Una serie di microeventi di vita quotidiana mi hanno recentemente condotta a ricordare con una certa intensità i due complimenti più belli che io abbia mai ricevuto in vita mia.
Entrambi mi sono stati riportati, ovvero sono stati pronunciati in mia assenza: cosa che li rende automaticamente più veri e pertanto più lusinghieri. E in entrambi casi la relatrice è mia sorella, il che li rende veritieri e affidabili.
Il primo. Anni fa, dopo avermi incontrata in spiaggia insieme ad alcuni miei amici, e dopo che sia io che i suddetti amici siamo andati via, mio cognato dice a mia sorella: "Oh, ma certo che gli amici di tua sorella sono uno meglio dell'altro".
Ebbene sì: so scegliermi gli amici. Per carità, qualche cantonata l'avrò pure presa, ma in linea di principio ho questo talento. Il che non vuol dire che io vada sempre a beccare le persone migliori sulla faccia della terra: ma di certo vado a beccare quelle che sembrano fatte apposta per donarmi qualcosa, e per lasciarsi donare qualcosa da me. E devo dire che ci sono poche cose che mi diano altrettanta soddisfazione. Sono fiera di me e di loro. Una conversazione con uno/una di loro, un pranzo veloce in compagnia, uno scambio di mail, una chiacchierata via MSN, una riunione di lavoro, un incontro fugace per strada, una serata a mangiare una pizza... anche le cose più scontate mi lasciano un dolcissimo sapore in bocca e una sensazione che si può riassumere in "sono orgogliosa che tu sia mio/a amico/a, non so cosa ho fatto di buono nella vita per meritare il tuo affetto, ma ti ringrazio per tutto quello che mi dai e che mi permetti di darti".
Il secondo. Qualche anno fa, in un periodo nel quale stavo passando una serie di grane col lavoro, in particolare sembrava che stessi per perdere il mio lavoro più importante, l'amica che su questo blog in passato ho rinominato Sandy, chiacchierando sempre con mia sorella e parlando appunto di me e di questa situazione, se ne esce con: "Mi dispiace che stia passando un momento difficile, ma comunque non mi preoccupo più di tanto; tanto lei cade sempre in piedi".
Bè, per una narcisista / egocentrica come me, ci sono poche affermazioni che mi fanno andare così tanto in brodo di giuggiole e al tempo stesso mi terrorizzano. Mi fa sentire molto fiera il fatto di sentirmi stimata da una persona che a mia volta stimo immensamente: mi dico "cavoli, lei... non una persona qualsiasi, dico LEI... pensa questo di me?!?" Mi viene la pelle d'oca. Poi, però, rifletto sulle conseguenze di una tale affermazione, e cioè sul desiderio di esserne all'altezza. Ci riesco? Non ci riesco? Davvero cado sempre in piedi? Mah... temo di no! Eppure, se ciò nonostante mi è stata riconosciuta una tale abilità, beh, continuo a sentirmene onorata. E nei momenti in cui sento un po' di terreno franarmi sotto i piedi, tornare con la memoria a questo genere di sensazione, aiuta. Ma aiuta davvero tanto.
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