.
Five hundred twenty five thousand six hundred minutes
Five hundred twenty five thousand journeys to plan
Five hundred twenty five thousand six hundred minutes
How do you measure the life
Of a woman or a man
In truth that she learned
Or in times that he cried
In bridges he burned
Or the way that she died
It's time now - to sing out
Though the story never ends
Let's celebrate, remember
A year in the life of friends
Remember the love, remember the love,
remember the love
Measure in love
Oh you got to you got to remember the love
You know that love is a gift from up above
Share love, give love, spread love
Measure, measure your life in love
Seasons of love
Seasons of love
Measure your life, measure your life in love
Five hundred twenty five thousand six hundred minutes
How do you measure , measure a year?
In daylights, in Sunsets
In midnights,in cups of coffee
In inches, in miles
In laughter, in Strife
In five hundred twenty five thousand six hundred minutes
How do you measure
A year in the life?
How about love?
How about love?
How about love?
Measure in love
Seasons of love, seasons of love.
Five hundred twenty five thousand six hundred minutes
Five hundred twenty five thousand journeys to plan
Five hundred twenty five thousand six hundred minutes
How do you measure the life
Of a woman or a man
In truth that she learned
Or in times that he cried
In bridges he burned
Or the way that she died
It's time now - to sing out
Though the story never ends
Let's celebrate, remember
A year in the life of friends
Remember the love, remember the love,
remember the love
Measure in love
Oh you got to you got to remember the love
You know that love is a gift from up above
Share love, give love, spread love
Measure, measure your life in love
Seasons of love
Seasons of love
Measure your life, measure your life in love
Stagioni d'amore
525. 600 minuti
525.000 momenti preziosi
525. 600 minuti
Come lo misuri un anno?
In giorni, in tramonti
In notti, in caffè
In centimetri, in chilometri
In risate , in battaglie
In 525. 600 minuti
Come lo misuri un anno di vita?
Perché non con l’amore?
Perché non con l’amore?
Perché non con l’amore?
Misura con l’amore
Stagioni d’amore
Stagioni d'amore
525. 600 minuti
525.000 viaggi da progettare
525. 600 minuti
Come misuri la vita di un uomo o una donna?
In quante verità lei ha imparato?
O in quante lacrime lui ha versato?
In quanti ponti lui ha tagliato?
O nel modo in cui lei è morta?
- E’ ora di cantare
Anche se la storia non finisce mai
Festeggiamo, ricordiamo,
un anno di vita dei nostri amici
Ricorda l’amore
Oh, devi , devi ricordare l’amore
L’amore è un dono del cielo
Condividi l’amore, dai amore, diffondi l’amore
Misura la tua vita con l’amore
Stagioni d’amore
Stagioni d'amore
Misura la tua vita, misura la tua vita con l’amore
525.000 momenti preziosi
525. 600 minuti
Come lo misuri un anno?
In giorni, in tramonti
In notti, in caffè
In centimetri, in chilometri
In risate , in battaglie
In 525. 600 minuti
Come lo misuri un anno di vita?
Perché non con l’amore?
Perché non con l’amore?
Perché non con l’amore?
Misura con l’amore
Stagioni d’amore
Stagioni d'amore
525. 600 minuti
525.000 viaggi da progettare
525. 600 minuti
Come misuri la vita di un uomo o una donna?
In quante verità lei ha imparato?
O in quante lacrime lui ha versato?
In quanti ponti lui ha tagliato?
O nel modo in cui lei è morta?
- E’ ora di cantare
Anche se la storia non finisce mai
Festeggiamo, ricordiamo,
un anno di vita dei nostri amici
Ricorda l’amore
Oh, devi , devi ricordare l’amore
L’amore è un dono del cielo
Condividi l’amore, dai amore, diffondi l’amore
Misura la tua vita con l’amore
Stagioni d’amore
Stagioni d'amore
Misura la tua vita, misura la tua vita con l’amore
lunedì, aprile 12, 2010
Non sono convinta...
Generalmente non sono un tipo sospettoso e detesto le dietrologie, ripeto, detesto le dietrologie. Se non altro perché sono contrarie al principio di economia e al rasoio di Ockham che mi piace tanto.
Però ogni tanto mi capita di fare un'eccezione. A dire il vero, stavolta, due.
Mettiamola così... va bene, potevo (dovevo!) leggere meglio i testi descrittivi sulle riviste di informazione libraria; potevo (dovevo!) leggere quegli stessi testi in giro per la rete; potevo (dovevo!) essere meglio informata in quanto "professionista del settore" (detesto anche etichette di questo genere...).
Ma da banale lettrice che a volte non ha sempre tutti i neuroni del cervello sempre e solo orientati su testi descrittivi e cronologie da nerd, se mi passano rapidamente sotto gli occhi due cover come queste, senza che abbia il tempo di scandagliarle a dovere, penso che la prima sia uno speciale di Gotham Central dedicato al Commissario Gordon, e l'altra sia uno speciale di Batman scritto da Grant Morrison. Invece no.
Insomma, con tutti i miei limiti e i miei "potevo/dovevo", continuano a sembrarmi due cover un po' furbette. Pazienza, c'è comunque dentro roba discreta.
Però ogni tanto mi capita di fare un'eccezione. A dire il vero, stavolta, due.
Mettiamola così... va bene, potevo (dovevo!) leggere meglio i testi descrittivi sulle riviste di informazione libraria; potevo (dovevo!) leggere quegli stessi testi in giro per la rete; potevo (dovevo!) essere meglio informata in quanto "professionista del settore" (detesto anche etichette di questo genere...).
Ma da banale lettrice che a volte non ha sempre tutti i neuroni del cervello sempre e solo orientati su testi descrittivi e cronologie da nerd, se mi passano rapidamente sotto gli occhi due cover come queste, senza che abbia il tempo di scandagliarle a dovere, penso che la prima sia uno speciale di Gotham Central dedicato al Commissario Gordon, e l'altra sia uno speciale di Batman scritto da Grant Morrison. Invece no.
Insomma, con tutti i miei limiti e i miei "potevo/dovevo", continuano a sembrarmi due cover un po' furbette. Pazienza, c'è comunque dentro roba discreta.
I puntini sulle i
Ecco, in ritardo, ma alla fine arrivo. Per chi avesse perso il sonno sugli errori da me commessi nella micro-analisi contenuta in questo post, e da me medesima anticipati in quest'altro post, voilà la soluzione.
Ricapitolando, la micro-analisi riguardava questa vignetta di Silvia Ziche (alla quale ormai fischieranno le orecchie non poco):
Io avevo scritto che in quella vignetta succedevano sette cose, ovvero:
- La contessa Agnese esclama "Paperina!"
- La contessa Agnese allunga il piede in avanti
- Paperino inciampa nel piede della Contessa Agnese generando il suono "pic"
- Paperino compie la traiettoria semicircolare rappresentata dalla doppia linea cinetica
- Paperino impatta col terreno generando il suono "crash"
- Paperina si gira di scatto
- Paperina chiede "Sì, signora?"
Bene: ecco l'errore di metodo. Se in alcuni casi decido di separare, per così dire, l'aspetto visivo da quello uditivo, allora devo farlo sempre, non posso fare un po' così e un po' cosà. Quindi un elenco più sensato sarebbe questo:
- La contessa Agnese esclama "Paperina!"
- La contessa Agnese allunga il piede in avanti
- Paperino inciampa nel piede della Contessa Agnese
- Inciampando, Paperino genera il suono "pic"
- Paperino compie la traiettoria semicircolare rappresentata dalla doppia linea cinetica
- Paperino impatta col terreno
- Impattando, Paperino genera il suono "crash"
- Paperina si gira di scatto
- Paperina chiede "Sì, signora?"
Oppure anche questo:
- La contessa Agnese allunga il piede in avanti mentre esclama "Paperina!"
- Paperino inciampa nel piede della Contessa Agnese generando il suono "pic"
- Paperino compie la traiettoria semicircolare rappresentata dalla doppia linea cinetica
- Paperino impatta col terreno generando il suono "crash"
- Paperina si gira di scatto chiedendo "Sì, signora?"
Sono entrambi corretti, perché entrambi metodologicamente coerenti. Insomma, bene l'uno o l'altro, ma non il primo che avevo scritto a suo tempo.
Passando poi all'errore di contenuto che avevo commesso, eccolo in questa frase:
"il disegno in quanto tale non può che limitarsi a rappresentare un singolo istante".
Bè, ecco, premettendo che si tratta comunque di cercare il pelo nell'uovo, avrei dovuto scriverlo meglio. Il disegno su cui ci stiamo incaponendo rappresenta più singoli istanti, mettendoli però in fila all'interno di un'unica vignetta. E' per così dire la cornice a ingannare per un attimo e a dare la sensazione di un istante unico, ma poi il senso di lettura e i vari elementi in campo (personaggi, battute, onomatopee) riconducono il nostro cervello alla corretta assimilazione della vignetta. Operazione che, peraltro, viene notevolmente aiutata dalla lettura della vignetta calata nel suo contesto, come giustamente mi faceva notare bacci88 che mi fornisce, gentilmente, la tavola intera:
E per oggi abbiamo finito di girare intorno al nostro ombelico, nevvero? :-)
Ricapitolando, la micro-analisi riguardava questa vignetta di Silvia Ziche (alla quale ormai fischieranno le orecchie non poco):
Io avevo scritto che in quella vignetta succedevano sette cose, ovvero:
- La contessa Agnese esclama "Paperina!"
- La contessa Agnese allunga il piede in avanti
- Paperino inciampa nel piede della Contessa Agnese generando il suono "pic"
- Paperino compie la traiettoria semicircolare rappresentata dalla doppia linea cinetica
- Paperino impatta col terreno generando il suono "crash"
- Paperina si gira di scatto
- Paperina chiede "Sì, signora?"
Bene: ecco l'errore di metodo. Se in alcuni casi decido di separare, per così dire, l'aspetto visivo da quello uditivo, allora devo farlo sempre, non posso fare un po' così e un po' cosà. Quindi un elenco più sensato sarebbe questo:
- La contessa Agnese esclama "Paperina!"
- La contessa Agnese allunga il piede in avanti
- Paperino inciampa nel piede della Contessa Agnese
- Inciampando, Paperino genera il suono "pic"
- Paperino compie la traiettoria semicircolare rappresentata dalla doppia linea cinetica
- Paperino impatta col terreno
- Impattando, Paperino genera il suono "crash"
- Paperina si gira di scatto
- Paperina chiede "Sì, signora?"
Oppure anche questo:
- La contessa Agnese allunga il piede in avanti mentre esclama "Paperina!"
- Paperino inciampa nel piede della Contessa Agnese generando il suono "pic"
- Paperino compie la traiettoria semicircolare rappresentata dalla doppia linea cinetica
- Paperino impatta col terreno generando il suono "crash"
- Paperina si gira di scatto chiedendo "Sì, signora?"
Sono entrambi corretti, perché entrambi metodologicamente coerenti. Insomma, bene l'uno o l'altro, ma non il primo che avevo scritto a suo tempo.
Passando poi all'errore di contenuto che avevo commesso, eccolo in questa frase:
"il disegno in quanto tale non può che limitarsi a rappresentare un singolo istante".
Bè, ecco, premettendo che si tratta comunque di cercare il pelo nell'uovo, avrei dovuto scriverlo meglio. Il disegno su cui ci stiamo incaponendo rappresenta più singoli istanti, mettendoli però in fila all'interno di un'unica vignetta. E' per così dire la cornice a ingannare per un attimo e a dare la sensazione di un istante unico, ma poi il senso di lettura e i vari elementi in campo (personaggi, battute, onomatopee) riconducono il nostro cervello alla corretta assimilazione della vignetta. Operazione che, peraltro, viene notevolmente aiutata dalla lettura della vignetta calata nel suo contesto, come giustamente mi faceva notare bacci88 che mi fornisce, gentilmente, la tavola intera:
E per oggi abbiamo finito di girare intorno al nostro ombelico, nevvero? :-)
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